Hiroshi Hasegawa, l'uomo del monte | Quella (S)Volta Che

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L’unico asiatico vincitore sia nel Motomondiale che a Macao, in una carriera che prese slancio con i successi sul vulcano Asama

13.01.2024 ( Aggiornata il 13.01.2024 16:16 )

Qualche settimana fa è venuto a mancare Hiroshi Hasegawa, l’unico asiatico ad aver vinto almeno una gara del Mondiale e il GP Macao. Classe 1934, si mise in luce nelle gare del Monte Asama, il vulcano più attivo dell’isola di Honshu, la principale del Giappone, anche se l’ultima eruzione risale al 2009. Ai piedi di questo monte, in un circuito immaginario, sono ambientati gli ultimi due episodi del cartone animato “Grand Prix e il campionissimo”.

Takaya Todoroki si cimenta nell’edizione inaugurale del GP Giappone di Formula Zero ma, non conoscendo il tracciato, viene sconfitto da Himura, ex motociclista nonché amico del padre di Takaya. Costui era un valente pilota di moto che abbandonò il pargolo dopo che si credeva avesse investito la moglie.

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Hiroshi Hasegawa e il Monte Asama


Tornando alla realtà, nel novembre del 1955 alle pendici del Monte Asama si disputò la prima gara di durata del Paese del Sol Levante, malgrado le strade non fossero ancora asfaltate.

Tra gli 81 partecipanti all’Asama Kogen Race, che aveva preso ispirazione dal Tourist Trophy dell’Isola di Man, c’era anche Soichiro Honda, fondatore dell’omonima azienda, che non sfigurò. Diciannove i marchi di moto presenti, nessuno straniero perché l’intento della competizione era migliorare tecnologia e prestazioni delle moto prodotte in patria: difatti diversi partecipanti furono squalificati perché le loro moto utilizzavano componenti importati dall’estero. Il tracciato era lungo 19,2 km ma, malgrado la chiusura delle strade al traffico, non furono resi noti i tempi di percorrenza e le velocità, su pressione delle autorità che si sarebbero trovate a disagio a non irrogare contravvenzioni per il superamento dei limiti. Le edizioni successive si corsero nel 1957 e 1959, con il nome di Asama Volcano Race, e continuarono negli Anni ‘60 con cadenza biennale, poi la gara fu rimpiazzata dalla 8 Ore Suzuka.

Nelle gare ad Asama si mise in luce Hasegawa, anche se il suo nome non compare nelle prime cinque posizioni degli ordini d’arrivo delle prime tre edizioni.

Hiroshi Hasegawa e i trionfi al GP Macao


Dopo averlo ingaggiato come collaudatore, nel 1963 la Yamaha lo fece esordire nel Mondiale, al TT nella gara della 250. Hasegawa giunse quarto, seppur distanziato di oltre quattro minuti e mezzo dall’ultimo gradino del podio. L’anno dopo, nel GP Giappone a Suzuka, sempre della quarto di litro fu terzo, ma primo delle Yamaha, a un minuto e 21 secondi da Jim Redman.

Sempre in patria, fu quinto nel 1965, a un giro da Mike Hailwood, ma si rifece con gli interessi vincendo a Fisco (Fuji International Speedway Co) nel 1966, con tre secondi di margine su Phil Read che, secondo quanto scrisse Cycle News, al tornantino quasi cadde per non superare l’eroe di casa: approfittando dell’assenza delle Honda, quel giorno la Casa dei tre diapason monopolizzò il podio. Per Hasegawa furono gli ultimi punti nel campionato del Mondo ma riuscì a togliersi altre soddisfazioni conquistando le prime due edizioni del GP Macao: nel 1967 in sella alla RD 56 completò per primo i trenta giri precedendo Siu Man To e Thio Soen Braw, mentre l’anno successivo piegò John Macdonald e ancora Siu Man To.

Nel 1969 Hasegawa passò alle quattro ruote e, alternandosi al volante con Hiroshi Kazato, su una Porsche 910, vettura del Gruppo 3 con i colori di Taki Racing, salì sul gradino più alto del podio di classe alla gara di durata del Fuji ottenendo l’ottavo posto assoluto a 18 giri dal vincitore. L’ennesima conferma di una carriera i cui picchi di rendimento ebbero come scenario le montagne.

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