Il sogno infranto di Adam Cianciarulo | Quella (S)Volta Che

Il sogno infranto di Adam Cianciarulo | Quella (S)Volta Che

Un grande talento frenato da una miriade di infortuni: a suo modo, un simbolo di questa era del Motocross statunitense

25.04.2024 ( Aggiornata il 25.04.2024 18:41 )

Adam Cianciarulo appenderà il casco al chiodo. Il ventisettenne della Florida avrebbe dovuto essere la grande speranza Kawasaki, ansiosa di trovare l’erede di Ryan Villopoto, ma salvo squilli impronosticabili chiuderà la carriera senza nemmeno un successo nella classe regina del Supercross. Uno “zero” per certi versi incredibile poiché al debutto nella serie Indoor, il 15 febbraio 2014, si mise tutti dietro.

 Quel giorno a Dallas, nel primo round della 250 Costa Est, Cianciarulo realizzò il secondo tempo nelle qualifiche, dietro al compagno di squadra Martin Davalos. Cinque ore dopo si aggiudicò la prima batteria con mezzo secondo su Blake Baggett e in serata vinse la finale con cinque secondi su Baggett, al culmine di una cavalcata contrassegnata da tredici giri di fila al comando. Non contento, Adam giunse secondo la settimana dopo ad Atlanta, vinse a Indianapolis, fu nuovamente argento a Daytona e conquistò pure Detroit. Superata la boa di metà stagione, guidava la classifica con 17 lunghezze di margine su Davalos e 20 su Baggett.

La parabola di Cianciarulo


Ma il 22 marzo a Toronto, al terzo giro della finale la spalla sinistra uscì dalla sua sede, costringendolo a fermarsi. Dopo l’intervento di un paramedico che gliela rimise a posto, Adam tornò in sella ma, dopo una manciata di curve a velocità ridotta, prese la via degli spogliatoi e restò a guardare il resto della stagione, concludendo il campionato in quinta posizione. Un antipasto dell’infinita serie di infortuni che ne ha condizionato la carriera da professionista, peraltro avviata in ritardo: l’estate precedente era stato costretto a posticipare l’esordio nel National di un mese per colpa della salmonella. Tornando invece al 2014, il 26 marzo entrò in sala operatoria: “Questa battuta d’arresto è deludente. Le persone intorno a me e io stesso pensiamo che questa sia la decisione migliore per sistemare la spalla una volta per tutte. Tornerò più forte” dichiarò l’allora diciassettenne.

Ai tempi si credeva che il decorso sarebbe durato dai tre ai quattro mesi, tuttavia Adam riuscì a rimettersi in forma soltanto in autunno, dopo aver saltato pure l’intero National. In vista dell’avvio del Supercross 2015 sbarcò in Europa per gareggiare al Supercross di Ginevra. In Svizzera, al termine della prima sezione ritmica della pista, finì però contro un muro, procurandosi un’ulteriore lussazione alla medesima spalla.

Restò inattivo per altri cinque mesi, perdendo l’intera stagione Indoor. Fece in tempo a disputare sei round del National prima di procurarsi uno strappo parziale alla spalla destra in allenamento a RedBud. Ancora una volta saltò l’intera annata del Supercross, in cui fece ritorno nel 2017: per tre annate di fila fu vice campione della 250, prima nella Costa Est poi nella Ovest, perse il primo titolo per due punti, il secondo per tre e l’ultimo per 15. Finalmente diede un calcio alla sfortuna nell’estate 2019, vincendo il National. Salito in 450, si prese subito la Monster Energy Cup con due secondi posti e un successo nelle tre manche che gli fruttarono anche centomila dollari.

Due mesi e mezzo dopo fu secondo al debutto nella classe regina del Supercross, ad Anaheim. Un risultato bissato a San Diego, preceduto di 2,7 secondi da Cooper Webb. Pareva l’inizio di una nuova era, invece rappresentano i picchi della sua carriera Indoor che l’ha visto salire sul podio per l’ultima volta a Denver, undici mesi fa, approfittando degli infortuni di molti big.

Aggettivo che a conti fatti non si sposa con il nome di Cianciarulo, bersagliato dalla cattiva sorte.

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