Bulega: "Ero arrivato a non divertirmi, fondamentale sentirmi al centro del progetto Ducati"

Bulega: "Ero arrivato a non divertirmi, fondamentale sentirmi al centro del progetto Ducati"© GPAgency

Il campione si racconta: "Senza le difficoltà dello scorso anno forse non avrei vinto. Sapevo che questa era l'ultima opportunità per restare un pilota professionista, l'ho colta"

30.09.2023 ( Aggiornata il 30.09.2023 19:06 )

Ha ancora un po’ gli occhi lucidi Nicolò Bulega nel post gara di Portimao, d’altronde il primo titolo mondiale non si dimentica mai. Specie se arriva dopo mille difficoltà, dopo essere stato etichettato come fenomeno prima e come delusione poi, in un percorso che definire tumultuoso sarebbe forse riduttivo. Ha tutte le ragioni per commuoversi Nicolò, che inizia a raccontare la sua versione dei fatti.
 
“Quando sono entrato in questo paddock ero arrivato a non divertirmi più di tanto in moto - spiega - ma sin dai primi test con questo team e questa moto le cose sono subito migliorate. Per come sono fatto caratterialmente sentirmi il leader del progetto Supersport Ducati mi ha motivato molto, quindi ci tenevo tanto a vincere questo titolo. L’anno scorso io non ero al 100% e nemmeno la moto, così questo inverno abbiamo lavorato al massimo. Sono contento, ed alla fine siamo campioni del mondo”.
 
Qual è il messaggio che pensi di poter mandare con questa vittoria?
 
“Quando non ottieni risultati e non vivi bene la tua passione tutto diventa difficile. Ho avuto anni difficili, ma mi sono sempre rimboccato le maniche, e cambiare aria è stato sicuramente molto importante. Mi sono circondato di persone delle quali mi fido, dalle quali imparare, e ora tutto questo ha pagato. Sapevo che questa l’ultima opportunità per continuare ad essere un pilota professionista, così ho lavorato per coglierla”.

Bulega, il passato e la crescita

Hai mai pensato di non farcela nell’ultimo biennio?
 
“L’anno scorso ho avuto un momento difficile, per la precisione nella seconda parte dell’anno, ma quel momento è stata la chiave di volta della mia avventura in questo team. Senza quelle difficoltà non so se avremmo vinto quest’anno: quando abbiamo iniziato a prenderle dalle altre Ducati ci siamo detti “Non deve esistere questa cosa”, così ci siamo rimboccati le maniche. Ci vuole ogni singolo tassello al proprio posto, anche le cose che sembrano stupide”.
 
Pensi che questo paddock ti abbia migliorato?
 
“Direi che mi ha aiutato a maturare. Prima mi andavano bene anche cose non belle, come ad esempio un risultato negativo, mentre ora è tutto diverso, tanto che stamattina mi sono arrabbiato perché ho perso 3 decimi rispetto al giro che avevo in mente, anche se ero comunque in pole position. Direi che mi sono formato un po’ di più”.
 
Avverti delle similitudini con il Bulega campione del CEV Moto3?
 
“Mi sento molto bene ora, soprattutto mentalmente. Oggi in Superpole mi si sono attaccati 10 piloti, ma io ero cosciente del mio potenziale quindi non mi sono scomposto. Essere riuscito a fare la pole staccandoli è un qualcosa che emotivamente ti regala qualcosa in più”.

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