Foti celebra Bautista: "Mai pensato di perdere il titolo SBK, la MotoGP non l'ha distratto"

Foti celebra Bautista: "Mai pensato di perdere il titolo SBK, la MotoGP non l'ha distratto"

Il Team Manager Ducati Aruba: "Ha fatto la differenza sugli altri piloti Ducati, sfruttando i piccoli miglioramenti della moto. Dal primo giorno abbiamo capito che la V4R era la moto per lui"

28.10.2023 ( Aggiornata il 28.10.2023 18:28 )

Festeggiare due titoli nel giro di poche settimane non è da tutti, come non lo è conquistare il titolo Superbike per due anni di seguito. Questi – e non solo – traguardi sono realtà per Serafino Foti, che da Team Manager del team Ducati Aruba non può che godersi quella che ad oggi sembra una macchina perfetta, guidata dal talento speciale di Alvaro Bautista, da oggi Re per la seconda volta delle derivate.
 
Serafino, si dice che ripetersi sia più difficile che vincere.
 
“Confermo. Abbiamo iniziato il lavoro con Alvaro nel 2019, senza però terminarlo, così nel 2021 abbiamo pensato di riprendere da dove avevamo interrotto. C’erano dei dubbi da parte di qualcuno, ma credevamo sia in noi che in lui. L’anno scorso abbiamo vinto, e volevamo confermarci: è una grande conquista, per tutti coloro che sono coinvolti”.
 
Si può asserire che non avete mai pensato di non vincere il titolo?
 
“Onestamente è così, anche se qualche errore c’è stato e ci sta: non si può dire nulla ad un pilota che ha vinto 25 gare. Abbiamo sempre tenuto a mente il fatto che indietro non si può tornare, quindi tanto vale guardare avanti e voltare pagina”.
 
Dove è cresciuto Alvaro rispetto al 2022?
 
“E’ stato ottimo anche l’anno scorso, ma in questa stagione ha sfruttato al meglio le poche migliorie apportate alla moto, facendo la differenza. Il pacchetto è una combinazione, e sta funzionando alla perfezione”.

Foti e la differenza fatta da Bautista in SBK

Hai mai avuto paura che le voci relative alla MotoGP lo potessero distrarre?
 
“No, perché sapevo e so quanto è focalizzato su questo campionato. Il test con la Desmosedici comunque è stato impressionante: dopo mezza giornata in sella, 5 anni dopo l’ultima volta, è stato rapidissimo. Questo significa avere del talento, a prescindere da peso e cose del genere. In SBK ha fatto la differenza rispetto alle altre Ducati, c’è poco da dire”.
 
Hai corso contro e lavorato con tanti piloti. Bautista è uno dei più forti?
 
“Sì. Ho avuto un rapporto ottimo con tutti: non voglio dire chi mi sia rimasto più nel cuore, ma essere l’unico capace di vincere il titolo con V4R rende Bautista unico. Non devi provare a dirgli di stare calmo, perché ogni volta parte per vincere, il che a volte può portare ad errori. Ad Aragon per esempio non c’era bisogno di spingere al massimo, ma lui si diverte così: a volte gli diciamo che bastano due secondi invece che cinque, ma lui ci risponde che in quel modo non si concentrerebbe”.
 
Bautista vi ha regalato quello che avreste meritato prima?
 
“Esatto, in passato ci è sempre mancato qualcosa, ad esempio con Davies che è sempre stato al top. Sin dal giorno in cui Alvaro è salito sulla moto abbiamo capito che la V4R era la moto per lui: è il pilota più vittorioso della storia di Ducati in Superbike, il che non è poco. E’ vero che ora vi è la Superpole Race, ma se calcoliamo il rapporto tra manche e vittorie ha vinto più del 56% della gare che ha disputato. Fogarty o Bayliss hanno avuto molti più anni ad esempio.

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