Bongers: "Il progetto BMW in SBK non si fermerà sino a quando non avrà successo"

Bongers: "Il progetto BMW in SBK non si fermerà sino a quando non avrà successo"© GPAgency

L'INTERVISTA - Il resposabile BMW a 360°: "Serve costrursi una credibilità, nel 2019 nemmeno con 10 milioni avremmo preso Rea. Redding in Bonovo? Questione di atmosfera nel box"

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26.09.2023 ( Aggiornata il 26.09.2023 13:28 )

In attesa di giorni migliori. Si può raccontare così l’attuale situazione in Superbike di BMW che, a fronte di investimenti secondi – forse – solo a quelli di Ducati, non sta raccogliendo i risultati sperati. Tornata in veste ufficiale in SBK nel 2019, la casa bavarese ha sinora ottenuto un solo successo, con Michael Van Der Mark nella Superpole Race di Portimao 2021, intorno al quale sono soprattutto arrivate prestazioni altalenanti, a testimonianza di come il progetto debba ancora trovare la propria maturità.
 
Una maturità che BMW spera di conquistare anche grazie a Toprak Razgatlioglu, il grande colpo di mercato per il 2024, in linea con un pensiero chiaro: “Non ci fermeremo fino a quando questo progetto non arriverà al successo”. Parola di Marc Bongers, responsabile BMW nelle derivate di serie.
 
Successo ossia alla vittoria del titolo.
 
“L’obiettivo è quello, ma serve anche essere realisti e andare per gradi, quindi per prima cosa serve essere con costanza nelle prime posizioni, ed iniziare a vincere”.
 
Entro quanto tempo BMW si aspetta di arrivare al top?
 
“Avremmo voluto vincere il titolo già due anni fa (sorride ndr) ma non è semplice, e nemmeno realistico. In campionati come la SBK serve per prima cosa costruirsi un pedigree, un curriculum, dato che ci confrontiamo con case che ne hanno da tempo. Serve costruirsi anche una credibilità, per divenire appetibili per i piloti: nel 2019 non avremmo preso Jonathan Rea nemmeno con 10 milioni di euro sul tavolo, perché serve in primis dimostrare qualcosa”.

Cooperazione ed attitudine racing: la ricetta di Bongers

Qual è il bilancio del progetto BMW in SBK sinora?
 
“L’anno scorso certamente non abbiamo centrato i nostri obiettivi, dato che non siamo riusciti a combattere con costanza per le prime posizioni. Negli ultimi anni il livello della competizione si è senza dubbio alzato, il che è un bene per il campionato ma meno per costruttore come noi. L’anno scorso inoltre abbiamo iniziato ad intavolare le discussioni legate alle super concessioni, un aspetto che però ancora va approfondito e migliorato. Ad esempio nel 2022 abbiamo ottenuto una super concessione legata al telaio, persa però con l’omologazione della nuova moto, nonostante quest’ultima avesse lo stesso telaio della versione precedente, quindi ci siamo chiesti il senso di questa cosa. Finora in questa stagione siamo ancora sotto le nostre aspettative, così abbiamo deciso di aumentare ulteriormente il nostro impegno nel campionato, oltre a firmare con Razgatlioglu, che spero possa essere un plus per il progetto”.
 
Cosa è mancato ad oggi per conquistare determinati risultati?
 
“Parlerei di cooperazione, sia tra comparto racing e casa che tra piloti e team. Serve stabilità per arrivare a determinati risultati: quando abbiamo iniziato questo progetto avevamo una moto con una bassa attitudine racing, che abbiamo aumentato modifica dopo modifica. Nel 2021 abbiamo fatto debuttare il modello M, aumentando la nostra velocità massima, mentre nel modello attuale ci siamo concentrati sull’aerodinamica”.

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