SBK: i 10 punti fermi che ci ha regalato Phillip Island

SBK: i 10 punti fermi che ci ha regalato Phillip Island© GPAgency

Dall'affermazione di Bulega sino ai problemi di Rea, passando per gli alti e bassi di Razgatlioglu e la voglia di Iannone. Ecco gli equilibri in campo dopo il primo round stagionale

27.02.2024 ( Aggiornata il 27.02.2024 17:44 )

Tra conferme e smentite, la Superbike ha regalato al proprio pubblico un primo assaggio di ciò che sarà il 2024, con un round di Phillip Island ricco di spettacolo ed emozioni. E’ risaputo come l’appuntamento australiano a volte racconti una storia a sé, specie quest’anno che il nuovo asfalto ha preso in contropiede più di un protagonista, ma quel che è certo è Phillip Island ha regalato i suoi verdetti, dai quali le derivate ripartiranno alla volta – tra meno di un mese – di Barcellona.

I “verdetti” di Phillip Island

1)  Rookie per caso: Nicolò Bulega ha già smesso i panni del debuttante entrato in categoria in punta di piedi, per indossare piuttosto quelli della mina vagante. La vittoria al debutto è stato un messaggio arrivato forte e chiaro a tutti i rivali, così come la velocità espressa nel finale di Gara 2, dove con qualche giro in più sarebbe probabilmente tornato sul podio.
 
2)  Kawasaki evergreen: non sappiamo quale sarà la posizione finale della casa di Akashi nella classifica costruttori, ma certamente KRT ha confermato che dare per deceduto il progetto Ninja è un errore da non commettere. Quella vittoria che l’anno scorso era giunta solo a Most, con un pizzico di fortuna, in questo 2024 è arrivata già nella Superpole Race del primo round, bissata subito dopo in Gara 2. Gli anni si fanno sentire sulla ZX-10RR, ma non abbastanza per eliminarla dai piani alti della classifica.
 
3)  Nuovi matrimoni rimandati: paragonare il debutto di Toprak Razgatlioglu in sella alla BMW e quello di Jonathan Rea con Yamaha sarebbe un’eresia, ma si può dire che nessuno dei 2 abbia ottenuto per ora ciò che voleva. Il turco si è districato bene tra le manche, ma la rottura di Gara 2 ha reso molto più amaro il suo fine settimana, nonché lo pone già costretto a rincorre. Rea dal canto suo ha vissuto un vero e proprio incubo in Australia, tra posizione a cui non è mai stato abituato e cadute rovinose. Al nordirlandese serve una svolta, dato che la R1 dal canto suo ha dimostrato di poter essere da podio.
 
4)  Loka vuole di più: per chi pensava che Andrea Locatelli fosse arrivato al culmine della sua maturazione, il round di Phillip Island è stata una doccia gelata. Il bergamasco infatti mai come prima è riuscito a mostrare i muscoli, segno che il miglioramento dal 2023 c’è stato, ed anche l’errore in Gara 2 può essere letto positivamente, vista la voglia di Andrea di andare a caccia del primo successo. Ora però serve confermarsi altrove, per assumere definitivamente lo stato di top rider.

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