Nava racconta il "suo" Bautista: la fiducia, l'etica del lavoro e... la zavorra

Nava racconta il "suo" Bautista: la fiducia, l'etica del lavoro e... la zavorra© GPAgency

Il capotecnico uomo chiave di Alvaro: "Per i talenti come lui non è mai abbastanza, e vuole sempre contribuire al miglioramento. Il 2024? Meglio pensarlo come una sfida da vincere"

06.11.2023 14:45

Dietro ai successi del singolo, specie nel Motorsport, vi è sempre dietro un grande gruppo di lavoro, ed il caso di Alvaro Bautista non fa eccezione. Tra i principali punti di forza del dominatore della Superbike attuale infatti vi è la sua squadra, capace di mettergli tra le mani la migliore versione possibile della Panigale V4R made in Ducati. Una squadra che ha nel capotecnico Giulio Nava il suo faro, per capacità ed esperienza: un passato al fianco di mostri sacri come Casey Stoner e Marc Marquez del resto non si compra, così come il rapporto oramai simbiotico creatosi tra Nava e Bautista, insieme da oramai dieci lunghi anni. Un binomio vincente, come testimoniato dal numero 1 che Alvaro potrà sfoggiare – se vorrà – anche nella stagione prossima, dove le novità – regolamentari – non mancheranno.
 
Partiamo dalla stagione appena terminata. Qual è stato il segreto del vostro successo?
 
“Uno dei momenti più importanti è stato l’inverno, fino a gennaio, dato che grazie al lavoro di Ducati ed alle indicazioni di Alvaro nel corso dei test siamo riusciti ad alzare ulteriormente l’asticella, nonché ad avere una moto definita già ad inizio anno. Nel corso della stagione Alvaro è stato capace di affrontare tutte le situazioni nel modo corretto, senza isterismi e con la giusta attitudine. Questi dettagli fanno la differenza”.
 
In cosa è migliorato Bautista dal 2022 al 2023?
 
“La fortuna di lavorare con i piloti forti è che per loro non è mai abbastanza, vogliono sempre di più: da un lato è stressante, ma dall’altro è molto positivo, anche perché Alvaro non è un pilota che vuole di più senza fare di più. E’ il primo che vuole contribuire al miglioramento, poi ovviamente subentrano gli aiuti del team e della casa. Alvaro non fa mai la gara dicendo “voglio vincere”, anche se ovviamente vuole farlo. Vincere è una conseguenza: lui è consapevole del suo miglior giro e del suo miglior passo, e parte con l’obiettivo di abbassare quei tempi. Dopodiché se gli altri non riescono a fare meglio automaticamente vince, ma non è uno che guarda gli altri e si regola di conseguenza. Cerca in primis il continuo miglioramento del suo pacchetto, poi ovviamente tutto va di conseguenza”.

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Nava e Bautista: la decisione di proseguire e la vittoria del titolo 

Hai mai pensato di perdere questo campionato?
 
“Per me ogni gara è un capitolo a parte, dove cerco di dare al pilota la moto migliore possibile, ovviamente grazie al lavoro di tutta la squadra. Di conseguenza non ci si deve esaltare per 3 vittorie di fila e non ci si deve deprimere per un problema tecnico, perché è il modo sbagliato di affrontare le cose. Personalmente quando Alvaro non vince mi arrabbio con me stesso, perché so che gli fornisco una moto decente può vincere qualsiasi gara in questo campionato. Pensavo di vincere il campionato, ma non lo davo per scontato”.
 
Nel corso della stagione Alvaro ha deciso di proseguire la sua carriera. Come sono stati quei giorni? Ne avete parlato?
 
“Ne abbiamo parlato, come di tante altre cose. Se fosse per me dovrebbe correre altri 20 anni, ma non ha bisogno del mio parere: ovviamente si è confrontato con me come con altri, ma è grande abbastanza per decidere da solo”.

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