SBK: Yamaha, una poltrona per tre in vista del 2024

SBK: Yamaha, una poltrona per tre in vista del 2024© GpAgency

La Casa di Iwata ha rafforzato il proprio pacchetto di piloti dando vita a una lotta interna per una sella ufficiale nella prossima stagione. La nostra analisi

20.02.2023 ( Aggiornata il 20.02.2023 10:39 )

Una poltrona per tre, o forse due poltrone. La stagione 2023 del mondiale Superbike promette di essere scoppiettante anche grazie ai colpi di scena che potrebbero arrivare dal mercato.

Ne sa qualcosa la Yamaha che, per la stagione alle porte, ha deciso di elevare ulteriormente il tasso tecnico dei propri piloti, alzando di conseguenza anche il livello della concorrenza interna. Se dal punto di vista tecnico, infatti, le novità da un’annata all’altra sono state relative – la principale miglioria sulla R1 è legata al nuovo forcellone – molta più animazione si è registrata attorno alla lineup dei piloti.

Basti pensare che dei sei protagonisti che nel 2022 hanno vestito il blu, soltanto due sono stati confermati: gli ufficiali Toprak Razgatlioglu e Andrea Locatelli.

Sono invece usciti di scena Christophe Ponsson, Roberto Tamburini – sostituito da Bradley Ray nel Team Motoxracing – e il duo GRT Garrett Gerloff-Kohta Nozane, sostituiti da nomi pesanti come Remy Gardner e Dominique Aegerter.

Due acquisti di valore, intenzionati a scalare le gerarchie dell’universo Yamaha nelle derivate dalla serie.

La situazione della Casa di Iwata è infatti in evoluzione: oltre a essere accomunati dalla data di nascita, 16 ottobre 1996, i due piloti ufficiali hanno la stessa scadenza del contratto, a fine 2023. Per Razgatlioglu, come noto, la MotoGP resta un obiettivo percorribile: all’interno di una griglia comunque di livello stellare, il turco potrebbe dire la sua tra i prototipi.

A complicare le cose sono però le richieste del campione SBK 2021, intenzionato a cambiare paddock soltanto per una moto ufficiale. Condizione non facile, ma qualora si dovessero aprire le porte di un team factory, per Toprak cadrebbero probabilmente le ultime resistenze di fronte al trasferimento.

Per conoscere la verità occorrerà attendere ancora qualche mese, e in ogni caso il turco è consapevole di avere un solido paracadute nella Superbike, rappresentato in primis dalla permanenza nel team interno Yamaha, o in alternativa dal passaggio – ma questa è un’altra storia, al momento configurabile alla voce fiction – nella struttura ufficiale di un’altra Casa.

Locatelli deve guardarsi le spalle


Diverso invece il discorso legato a Locatelli, approdato in Superbike a inizio 2021, dopo aver vinto in pista il titolo Supersport – da dominatore – e fuori il duello per la sella ufficiale con Gerloff, ai tempi reduce da un’ottima stagione di debutto in SBK: la scelta della Yamaha si è rivelata nel tempo corretta, con Locatelli in grado di progredire round dopo round a differenza di un Gerloff piuttosto altalenante e incline all’errore.

Anche per questo, dopo l’anno da rookie il bergamasco si è guadagnato il rinnovo biennale, per un accordo che scade alla fine di un 2023 in cui gli scenari cambiano.

Se nelle precedenti due stagioni, numeri alla mano Locatelli ha legittimato il suo posto nel team ufficiale, ora si trova a fronteggiare non più uno (Gerloff) ma due rivali interni, oltretutto con titoli mondiali nel palmares.

Aegerter arriva nella classe regina delle derivate in qualità di successore proprio di Locatelli nell’albo d’oro della SSP, dominata nelle ultime due annate. A differenza dell’azzurro, lo svizzero si deve “accontentare” di un debutto su una sella non ufficiale, anche se comunque prestigiosa come quella di GRT.

Nei test di Jerez, il campione uscente anche della MotoE ha brillato, mentre a Portimao ha convinto il suo nuovo compagno di team Gardner, arrivato in Superbike nientemeno che dalla MotoGP. Senza dimenticare che nel 2021 il figlio d’arte si fregiava del titolo di campione della Moto2.

Come Aegerter, anche l’australiano ha dovuto optare per un team satellite, un fatto che la Yamaha non ha potuto evitare, avendo già blindato i propri ufficiali da più di un anno. Ora però c’è una stagione da disputare, dove a pesare dovrebbe essere soltanto una variabile: i risultati. Locatelli, dal canto suo, dovrà dimostrare di essere cresciuto ulteriormente, migliorando quella media punti per round che si è alzata da un anno all’altro (passando da 22,3 a 22,8 punti tra il 2021 e il 2022) nonostante la diminuzione dei podi, da quattro a uno.

I piani per il futuro li trovi nella prossima pagina

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi