SBK Phillip Island, gara1: Rea, ancora lui

SBK Phillip Island, gara1: Rea, ancora lui

Il campione del mondo, in sella alla Kawasaki, inizia nel migliore dei modi la stagione 2017. Venti punti importanti per Davies, secondo davanti a Sykes. Caduta (e polemica con Lowes) per Melandri

 

25.02.2017 06:18

Nuova stagione, vecchio copione: Jonathan Rea e Chaz Davies si sono giocati fino all’ultimo metro la vittoria della prima gara della stagione Superbike 2017
Dopo oltre metà gara corsa su ritmi piuttosto bassi (oltre 13 piloti a formare il gruppo di testa), nelle ultime tornate è stato Rea con la Kawasaki a rompere gli indugi e a “scremare” il gruppo: dopo essere sbarazzato di un sorprendente Alex Lowes (Yamaha) in testa fino a tre giri dal termine, è stato autore di un forcing a cui il solo Davies (Ducati) è riuscito a resistere.

INCOLLATI - Nella tornata finale, il portacolori della “rossa” ha provato in tutti i modi a trovare un varco buono per passare Rea, che però si è difeso alla grande, chiudendo tutte le traiettorie e presentandosi in testa all’uscita dell’ultima curva. Solo 4 centesimi hanno diviso i due sotto la bandiera a scacchi ma se per Rea la vittoria è quasi “normale amministrazione”, è Davies forse quello che scende dalla moto più felice: da due anni non gli succedeva di partire cosi forte a Phillip Island. E, considerando che l’anno scorso ha perso il duello per il titolo con Rea anche a causa di una prima parte di stagione con troppe cadute, si prospetta un 2017 più incerto e combattuto…

SYKES OK - Terzo ha chiuso Sykes. Mai a suo agio in Australia, Tom ha raccolto molto più di quanto si aspettasse alla vigilia: un terzo posto a un solo secondo dalla vittoria che regala morale in vista della gara di domani e del futuro. Il britannico, nel finale, ha dovuto difendersi dall’attacco di un Lowes davvero sorprendente e bravo a chiudere a ridosso del podio in sella ad una Yamaha finalmente competitiva.

SORPRESE - A proposito di sorprese, da segnalare un’altra gara magistrale di Leon Camier: passano gli anni ma la MV, anche grazie alla guida redditizia del britannico, su alcune piste tiene testa alle più recenti rivali. Oggi la moto italiana ha chiuso quinta, davanti a quella di Xavi Fores, meno “concreto” rispetto alle prove libere (chiuse al terzo posto) ma comunque in grado di finire sesto in sella ad una moto privata. E’ importante evidenziare, infatti, la prestazione del Barni Racing Team, al livello dei top team della Superbike.

KRUMMENACHER, BUON ESORDIO - Chiudono la top ten un Jordi Torres finalmente concreto (dopo i problemi del 2016) nella seconda parte di gara con la BMW del Team Althea, seguito da un deludente Laverty (Aprilia), da Van der Mark (Yamaha) e dal debuttante Randy Krummenacher, bravo a chiudere tra i dieci con la Kawasaki del team (esordiente anch’esso) Puccetti Racing. In difficoltà le Honda di Hayden e Bradl, rispettivamente 11esimo e 15esimo e ancora alle prese con un progetto giovane. 

ITALIANI KO - Male i colori italiani: Lorenzo Savadori è scivolato nella prima parte di gara nel tentativo di rientrare sul primo gruppetto mentre Marco Melandri, in lotta per il podio fino a 7 giri dalla fine, è stato autore di una caduta in seguito ad un “lungo” causato  (a suo dire) da una decisa chiusura della traiettoria in ingresso curva da parte di Lowes. Il ko non oscura la splendida prestazione del ravennate che, al rientro in Superbike, ha dimostrato di poter tenere testa senza problemi agli altri top rider della categoria. De Angelis ha chiuso 14esimo mentre fuori dalla zona punti sono finiti Russo e Badovini.

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