Andrea 2° a fine giornata: "Non voglio scuse ma Pramac era una squadra ufficiale, noi no. Partiamo per migliorare l'anno scorso. Contento ma non del tutto, volevo fare più prove"
Test conclusi per Andrea Iannone, che continua ad essere uno dei riferimenti della Superbike in quel di Phillip Island. Nella seconda giornata infatti l’abruzzese si è preso la seconda piazza, risultando così il primo inseguitore di Nicolò Bulega, al quale Andrea sogna di contendere la vittoria. Non tutto però luccica in casa Iannone, con tanta voglia di sperimentare ma poco tempo a disposizone.
“Purtroppo oggi per 20 minuti di pioggia non siamo riusciti nel pomeriggio a provare le ultime idee che avevamo in mente – spiega Andrea - sono contento ma non del tutto, dato che avrei voluto fare più test. Non ho provato la gomma da Superpole ad esempio, non perché volessi nascondermi ma perché non vi è stato il tempo o l’occasione. Abbiamo delle idee, ma non credo potremo riprendere a sperimentare venerdì perché sarebbe rischioso. Abbiamo una base più o meno buona, con dei problemi. Ovviamente c’è di peggio, preferisco essere Iannone che uno dei gli ultimi cinque della classifica. Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno”.
Cosa ti manca per esprimere del tutto il tuo potenziale?
“Sento che sistemando alcuni aspetti posso essere più competitivo. Vedremo come andrà il weekend: finora abbiamo lavorato abbastanza bene”.
L’obiettivo per il 2025 è il titolo?
“Io non l’ho mai detto, ma un pilota ovviamente vuole vincere sempre, sennò non verrebbe alle gare. Occorre essere realisti, sarà importante quanto sfrutteremo ogni singolo turno: in questi due giorni di test abbiamo sfruttato il tempo peggio degli altri. Con questi riferimenti non si vince il mondiale, ma non diamo nulla per scontato e faremo il nostro meglio. Iniziamo con l’obiettivo di migliorare il prossimo, o perlomeno provarci”.
Il fatto che l’anno scorso abbia vinto un pilota di un team satellite e non ufficiale come Martin ti aiuta a credere nella possibilità di lottare per il titolo?
“Pramac è un team ufficiale, e moto rossa o meno cambia poco. Martin ha sempre avuto il supporto ufficiale, ha sbagliato meno e ha meritato il titolo. Penso che la sua struttura fosse paritaria a quella interna, mentre noi proviamo a fare un passo in avanti dall’anno scorso, ma basta visitare il nostro box e quello Aruba per capire la differenza. Non sto adducendo scuse sia chiaro, ma noi siamo un team privato mentre Pramac no, dato che vi era mezza Ducati all’interno come nel box del team interno. Noi in questi giorni abbiamo avuto un uomo Ducati che ha aiutato il nostro nuovo elettronico a fare esperienza, ma non abbiamo dentro la Ducati”.
Hai seguito Sanremo?
“Con il fuso orario ho guardato poco. E’ sempre emozionante per l’Italia, personalmente la mia fidanza va sempre guardata”.
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