SBK, nel 2000 "tutti" nudi per Neil Hodgson a Donington Park

SBK, nel 2000 "tutti" nudi per Neil Hodgson a Donington Park© GPAgency

Dopo la vittoria del pilota inglese con la Ducati color arancione, una mega invasione di pista. I tifosi esibirono un look "madre natura style", andando sino al paddock. Cristina Siani: "Fu necessaria l'introduzione del Parc Fermé"

17.03.2021 ( Aggiornata il 17.03.2021 18:45 )

Per motivi chiaramente intuibili, non pubblicheremo foto ed immagini che, in quella SBK del 2000, fecero il giro del mondo. Era domenica 14 maggio quando a Donington Park si disputò il quarto round iridato, primo tra le tappe europee. Per intenderci meglio, si trattava della stagione in cui Carl Fogarty abdicò. Al suo posto, Ducati schierò un blando e spaesato Luca Cadalora.

Il pubblico britannico - specialmente quello inglese - cercava un sostituto degno di The King. Mica facile trovarlo, anche perchè ancora non si conoscevano le doti di Troy Bayliss. Perciò, il tifo (scatenato ma civile) dei 100.000 presenti era tutto per le wild card, all'epoca davvero in grado di determinare la differenza.

Ecco locali quali James Haydon, Steve Hislop, John Reinolds, Chris Walker e Neil Hodgson. Proprio quest'ultimo, a bordo di una Ducati color arancione numero 48, salì sul terzo gradino del podio alla fine della manche mattutina. I presenti sui grandi prati verdi si stavano solo riscaldando con qualche birra bionda...

Dopo aver evitato "tamponamenti", Cristina Siani ebbe una bella idea


Cristina Siani, al centro e sorridente nella foto qui sopra, lavorava in SBK già da tanti anni. Il ruolo che ricopriva con FG Sport era importante e in ogni tappa lei era presente: "Ne avevo visti tanti di fans completamente spogliati - il suo ricordo - ma a Donington anche di più. Io era la persona addetta al recupero dei piloti e dovevo farmi strada a spallate. Mica facile riuscirci in mezzo a cotanta Madre Natura (ride)".

La Organisation Manager del campionato ebbe una idea azzeccata: "Ragazzi - la sua proposta - creiamo anche noi un'area dedicata a moto e piloti. Sì, facciamo un Parc Fermé. Almeno i nudi possono stare fuori e noi al sicuro. Con quella soluzione evitammo passaggi tra la folla, costituita da meccanici, tifosi e addetti ai lavori. Mi aiutava Alberto Fantini, ma sai... io, da donna, avevo qualche difficoltà in più".

L'urlo di Giovanni Di Pillo


E qui, arriviamo all'episodio del titolo. La vittoria di Neil Hodgson, ottenuta all'ultimo giro di Gara2, in volata su Chris Walker e Pierfrancesco Chili. Le due Suzuki GSX-R furono battute dalla 996 del team GSE, squadra che poi debuttò nel Mondiale proprio con Hodgson.

I fans non ci stettero dentro. Dopo aver visto sventolare la bandiera a scacchi, partirono in missione con la loro Union Jack: "Guardate, guardate quanti! Questa è una meravigliosa festa dello sport" commentò Giovanni Di Pillo dalla cabina TV "e guardate il burn out di gruppo! Favoloso".

Ad un certo punto, "The Voice" fu rapito dalle immagini: "Quanti tifosi in pista. Ehi, ma... sono tutti nudi! Nudi!" Vero, e per nudi non intendiamo con mutande e reggiseno. No. Quei pacifici hooligans - medesimo stile, tuttavia sportivo - mostravano al sole che li baciava i propri gioielli di famiglia. Bei tempi.

Steven Odendaal: "Abbiamo un gran potenziale"

 

 

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi