SBK Donington, Rea: "Ho scelto un progetto in cui credo, come con una moglie"

Non poteva iniziare meglio il fine settimana di casa per Jonathan Rea, che non può però in primis sottrarsi dal parlare del proprio futuro, che come ammesso dallo stesso nordirlandese verrà deciso nel corso di questo fine settimana. “E’ il momento di decidere ed in questi giorni definirò il mio futuro - le parole di Rea -che comunicherò nelle prossime settimane. Sono molto motivato e voglioso di continuare a correre, quindi sono felice”.
 
Come è stata la negoziazione con Kawasaki?

“C’è sempre stato rispetto tra le parti. Dal punto di vista economico penso di ricevere quanto merito, quindi il punto focale riguarda la sfera tecnica: voglio essere competitivo, ed il team ha risposto bene in inverno. Quello che conta quando negozi con una casa è la loro voglia di impegnarsi negli anni a venire. Personalmente mi sono dovuto chiedere se avessi voglia di continuare, ma ho impiegato poco tempo a capirlo”.
 
Se continuerei con Kawasaki vorrà dire che credi fermamente nel progetto. Sei d’accordo?

“Ovviamente devi scegliere un progetto in cui credi. È come con la tua futura moglie: non puoi metterle un anello al dito pensando “nei test invernali è andata bene, speriamo che continui così” e rischiare che si dimostri una poco di buono (ride ndr). Devi essere convinto, e lo stesso vale per la scelta del team”.
 
Pensi che il contratto che firmerai a breve sarà l’ultimo della tua carriera?

“Credo di sì anche se l’ho detto anche per lo scorso: spero che la prossima negoziazione sia con mia moglie e non con un team (ride ndr). Tre o quattro anni fa scherzando dicevo “Ho finito, quello che dovevo fare l’ho fatto”, ma avevo ancora tanti anni davanti. Al momento non so cosa farò dopo le corse, dato che al momento l’unica cosa che accende i miei occhi è guardare i miei figli giocare a calcio, ma non è un lavoro (sorride ndr). Fare l’allenatore? Magari potrei”.

“Posso lottare per la vittoria, ma oggi non è sufficiente per capirlo”

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Come valuti il tuo venerdì? Sei stato di gran lunga il più veloce.
 
“Guardare i tempi del venerdì non basta a comprendere il quadro completo della situazione, dato che ognuno lavora in modo diverso. Oggi per certo è andata bene: ho potuto analizzare le varie mescole disponibili, avendone meno rispetto a Misano, e fatto delle modifiche di assetto per patire meno le ondulazioni dell’asfalto. Sul finale ho provato anche la SCQ, in previsione della Superpole Race e forse non solo”. 
 
Hai fatto il tuo miglior tempo della FP1 al secondo passaggio, il che è incredibile.
 
“Durante i track days che ho fatto ho sempre cercato di spiegare agli allievi che la prima cosa da fare è individuare il punto di frenata, la seconda il punto di corda e la terza il punto in cui accelerare: è un metodo che ho sempre utilizzato nel corso della carriera. Ricordo che quando correvo con il team Ten Kate il Team Principal Ronald (Ten Kate ndr) mi diceva sempre “Se devi stare in pista per andare piano rientra, dato che sprechi il mio carburante e tutto il resto”, quindi non sono abituato a fare molti giri a spasso (ride ndr)”.
 
Pensi che il pacchetto Rea più Kawasaki sia il migliore attualmente su questa pista?
 
“Difficile dirlo, dato che ogni pacchetto ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Per certo io mi sento forte, e la Kawasaki è storicamente una moto che si addice a questo tracciato, quindi sì penso di poter lottare per la vittoria. Il fatto che non vi siano lunghi rettilinei è un fattore positivo per me nella lotta con Bautista e la Ducati”.
 
Pensi che qualcuno possa inserirsi nella lotta tra te, Bautista e Razgatlioglu?

“Non ho controllato i tempi, ma sia per lo spettacolo che per la classifica sarebbe certamente positivo se questo accadesse”.

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