SBK, Iannone: "Cosa ricordavo di Assen? La Ducati del 2016, mi emozionava"

SBK, Iannone: "Cosa ricordavo di Assen? La Ducati del 2016, mi emozionava"

Andrea dopo il day one: "Non era tutto spontaneo con Suzuki ed Aprilia, a differenza della Desmosedici. Mi piacerebbe tornare a quel livello con questa moto. Domani? Alla cieca"

19.04.2024 ( Aggiornata il 19.04.2024 18:48 )

Arriva con il sorriso – e con un tè caldo tra le mani per scaldarsi – Andrea Iannone in sala stampa, al termine di una giornata dove il maltempo ha certamente complicato i suoi piani. Serviva infatti del tempo all’abruzzese per imparare il comportamento della V4R in quel di Assen, ma gran parte delle prove da compiere sono rimaste solamente un’idea potenzialmente vincente. 

Andrea, come è stato questo ritorno ad Assen?

“E’ stato stupendo.E’ bellissimo tornare ad Assen, il problema di oggi è stata la pioggia, insieme alla temperatura: fa molto freddo, ma la pista mi piace come sempre e penso di poter lottare. Sono stato più veloce del previsto, considerato che non abbiamo fatto test su questa pista e ho fatto i conti con tanti elementi nuovi. Ho provato anche le Pirelli da bagnato e le sensazioni sono state davvero ottime: è la miglior gomma da bagnato mai provata”.
 
Per la pista hai utilizzato i riferimenti del tuo passato in MotoGP o hai ricominciato da zero?
 
“Dopo così tanto tempo non mi ricordo molto. Mi ricordo solo la Ducati Desmosedici del 2016, perché era la moto che mi emozionava di più quando la guidavo: non ricordo la Suzuki e l’Aprilia, dato che non era tutto spontaneo e naturale come con la Ducati, mentre durante i 2 anni nel team ufficiale Ducati era emozionante guidare qui. Gli ingegneri mi conoscevano bene e riuscivo a fare delle bello cose: mi piacerebbe tornare con questa moto a quel livello. Servirà tempo, ma sento il supporto delle persone e quindi c’è un grande potenziale”.

Iannone, Bautista e le previsioni per domani

Per un istante tu e Bautista vi siete trovati molto vicini. Cosa è successo?
 
“Lo stavo superando ero esterno, ma in accelerazione siamo rimasti quasi appaiati, così alla staccata della curva successiva ci siamo quasi toccati. Gli ho chiesto scusa, dato che lui non mi aveva visto. Non ho capito molto seguendolo, si comprende più dai dati, ma certamente è sempre veloce: abbiamo entrambi una guida in stile MotoGP. Cerchiamo il pick up, facciamo scivolare maggiormente il posteriore, mentre altri hanno una guida più da Moto2, più tonda e senza derapata. In Ducati siamo i 2 che cercano maggiormente questa guida”.
 
Cosa possiamo aspettarci domani?

“Domani speriamo di fare una buona qualifica, ma è difficile stabilire sia il nostro potenziale che quello degli altri. Sarà un po’ alla cieca, dato che abbiamo potuto capire poco a causa delle condizioni, e forse sarà proprio questo il bello”.
 
Sarà un salto nel buoi quindi domani.
 
“Vedremo. Sono partito dall’assetto di Barcellona ma anche lì ho avuto qualche problema, quindi ci serve tempo. Ho l’esperienza della MotoGP e ricordo tutto: mi piacerebbe portare qui qualcosa del lavoro compiuto in MotoGP, ma ci serve tempo per farlo”.
 
Qui ad Assen c’è il nuovo direttore sportivo di Ducati Mauro Grassilli. Avete parlato?
 
“Mi ha chiamato prima che partisse per Austin, dicendomi che sarebbe venuto. Lo conosco da quanto ero “piccolo”, è un grande”.

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