Ducati Story: Troy Bayliss, una carriera nel segno del Rosso

Ducati Story: Troy Bayliss, una carriera nel segno del Rosso© GpAgency

L'australiano si è fatto amare non solo per i successi, ma anche per lo stile di guida estremo, l'umiltà mai smarrita, la fedeltà a Borgo Panigale

17.04.2022 ( Aggiornata il 17.04.2022 18:07 )

Tra i segni zodiacali di fuoco, l’ariete rappresenta la scintilla, ovvero l’input che innesca la fiamma. Nascendo il 30 marzo del 1969, Troy Bayliss appartiene alla prima decade del segno, quella spontanea, vivace, aperta nei confronti del prossimo. Il pilota di Taree, infatti, amava essere lasciato libero di interpretare le corse come preferiva: istintivamente, con spontaneità, in maniera e modalità selvagge. Quando l’impulso - la scintilla - gli scoccava, l’australiano era in grado di produrre veri e propri incendi di passione.

La folla di tifosi che ne seguì le imprese marcate Ducati somigliava a un magma rosso, capace di coprire tutto quanto incontrasse. Successe (quasi) a sorpresa, in quel di Valencia nell’autunno del 2006. Al Ricardo Tormo, l’allora trentasettenne del Team Xerox Ducati Superbike, arrivò con in tasca il secondo alloro ottenuto nelle derivate di serie. Leggendo il nome del campione del mondo Superbike nella entry list dell’evento, gli avversari considerarono quella presenza in MotoGP giustificabile soltanto come ricompensa della Casa di Borgo Panigale per il lavoro svolto con la 999.

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