SBK Francia, Locatelli: “Ho la conferma di poter stare coi primi”

SBK Francia, Locatelli: “Ho la conferma di poter stare coi primi”

Andrea festeggia il podio di Magny-Cours: "Ho dimenticato la Supersport, ripartendo da zero. Però sono ancora veloce e scorrevole in curva, migliorandomi sempre. Il box Yamaha è come l'Atalanta di Gasperini e Andrea Dosoli ci somiglia pure"

04.09.2021 ( Aggiornata il 04.09.2021 19:26 )

Andrea Locatelli è parecchio contento perché, a seguito del "break" di Navarra - dove è arrivato tre volte quarto - è tornato sul podio, posto che tanto gli piace, già calcato per la terza volta quest'anno. La SBK di Magny-Cours ha un rookie carico e convinto: "Mi trovavo dietro ad Alex Lowes - racconta - lui è scivolato. Ho provato a metterlo sotto pressione, perché vedevo che stava continuando a commettere errori. Ho spinto parecchio sino alla fine, anche per capire se fosse possibile salire ancora sul podio, dato che a Navarra mi era sfuggito. Devo dire di aver ridotto il gap dai primi, sono contento".

Gli obiettivi del Loka non si sono esauriti, tutt'altro: "Dobbiamo continuare a lavorare   conferma - migliorando le nostre prestazioni. Io cresco ed il team lo fa con me. Certo, il mio obiettivo è di provare a vincere, lo farò quando sarò pronto. Compio i passi lunghi come le mie gambe, ragionando su tutto e con metodo. Sono felice, non avrei immaginato di trovarmi così vicino ai primi in poco tempo. Conosciamo il potenziale nostro, della R1. Sappiamo quale sia il potenziale esprimibile ed oggi ne abbiamo avuto piena conferma".

Acqua magica


La domanda è la stessa da un po' di tempo: l'Atalanta, squadra di cui Andrea è sostenitore, va forte. Proprio come lui in pista? Un segreto esiste: "Forse l'acqua di Bergamo è speciale - ride - dato che io e i giocatori dell'Atalanta la beviamo tutti i giorni. A parte gli scherzi, penso che la squadra di calcio abbia compiuto un salto di qualità con l'avvento di Gasperini, allenatore a cui piace tenere unito ed in armonia tutto il gruppo. Ed è esattamente ciò di cui ho bisogno io: sentirmi parte del progetto, in un clima disteso e coeso. Ah, se ci penso bene, Andrea Dosoli somiglia un po' a Gasperini".

Il punto va adesso sui progressi compiuti dall'esordio ad oggi: "Quando entrai per la prima volta nel box - svela - desideravo essere trattato come un ottimo pilota. Non dico come una star, però necessitavo di una ottima considerazione. Così è: sento un bel feeling nei miei confronti, che poi è lo stesso da parte mia. Io sono un vero bergamasco: mi sveglio presto al mattino, rinuncio a qualche ora di sonno, lavoro tutto il giorno con grande impegno".

Il lavoro è, ovviamente, accompagnato da grande metodo. Esattamente il modus operandi del Pata with Brixx Yamaha:" Il set up di base della moto è valido -continua - e già preparato da tempo. Il pacchetto tecnico è molto buono ed io rimango sempre focalizzato nell'obiettivo di far scendere i tempi sul giro. Quando sono arrivato, non avevo mai utilizzato prima una gestione elettronica del genere. Per non parlare della potenza e delle gomme Pirelli. La prima parte di stagione era in continuo apprendimento e lo è ancora, per certi versi".

Cosa fare per avvicinare ancora di più Razgatlioglu e Rea? No stress, prima di tutto: "Ho provato a tenere il passo di Toprak, ma penso che adesso lui abbia una confidenza con la Yamaha esagerata. Sa bene cosa e come fare, giocando con la R1. Io ho bisogno di fare chilometri per migliorarmi ancora, ma ora so che posso stare con loro. Non mi metto sotto pressione, non ne ho bisogno. Sono sempre rimasto calmo, dicendomi come tutto fosse nuovo e da scoprire. Sapevo di dover partire da zero, ricordando che fossi il campione in carica Supersport. Tuttavia, ho dovuto dimenticare quanto fatto nella 600, cambiando un po' il mio stile di guida, rimanendo però veloce e scorrevole in curva".

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