Il capotecnico di Cresson: “Deluso dal padre, non ho ricevuto nulla”

Il capotecnico di Cresson: “Deluso dal padre, non ho ricevuto nulla”

Massimiliano Nejrotti racconta: "Tanti non hanno avuto da lui ciò che gli spetta: lui blocca il numero e va avanti, ha provocato il divorzio"

05.05.2022 ( Aggiornata il 05.05.2022 11:06 )

Se in MotoGP si aspettano novità sul fronte Suzuki, in Superbike non si è ancora spento il fuoco del caso Cresson, con il già raccontato divorzio tra il pilota belga ed il team italiano alla vigilia del round di Assen. Una situazione che non ha messo in difficoltà tante persone, in primis chi lavora all’interno del team, la cui voce spesso non viene ascoltata. Un esempio è quello di Massimiliano - per tutti Max - Nejrotti, capotecnico di Cresson e dunque tra le persone maggiormente coinvolte nella vicenda.
 
“Sono stato il capotecnico e telemetrista di Cresson già l’anno scorso quando, per fortuna, essendo sotto contratto con il team Pedercini ho ricevuto tutto quello che mi spettava. Lo stesso non si può dire per il team, che ha ricevuto dal padre di Loris meno di quanto stabilito. Per questa stagione Didier (il padre di Cresson ndr) ha fortemente voluto che restassi con Loris, contro il quale non ho nulla, affermando che mi avrebbe pagato direttamente lui: doveva essere una forma di garanzia, invece è stato tutto il contrario”.
 
Cosa è successo?

“Non ha voluto fare un contratto, ribadendo a più riprese che una stretta di mano per lui valeva come un contratto, e che mi avrebbe pagato dopo ogni test o round. Abbiamo fatto tre test ed un round, ma non ho ricevuto nulla. Le scuse del padre di Cresson sono state varie, dalla banca chiusa al problema tecnico: purtroppo oramai sono tante le persone che devono ricevere soldi da lui all’interno del paddock Superbike, ad esempio l’ex manager di Loris e chi ha provveduto a creargli il sito internet, ma come me non riceveranno nulla”.
 
Sei riuscito a parlare con Cresson o il padre in questi giorni?

“No. In questi giorni si sono lamentati suoi sociale che Lucio (Pedercini ndr) non ha risposto alle telefonate, ma loro hanno fatto la stessa cosa con me. Il padre mi ha addirittura bloccato: ha avuto un atteggiamento che non mi lascia dubbi in merito a chi sia in torto nel divorzio tra Loris ed il team. Mi dispiace non riuscire a parlare con Loris, contro il quale non ho nulla, dato che con me si è sempre comportato nella giusta maniera”.

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Come si è arrivati al divorzio?

I primi problemi sono sorti quando Lucio ha iniziato a pensare di affiancare Haslam a Loris, cosa che a Didier non stava bene, dato che secondo lui questo avrebbe tolto attenzioni dal figlio. Il problema principale però è arrivato quando Didier avrebbe dovuto pagare la seconda tranche stagionale, ad Aragon: in quell’occasione, dove ero presente, ha chiesto a Lucio come avrebbe speso i soldi, una domanda assurda da fare ad un Team Principal, per poi rifiutarsi di pagare”.
 
E poi?

“Didier si è comportato in tante occasioni come se il team fosse suo, ma senza nemmeno versare i soldi pattuiti. La cosa che più mi ha fatto arrabbiare è stata la grande quantità di lamentele di Didier, quando in realtà la colpa di quello che è successo è sua. Loris dal canto suo non ha adempito a tutti i suoi doveri tra test e primo round, ad esempio non si è presentato per il classico shooting Dorna di inizio stagione”.
 
Qual è il tuo pensiero su Loris?

“Su Loris ho poco da dire, perché lo rispetto, anche se mi dispiace che nemmeno lui risponda più al telefono. Ha solo il problema di fare davvero fatica in sella alla Superbike, a causa di uno stile di guida errato. Frena molto a moto piegata, cosa che con la Superbike non puoi fare. Credo comunque che se Loris fosse venuto ad una gara da solo, e dunque senza tutta la famiglia, avrebbe abbassato i suoi tempi di un secondo”.

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