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SBK Jerez, Re Johnny si congeda: "Vorrei essere ricordato come uno che non ha mai mollato"

Gianmaria Rosati
Pubblicato il 16 ottobre 2025, 19:06
L’ultimo appuntamento della stagione porta con sé sempre un po’ di amarezza, ma nel caso di Jonathan Rea i sentimenti sono molto più forti e differenti. Quello di Jerez infatti sarà l’ultimo ballo nella carriera del nordirlandese, semplicemente il più grande pilota nella storia della Superbike. Capace di mantenere il suo aplomb anche nella sua conferenza stampa da pilota titolare.
“Mi sento bene e ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questo viaggio – le parole di Rea – sono convinto che sia il momento giusto per chiudere la mia carriera. Ho vissuto un sogno, quello che cullavo da bambino in Irlanda del Nord. Dalla mia posizione mi sento di consigliare ai giovani di farsi trovare pronti quando arriva una opportunità: io l’ho fatto”.
Come riassumeresti la tua carriera in poche parole?
“Come un sogno”.
Cosa ti aspetti dal futuro?
“Ho pensato di chiedere ai piloti già ritirati cosa si prova il giorno dopo. Mi sento come un personaggio di un videogioco che muore, ma in realtà continuo a vivere in un altro gioco. Non posso che essere grato alla SBK per tutto quello che mi ha dato”.
L’ultimo rumor riguardo il tuo futuro parla di un ruolo da tester in Honda, con alcune wild card.
“Ho letto tanti rumor sul mio futuro nell’ultimo periodo, ma non ce n’è uno corretto onestamente, dato che ho bisogno di prendermi del tempo. L’unica cosa certa è che farò delle gare di motocross. Per il resto ci sono alcune opzioni: pensavo che non avrei avuto alternative, che avrei solo portato i miei figli a scuola o cose così invece ho delle opzioni, che sto ancora valutando. Ne ho discusso anche con mia moglie: se leggesse certe cose che mi pongono per certo in determinate posizioni si arrabbierebbe con me”.
Rea tra passato e presente
Come vorresti essere ricordato?
“Spero di essere ricordato come un pilota che ha dato tutto e non ha mai mollato. Credo che in questo senso il 2019 possa essere un chiaro esempio”.
Quali momenti della tua carriera reputi più speciali?
“Sicuramente la prima vittoria in SBK a Misano nel 2009 è stata speciale. Ricordo che il team Ten Kate mi aveva montato delle nuove forcelle, mai utilizzate prime: sogni sempre di essere in lotta con i migliori, e quando mi sono trovato a battagliare con Haga e Fabrizio ho tirato un sospiro di sollievo, perché ho capito di non essere solo veloce ma anche un pilota di valore. Tra i titoli mondiali direi il primo”.
Il rivale più importante?
“Secondo me Davies: abbiamo battagliato per tanti anni. Ho avuto tanti rivali negli anni, ad esempio uno dei più difficili da battere è stato Toprak nel 2021, anche perché entrambi abbiamo buttato via così tanti punti che nessuno sembrava voler vincere il titolo. Se penso però alla figura del rivale penso a Chaz, con il quale ho condiviso anni speciali”.
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