Dopo i primi test con la Yamaha R1 a Valencia, con la quale Marco Melandri correrà il mondiale Superbike 2011, il ravennate è tornato a parlare della MotoGP. Classe che lascia dopo 8 anni, nei quali ha collezionato 5 vittorie, un tortale di 20 podi, ma nessuna pole position.
Marco, avresti avuto la possibilità di restare in MotoGP?
«Sì certo, sarei potuto andare a correre sulla Honda di Lucio Cecchinello. Ma non avrei avuto lo stesso potenziale degli altri, avrei fatto solo numero. Invece io, a 28 anni, voglio ricominciare a vincere. O almeno ci voglio provare».
Hai vinto un Mondiale 250 con Aprilia nel 2002, sei stato viceiridato MotoGP con Honda nel 2005. Non pensi che la Superbike sia una retrocessione?
«No, è un’opportunità. Avevo bisogno di cambiare aria, di fare qualcosa che mi piace. Perché per me la moto non è un lavoro, non lo è mai stato. Correre è una cosa che amo, che mi diverte. In MotoGP non mi divertivo più».
Perché?
«Ho passato due giorni in pista durante i test MotoGP a Valencia. Da lì è facile rendersi conto delle cose, per chi vuole vederle. Ho visto piloti combattere con le loro moto, remare con mille problemi. Sono piloti che nel 2011 non avranno alcuna possibilità di giocarsela. So cosa si prova: vai dentro con coraggio, spingi spingi ma i tempi non vengono. Non possono venire perché non hai il potenziale tecnico per farlo. E perdi motivazione. Hanno detto che Melandri è fragile ma non è vero. Qualunque sportivo perde voglia e motivazione quando si rende conto di non partire alla pari con gli altri».
Stoner ha stupito tutti al debutto con la Honda.
«Non certo me. Casey è nettamente il pilota più veloce. È un talento istintivo, sono convinto che non si è neanche accorto di aver cambiato moto. Adesso che ha la Honda, dovranno fare tutti i conti con lui».
Valentino Rossi non è andato tanto bene con la Ducati…
«Un film già visto. Io sono arrivato in Ducati nel 2008, ho avuto gli stessi problemi che Valentino ha passato nel test di Valencia ma non mi hanno ascoltato. Chiedevo modifiche ma hanno risposto che la loro moto aveva appena vinto il Mondiale e che avrei dovuto adattarmi. L’unica iniziativa è stata mandarmi dallo psicologo. A Valentino non succederà perché Valentino è più forte di me e ha un potere politico molto maggiore. Non so se riuscirà a cambiare la situazione, i mezzi li ha e potrebbe farcela. Ma non sono così convinto».