SBK Aragon, Rinaldi: “Non avevamo un passo abbastanza veloce”

Michael Ruben è arrivato quarto ad Aragòn e spiega cosa gli è mancato per arrivare a podio: "Noi di Go Eleven non abbiamo fatto test su questa pista e la nostra Ducati non è ufficiale"

Mirko ColombiMirko Colombi

Pubblicato il 29 agosto 2020, 18:58 (Aggiornato il 29 agosto 2020, 21:45)

Anche oggi ad Aragòn nella prima manche di tre, Michael Ruben Rinaldi ha sfiorato il podio, giungendo a soli sette secondi abbondanti dal vincitore, Scott Redding. A parità dell’inglese, l’italiano del team Go Eleven guida una Ducati. Diversamente dalla Rossa numero 45 factory , la V4 R con la tabella 21 non è la versione 2020 e non dispone del trattamento ufficiale.

Perciò, il romagnolo - grazie al settimo posto in campionato - guida la classifica “indipendenti”, dedicata alla squadre SBK che fanno (quasi) tutto in proprio:Mi sento piuttosto soddisfatto - le parole del pilota - perché penso di aver disputato una buona gara, dando, come sempre, tutto quello che avevo. Ho lottato ancora nel gruppo dei migliori, mostrando un buon passo dal primo all’ultimo giro. Solo nel superare Razgatlioglu ho tribolato un po’, però ce l’ho fatta”.

Rinaldi pone l’attenzione sull’aspetto determinante del sabato spagnolo:Sebbene fossimo veloci - spiega - non lo eravamo abbastanza per cogliere un risultato da podio. Non credo che avremmo potuto duellare coi primi tre. Resta comunque una grande prestazione, la nostra. Consideriamo che non abbiamo una moto ufficiale, inoltre, noi di Go Eleven non abbiamo svolto i test di agosto su questo tracciato. Non sono alibi i miei, si tratta di una analisi”.

L’obiettivo di Michael Ruben resta lo stesso dall’inizio dell’anno e non si esclude che possa essere centrato anche domani:Io voglio salire sul podio - conferma - sento la fiducia giusta, ce la posso fare. La squadra sta lavorando bene, nonostante gli avversari abbiano moto factory e più esperienza. Devo lavorare per migliorare il mio stile di guida, specialmente quando esco dalle curve. Anche nella ricerca dell’assetto ideale per la moto posso fare passi avanti”.

 Andrea Locatelli, anche oggi imprendibile nella 600 Supersport

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