SBK 2023: sarà un monologo Bautista-Ducati? | Il Tema

SBK 2023: sarà un monologo Bautista-Ducati? | Il Tema© GpAgency

Il binomio ha iniziato la stagione dimostrandosi nettamente superiore alla concorrenza. Chi fermerà Alvaro e la Rossa? 

29.03.2023 ( Aggiornata il 29.03.2023 17:44 )

Prendere posto prego, lo spettacolo è già iniziato. Mentre il paddock MotoGP è reduce dal primo ballo stagionale, quello Superbike ha già vissuto due weekend di gara: entrambi lontano dall’Europa – Phillip Island e Mandalika – ed entrambi piuttosto accesi e indicativi, tanto che i primi valori in campo sono già emersi nitidamente.

L'intervista esclusiva a Oli Bayliss

La superiorità Bautista-Ducati


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Il primo dato inequivocabile è, ovviamente, la forza del binomio Alvaro Bautista-Ducati: come i rivali temevano, il pilota e la moto campioni del Mondo hanno immediatamente indossato i panni dei dominatori.

Con un anno di esperienza (e di vittorie) sulle spalle e una Panigale V4 R ulteriormente migliorata, era difficile immaginarsi un calo di prestazioni dello spagnolo, che ha lasciato le Briciole agli avversari: nella fattispecie le due Superpole – conquistate entrambe da Toprak Razgatlioglu – e la Superpole Race di Mandalika, anche questa preda del turco della Yamaha.

Poco troppo poco per parlare di due round equilibrati, tanto che nel paddock delle derivate già serpeggia il timore che il campionato possa essere un assolo dello spagnolo, tra chi ne tesse le lodi e chi invece vorrebbe un taglio deciso (riaprendo il discorso sul limite minimo del peso moto+pilota oppure agendo sui giri motore della Ducati) al potenziale della Rossa, decisamente la migliore moto in griglia.

La Ducati è la migliore del lotto


A testimoniarlo d’altronde non sono soltanto le prestazioni di Bautista, ma anche quelle di tutti gli altri ducatisti, i quali – seppur con meno costanza rispetto allo spagnolo – hanno occupato le posizioni di vertice sia in Australia che in Indonesia.

Axel Bassani si è messo alle spalle il secondo inverno tribolato e ha immediatamente preso la testa della classifica degli “indipendenti”, conquistando due quarte posizioni, ma di fronte al potenziale del veneto, neppure piazzamenti del genere sono sufficienti per sorridere fino in fondo. Ad ammetterlo è stato lo stesso pilota del Team Motocorsa.

Secondo nella graduatoria dei non ufficiali è un altro portacolori Ducati come Danilo Petrucci, il cui ingresso in Superbike è stato tutt’altro che in punta di piedi: dal duello rusticano in Gara 1 a Phillip Island con Xavi Vierge alla prima vittoria tra gli indipendenti in Gara 2 a Mandalika, passando per la prima Top 5 – nella Gara 1 indonesiana – e le stilettate riservate ad Alex Lowes, uno dei peggiori di questo inizio campionato, per le sue manovre al limite.

Lo stesso Philip Öttl ha mostrato buoni segnali, seppure soltanto in Australia, mentre il grande rammarico – ma al tempo stesso la grande speranza – dell’ambito Ducati è Michael Ruben Rinaldi. I 47 punti ottenuti, con uno “zero” in Gara 1 a Mandalika, sono infatti un magro bottino in relazione alla velocità mostrata dal romagnolo sia nei test che nei weekend di gara, dove la voglia di brillare si è però troppo spesso trasformata in frenesia, generando errori pesanti.

Rea e Razgatlioglu inseguono le Ducati


Rinaldi rappresenta comunque una perla di valore all’interno della pregiata collana formata dai piloti italiani della categoria, perché il primo azzurro nel Mondiale non è un ducatista, bensì Andrea Locatelli. Sebbene il talento del bergamasco non sia in discussione, il rendimento di Loka merita di essere considerato come una delle rivelazioni di questo avvio, poiché i tre podi consecutivi ottenuti tra Gara 2 di Phillip Island e la Superpole Race di Mandalika testimoniano un netto miglioramento, che non tutti erano pronti a pronosticare.

Chi nutriva dubbi, lo faceva anche in relazione alle difficoltà che sta incontrando il capitano della spedizione Yamaha, Razgatlioglu, nel contrastare l’onda Ducati: per il turco, la risorsa principale è la costanza, pur minata dalla sfortunata caduta di Gara 2 in Australia (dove non è riuscito a evitare la Kawasaki di Lowes caduta davanti a lui).

Il numero 54 resta l’unico reale rivale di Bautista, visto il tracollo rapido quanto vertiginoso di Jonathan Rea. Dopo la telenovela relativa alla nuova omologazione della Ninja, infatti, ci si attendeva un miglioramento da parte della Kawasaki, che nella pratica non è esistito. Per il nordirlandese è diventato difficile anche soltanto lottare per il podio, come testimoniato dall’unico piazzamento in Top 3 ottenuto (sul bagnato…) a Phillip Island.

Il crollo di Rea ha aperto la strada ad altri interpreti, come i già citati Locatelli e Rinaldi, oppure Vierge, capace di sorprendere tutti e cogliere il primo podio in SBK a Mandalika: la velocità dello spagnolo in Indonesia è stata il contrappasso di fronte alle difficoltà di Iker Lecuona, più veloce del compagno in Australia, sintomo di come il reale potenziale della Honda sia ancora tutto da capire.

E BMW? Passa alla prossima pagina per leggere di più al riguardo!

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