Scontro frontale tra i due nel finale dei test, dentro e fuori dalla pista. Scott: "Non volevo fare l'idiota, ognuno comunque fa quello che vuole". Michael: "Voleva dimostrare qualcosa e metterlo su Instagram"
Scenario: ultimi minuti della seconda giornata di testa a Jerez. Tutti o quasi all’inizio della corsia box attendono il rientro di Toprak Razgatlioglu per ammirare uno dei suoi stoppie, invece poco prima ecco arrivare insieme Scott Redding e Michael Van Der Mark, con l’olandese decisamente impegnato a gesticolare animatamente verso l’inglese, per poi rientrare al box scagliando guanti e casco a terra.
Una situazione quasi surreale, dato che si parla di un test, ma vera. Il motivo del contendere è essenzialmente la scia di Toprak, per la quale i due si sono dati battaglia giro dopo giro, con conseguenti parole poco dolci nei riguardi dell’altro una volta abbassate le serrande.
“Avevo davanti due piloti del team Rokit - la versione di Redding - così ho cercato di seguire Toprak, con l’obiettivo di imparare. Ho passato Van Der Mark un paio di volte e lui ha risposto, cercando di stare dentro a tutti i costi. All’ultima curva ha cercato di tornare davanti dall’esterno, il che è stato rischioso, per poi restare molto interno alla 1, rovinando così il mio primo giro lanciato. Per fortuna poi ho ritrovato slancio nel giro successivo, riuscendo a far segnare il mio miglior crono”.
“Non volevo fare l’idiota – ha proseguito l’inglese – ma semplicemente seguire il migliore, come faccio in Superpole. Volevo capire il mio potenziale, dato che siamo usciti insieme e volevo trarre il massimo da questo. Toprak ha parlato della cosa? Non ha visto nulla quindi è strano. Magari a Van Der Mark non è piaciuta la cosa ma la pista è libera, ognuno fa quello che vuole”.
“Siamo entrati in pista tutti con la SCQ – la risposta di Van Der Mark – e io attaccato a Toprak. Scott ha deciso di passarmi a metà giro, anche se non c’era spazio. L’ho superato di nuovo all’ultima curva, e lui ha sbagliato curva 1 vanificano il mio primo settore. Non c’è un regolamento a riguardo ma trovo tutto questo irrispettoso: parliamo di un test, non un weekend di gara. Forse voleva dimostrare qualcosa e metterlo su Instagram, andando a dormire sereno”. Il clima dunque appare già incandescente all’interno dell’universo BMW. Chiamatelo “effetto Razgatlioglu”.
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