SBK, Redding in difficoltà a Magny-Cours: “La Ducati non va in certe condizioni”

SBK, Redding in difficoltà a Magny-Cours: “La Ducati non va in certe condizioni”© GPAgency

"Potrei tornare al box adesso e stare lì fino alle 03 del mattino e dire 'dobbiamo fare questo e quello', ma se domenica trovassimo le stesse condizioni, avremmo lo stesso problema", dice rassegnato il britannico al termine di Gara 1

04.09.2021 ( Aggiornata il 04.09.2021 18:15 )

Dopo due Round alla riscossa, la bella rimonta di Scott Redding si è arenata nel sabato di Magny-Cours. Quando le cose hanno iniziato a farsi serie, il britannico del team ufficiale Ducati ha iniziato ad annaspare, chiudendo ottavo la Superpole e dodicesimo una Gara 1 che non lo ha mai visto della partita.

Pur essendo persino scivolato, dopo un tentativo di sorpasso ai danni di Tom Sykes negli ultimi giri della corsa, il #45 non fa drammi, conscio delle ragioni che hanno reso disastroso il suo sabato. "Ho sofferto parecchio. L'ho detto qualche gara fa: a volte la moto non va, in certe condizioni e queste sono alcune di quelle - ammette Scott a fine giornata -. All'inizio dell'anno era successa la stessa cosa a Misano. So qual'è il problema e non importa quanto urli o mi stressi, non cambierà il mio risultato. Devo solo restare concentrato e provare a fare il massimo".

"È stata una gara abbastanza incasinata in mezzo al gruppo in cui ero. Ho pensato che sarei potuto stare al comando di quel gruppetto, ma stando lì ho fatto un sacco di errori. Frenavo prima per fermarmi e loro mi hanno passato - puntualizza -. È stata una dura battaglia. Mi sono detto che sesto o settimo sarebbe stato ok, ma poi sono caduto. Non avevo grip all'anteriore, in entrata e in uscita di curva mi sentivo scivolare. Alla fine, ho preso un paio di punti, niente di speciale".

Redding: "Con le stesse condizioni, saremo nella stessa situazione"


Troppo poco per chi cerca di restare agganciato al treno che porta alla conquista del titolo Mondiale, ma Redding è convinto che ci sia ben poco da poter fare per porre rimedio alla sua situazione. I noti problemi di grip che continuano a tormentarlo, perché non riesce a restare nel giusto range di utillizzo degli pneumatici, in condizioni come quelle di Magny-Cours, con 26° C di temperatura dell'aria e 40° C dell'asfalto.

"Il problema del non avere grip in generale e che anteriore, posteriore; entrata, uscita di curva, tutto è un passo indietro. Quando andiamo su determinate piste e la temperatura è estremamente alta, penso che tutti si trovino nellle mie condizioni. Per questo riesco ancora a vincere delle gare, quando fa parecchio caldo. Ma quando fa semplicemente caldo mi trovo in difficoltà perché vado oltre la normale pressione di utilizzo delle gomme, mentre agli altri non succede", spiega il britannico. "Avrei davvero bisogno di salire sul podio, ma in condizioni come quelle di oggi posso puntare più che altro a chiudere tra i primi 5/6, che non è l'ideale. Potrei tornare al box adesso e stare lì fino alle 03 del mattino e dire 'dobbiamo fare questo e quello', ma se domani trovassimo le stesse condizioni, avremmo lo stesso problema".

"Penso che sarebbe andata un pochino meglio se fossi stato da solo. Lottando con gli altri ho alzato ulteriormente la pressione delle mie gomme e anche standogli dietro la temperatura saliva, quindi mi sono ritrovato nello scenario peggiore per me - continua Scott -. Se domani miglioreremo o no dipenderà dalle temperature. Sappiamo che sarà difficile quando fa caldo. Qui, nelle curve 1, 3 e 8 non avevo grip e a Barcellona era lo stesso. Le condizioni della pista possono aiutarci o metterci in difficoltà. È stato difficile, ma non ho motivo per mettermi a frignare. Se funziona bene, altrimenti ho fatto il massimo che potevo fare. Come è successo oggi. Sfortunatamente sono caduto, ma sapevo di avere margine dietro e dovevo provare ad andare a prendere quelli davanti. È andata così".

"Il problema è il range di utilizzo delle gomme"


Un film già visto, che sembra destinato a riproporsi. Così come gli svantaggi dovuti alla corporatura, non proprio da fantino, di Redding.

"Nel Round di Misano di quest'anno, per esempio, è successo esattamente lo stesso - riconosce il britannico -. Bassani e Rinaldi andavano più veloci di me e Davies. La spiegazione è la pressione di esercizio degli pneumatici. Quando fa freddo per noi funziona bene, per questo quando fa più fresco di solito è meglio. Quando la temperatura della pista sale, per noi è ok, ma quando fa caldo come oggi, noi andiamo oltre la giusta pressione, mentre i ragazzi più minuti no. Quando fa estremamente caldo, come a Navarra o Jerez, lo scorso anno, anche loro hanno lo stesso problema e ci ritroviamo nella stessa barca. Non c'è davvero nulla che ci possiamo fare, in questo momento. Del resto, quando fa molto freddo è chi è più corpulento ad avere un vantaggio. Per questo nei test siamo piuttosto veloci. Il problema è che non si corre d'inverno, ma quando fa tremendamente caldo (ride ndr.)".

Che possa essere anche il telaio della Ducati, più rigido rispetto a quello degli altri, ad acuire i problemi di Scott?

"Difficile da dire, ma penso sia più una questione di gomme - chiosa Redding -. Quando guardi Rinaldi e Bassani, sono piloti più piccoli e leggeri rispetto a me e Chaz. È la copia carbone di Misano e non sarei sorpreso se si riproponesse la stessa cosa al Montmelo, se dovesse fare caldo".

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