SSP300, Veneman di padre in figlio: Loris punta al titolo, sulle orme di papà Barry

SSP300, Veneman di padre in figlio: Loris punta al titolo, sulle orme di papà Barry

L'INTERVISTA DOPPIA - Il giovane Loris è uno dei candidati al successo finale, anche grazie ai consigli di Barry, reduce da una carriera tra SSP e 500. Storia di una classifica famiglia da corsa

21.03.2024 ( Aggiornata il 21.03.2024 09:28 )

L’arrivo della Superbike in Europa ha tanti significati intrinsechi, come ad esempio l’inizio della stagione della Supersport300. La classe d’ingresso delle derivate infatti prenderà il via in Catalogna, con il campione in carica Jeffrey Buis rimasto in categoria – cambiando team – e dunque chiamato a difendere il proprio status di primo della classe. Tra i principali rivali dell’olandese vi sono i 2 piloti del team con cui Buis ha trionfato nel 2023 ossia MTM, che ha accolto Mirko Gennai e ha confermato Loris Veneman, uno dei piloti più interessanti del panorama motociclistico olandese.
 
Classe 2006, Loris ha impiegato meno di una stagione per diventare un assoluto protagonista, come testimoniato dal successo ottenuto ad Aragon, giunto dopo aver conquistato nel round precedente a Magny – Cours il primo podio in categoria. La velocità del resto è di famiglia in casa Veneman, dato che papà Barry vanta una lunga carriera nelle derivate, con un podio in Supersport nel 2008, oltre che una stagione completa in 500 nel 2001, con la soddisfazione di tre gare concluse in zona punti. Una classifica famiglia da corsa, che abbiamo voluto sottoporre ad una altrettanto classica intervista doppia.
 
Loris cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?
 
Loris: “Il fatto che mio padre sia stato un pilota è stato certamente uno sprone, ho voluto provare per capire se mi potesse piacere o meno”.
 
Quindi Barry hai influenzato Loris nella sua scelta di diventare un pilota.
 
Barry: “Certamente, anche se non l’ho mai spinto a correre per professione. Loris ha iniziato il suo percorso a 9 anni: io facevo il coach per i bambini, e quando mi chiese di provare una minimoto lo misi in sella ad una minimoto italiana, una Pasini, ma per tanto tempo fece solo degli allenamenti, senza gare. Un giorno il coach che seguiva lui ed altri ragazzini, dato che ho sempre voluto che stesse in un gruppo diverso da quello che gestivo io, mi suggerì di farlo correre in una gara, dato che era pronto: ne parlai con mia moglie, facendole capire che sarebbe stato un passo importante, e decidemmo di farlo. Lo iscrissi ad una gara con minimoto tutte uguali, senza la possibilità di fare modifiche: si divertì tanto, molto di più che tutti gli altri sport, e l’anno dopo si laureò campione olandese di categoria. Direi quindi che la mia professione gli ha trasmesso la passione per le moto, ma la scelta di fare il pilota è stata sua”.
 
Prima del motociclismo vi era stato un altro sport?
 
B: “Ha giocato a calcio, un po’ come tutti i bambini intorno a lui, ma è sempre stato un ragazzino minuto, quindi non penso che avrebbe fatto strada nel calcio (sorride)”.
 
Cosa rivedete di voi stessi nell’altro? Sia come pilota che come persona?
 
B: “Come persona è più come mia moglie, dice sempre quello che pensa. Come pilota ha uno stile un po’ vecchia scuola, e forse è colpa mia dato che i coach più giovani insegnano uno stile diverso, con il gomito a terra ad esempio. Io ho lasciato che creasse il suo stile, senza condizionarlo, anche se vedendolo in azione mi ricorda un po’ il mio stile. Un altro punto in comunque credo sia la bravura strategica: io non sono mai stato particolarmente aggressivo, mentre ero più bravo ad impostare una strategia di gara, e Loris è simile in questo senso”.
L: “Siamo entrambi molto calmi direi”.
B: “Io ho iniziato a correre a 18 anni, in linea con le regole dell’epoca, mentre Loris ora ne ha 17, anche se credo sia già ad un livello più alto rispetto a me intorno ai 22 anni”.

I consigli e la Supersport 300

Qual è il consiglio che gli hai dato più spesso nel corso di questi anni?
 
B: “Non fare stupidaggini (ride ndr). Onestamente sono tranquillo con lui, penso debba imparare da solo in questi anni: la SSP300 è una categoria difficile, caotica, dove devi essere intelligente ed ovviamente veloce. In gare da 12 giri circa come quelle della 300 gli ho sempre consigliato di prendere con calma i primi 5 o 6, evitando rischi particolari”.
 
Ti piace la Supersport300? Barry avevi pensato a qualcosa di diverso per Loris?
 
B: “All’inizio tutti pensano alla MotoGP come primo percorso, ma la Moto3 necessita di tanto budget e quando arrivi dall’Olanda non è facile, a meno che non si riesca a fare la Rookies Cup. In Olanda non c’è la Moto3 quindi occorre andare in Spagna, il che è un ulteriore ostacolo. La SSP300 è più economica, e le moto sono più simile alle stradali, anche se il bilanciamento tra le moto è molto difficile. A causa delle caratteristiche delle moto è molto difficile passare sul dritto, quindi i sorpassi avvengono tutti in curva, ed occorre sempre essere molto vicino al tuo rivale per portare l’attacco: è una categoria difficile, e strana. A volte si vedono gruppi di testa da 20 piloti, dove solo 5 sono davvero veloci, ma a causa delle moto non possono fare la differenza. Magari questi piloti tentano di usare un rapporto più lungo per scappare, ma se la fuga non riesce sono poi pesantemente svantaggiati in gruppo, e non riescono a fare la differenza. Le moto necessiterebbero di almeno 10 o 15 cavalli in più, per far sì che il talento dei piloti possa davvero emergere. Al momento le moto sono troppe lente e troppo pesanti”.
L: “All’inizio non molto, dato che spesso essere veloci non basta, mentre in Supersport è più facile emergere se hai la velocità per farlo. Di conseguenza vorrei passare in Supersport il più rapidamente possibile”.
 
C’è voglia di passare rapidamente in Supersport dunque.
 
B: “Corretto. Nel 2025 dovrebbe arrivare una nuova categoria nel paddock SBK al posto della 300, una specie di Twin Cup dove tutti presumibilmente sceglieranno l’Aprilia RS 660, ma mi piacerebbe che Loris nello stesso anno passasse in Supersport. Quest’ultima è una categoria che ha futuro, e più da pilota”.

1 di 3

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi