SBK, BMW e Honda dopo Jerez: intento comune, risultato diverso

SBK, BMW e Honda dopo Jerez: intento comune, risultato diverso

Giunte in Spagna con la volontà di iniziare a risalire, sembra che solo la casa tedesca abbia innestato la marcia giusta, mentre l'aggiornata CBR ha incassato le prime bocciature

27.01.2024 ( Aggiornata il 27.01.2024 15:26 )

Non vi è ombra di dubbio che, numeri alla mano, le due case maggiormente obbligate in questo momento a rincorrere in Superbike siano Honda e BMW. Lo chiariscono appunto i numeri, con un solo podio in due – ottenuto da Vierge in Indonesia – in tutta la scorsa stagione, così come le super concessioni varate – quasi – esclusivamente per la casa nipponica e quella teutonica.
 
Il 2024 dunque dovrebbe essere per entrambe l’anno della risalita, ma i test di Jerez sembrano aver regalato risposte positive solamente ad una delle due. E non stiamo parlando del costruttore più grande al mondo. E pensare che Honda ha certamente catturato l’attenzione in Andalusia, presentandosi con la versione aggiornata della sua CBR, che sembra però ancora non aver imboccato la strada giusta.
 
Tralasciando i tempi – che come sappiamo nei test lasciano spesso il tempo che trovano – infatti nemmeno le prime dichiarazioni fuoriuscite dal “chiuso” mondo Honda non sono state incoraggianti. “Non abbiamo trovato il modo per fare dei passi in avanti” ha tuonato Xavi Vierge, consapevole di aver “raggiunto troppo presto il limite”. Parole dure, specie se pronunciate dal pilota che, nell’attuale coppia Honda, ha sempre dimostrato di essere il più pacato. Ora per la casa giapponese restano 4 giorni di test tra Portimao e Phillip Island, ed il rischio di arrivare alla prima gara senza una base solida sembra alto.

Sorrisi in casa BMW

Molto diversa invece la situazione in casa BMW, dove perlomeno si può archiviare il primo test con il sorriso. In primis per la prestazione messa in atto dal nuovo acquisto Toprak Razgatlioglu, che ha confermato in pista le parole proferite dopo la prima presa di contatto con la M1000RR, ossia “questa moto ha del potenziale”.
 
Il turco infatti non solo è rimasto nelle zone nobili della classifica per tutta la due giorni, ma ha già mostrato segnali incoraggianti anche sul passo di gara. Le aree da migliorare sensibilmente restano, a partire dalla percorrenza di curva e dall’aderenza sul posteriore, ma – sempre ascoltano Toprak – “se riuscissimo a migliorare in questi due aspetti potremmo lottare per il titolo”. Altri motivi di ottimismo arrivano dalle buone prestazioni degli altri portacolori BMW, tutti – a parte Michael Van Der Mark – in top ten, ma soprattutto dal lavoro del poderoso test team portato a Jerez dalla casa tedesca.
 
Le prime novità infatti non sono tardate ad arrivare, con un nuovo forcellone e soprattutto un nuovo telaio più flessibile, prodotto con la volontà di scaricare meglio i cavalli a terra durante la prima apertura di gas, nonché di migliorare l’usura degli pneumatici. Un componente molto apprezzato ad esempio da Scott Redding, che lo ha utilizzato nel finale della seconda giornata per ottenere il terzo tempo assoluto. Pare esserci già una profonda distanza dunque tra le due case destinate a risalire, ma solo il primo semaforo verde potrà regalare le prime risposte inequivocabili.

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