La CBR per i clienti ed il confronto con Ducati: la crisi Honda spiegata dall'interno

La CBR per i clienti ed il confronto con Ducati: la crisi Honda spiegata dall'interno© GPAgency

L'INTERVISTA - Il Team Manager Escamez: "Da questa moto dobbiamo trarre un mezzo per vincere. I problemi in MotoGP della casa non sono un ostacolo, la mentalità in Giappone è cambiata"

02.04.2024 ( Aggiornata il 02.04.2024 17:19 )

Con il doppio successo di Toprak Razgatlioglu a Barcellona, BMW ha definitivamente confermato che la stagione 2024 non sarà – perlomeno – avara di successi, e nemmeno di podi. Lo scorso anno infatti l’unico costruttore incapace di salire sul podio era stato quello teutonico, dato che persino Honda era riuscita – con Xavi Vierge a Mandalika – a mettere piede sul podio almeno una volta. Quello dello spagnolo resta però l’unico acuto in tempi recenti della casa giapponese, che con il repentino innalzamento delle prestazioni di BMW resta senza discussioni il costruttore maggiormente in difficoltà di tutta la griglia.

Dalla sua stagione di debutto – il 2020 – il nuovo progetto di Honda in SBK ha portato infatti pochi sorrisi e tante delusioni, nonostante l’ingaggio – proprio nel 2020 – di Alvaro Bautista, fuggito dopo due stagioni a dir poco complicate. Per il 2024 la casa alata ha rilanciato, presentandosi con una nuova versione della sua CBR, ma i risultati continuano malinconicamente a mancare. Di questo e tanto altro abbiamo chiesto conto a Josè Escamez, subentrato quest’anno a Leon Camier come Team Manager del team HRC.
 
Qual è la situazione attuale di Honda in SBK? Da fuori non è facile comprendere.
 
“Non è facile nemmeno dall’interno (ride ndr). Stiamo cercando di capire: la moto 2024 è diversa dalla precedente, molto più di quanto possa sembrare dall’esterno. Il motore è molto potente, ma ha una potenza che attualmente non possiamo sfruttare come vorremmo, e stiamo lavorando proprio su questo. Il carattere aggressivo della moto in apertura di gas rende tutto più difficile ai piloti, i quali faticano anche a fermarsi, a causa del freno motore. Stiamo provando a capire come detto, abbiamo fatto tante prove che non hanno funzionato. Nei test di Barcellona abbiamo trovato qualcosa, ma serve lavorare ancora tanto per arrivare dove vogliamo”.
 
Se potessi migliorare con la bacchetta magica un aspetto quale sarebbe?
 
“Forse la cosa di cui abbiamo bisogno è l’aderenza, dato che non riusciamo a trarre il massimo potenziale dalle gomme. Stando a ciò che dicono i piloti questo è il problema primario”.
 
Dalla passata stagioni non sembrano esserci stati progressi. E’ così?
 
“E’ così, o meglio noi abbiamo fatto un passo in avanti, ma gli altri lo hanno fatto più grande di noi. Quel che è certo quindi è che non abbiamo fatto abbastanza: dobbiamo essere onesti con noi stessi, ma sono anche convinto che riusciremo ad arrivare dove vogliamo. E’ vero che sono passati già quattro anni dall’inizio del nuovo progetto Honda in Superbike, quindi sembra che non siamo in grado, ma ci riusciremo”.

Il regolamento, i piloti e... BMW

Le modifiche regolamentari vi hanno aiutato?
 
“Come detto penso che si debba essere con sé stessi, quindi il regolamento può aiutarci ma in primis dobbiamo aiutarci da soli, e progredire”.
 
Sia Lecuona che Vierge hanno mostrato di recente segnali di insofferenza di fronte alla situazione tecnica. Come si gestiscono i piloti in situazioni come queste?
 
“Certamente non è semplice. Quando i piloti hanno ragione è difficile dargli torto, dato che siamo noi i primi a sapere che non siamo pronti per lottare per le prime posizioni. Iker è un po’ esplosivo, ha tanta voglia e quindi si arrabbia più facilmente. Xavi è più tranquillo e forse maturo. Ovviamente ha lo stesso obiettivo ma forse ha una prospettiva diversa. Credo che entrambi abbiano capito che vi è stato un cambio di mentalità all’interno del progetto, e che c’è voglia di tornare ai livelli del passato”.
 
BMW ha risposto alle difficoltà ingaggiando anno dopo anno i nomi più importanti della griglia. Rinnovare può essere una soluzione anche per Honda?
 
“Sono consapevole che a volte il pilota possa fare la differenza, ma secondo me allo stato attuale delle cose dobbiamo pensare soprattutto a migliorare la moto, poi il pilota giusto arriverà. Se per qualche ragione uno dei nostri piloti non crede più nel progetto può andarsene, dato che non vogliamo con noi piloti che non reputano potenziale vincente questo progetto. Ora però è troppo presto per parlare di cose del genere”.

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