Mick Doohan e il pollice della rinascita | Quella (S)Volta Che

Mick Doohan e il pollice della rinascita | Quella (S)Volta Che© Getty Images

Trent’anni fa l'australiano introdusse il freno posteriore sul semimanubrio sinistro: un’idea (anche) italiana

27.07.2023 ( Aggiornata il 27.07.2023 12:26 )

Trent’anni fa, fa, il 18 luglio 1993, il pubblico del Mugello fu spettatore della rinascita di Mick Doohan, al primo successo dopo il gravissimo incidente di tredici mesi prima, ad Assen, dove l’australiano rischiò l’amputazione della gamba destra.

I fratelli Birchall, un record di famiglia | Quella (S)Volta Che

Mick Doohan salvato dal Dottor Costa


A salvargli l’arto fu la prontezza del Dottor Costa che lo portò in Italia. Non ancora guarito, Mick risalì sulla Honda NSR 500 per disputare gli ultimi due GP del 1992, nel tentativo di contenere la rimonta di Wayne Rainey che gli aveva recuperato 43 dei 65 punti di vantaggio. Fu inutile perché lo statunitense operò il sorpasso. Malgrado la sosta invernale, nel 1993 Doohan continuò a lamentare problemi di scarsa mobilità al piede destro.

Tre anni prima la Honda aveva iniziato a servirsi della Brembo, come ci racconta Eugenio Gandolfi, una vita spesa con il costruttore bergamasco di impianti frenanti, rivestendo per decenni il ruolo di ingegnere di pista: “Doohan aveva avuto problemi di freni, non si trovava bene con quelli disegnati e progettati dalla Honda e prodotti dalla Nissin. Mi agganciò perché nel campionato australiano Superbike aveva usato Brembo senza problemi. Spinse la Honda a passare alla Brembo, anche se i giapponesi si chiedevano perché affidarsi a un produttore italiano di pinze freno”.

Celebrato il matrimonio, nel 1990 Doohan vinse il suo primo GP e aggiunse quattro podi. L’anno dopo conquistò tre successi, con 14 podi in 15 GP, ma Rainey lo beffò per nove punti. Nel 1992, complice il motore “big bang”, nei primi sette GP Mick ottenne cinque vittorie e due secondi posti anche grazie a uno stile che Gandolfi ben racconta: “Prima dell’incidente Mick usava tanto il freno posteriore, soprattutto per controllare la velocità di percorrenza della curva. Con l’incidente non ci furono più gli estremi per compiere quel lavoro con la gamba. Con i suoi ingegneri ci convincemmo che serviva qual cosa che gli permettesse di usare il freno posteriore”.

Mick Doohan e il freno posteriore


All’inizio del 1993 la Honda introdusse una pompa freno assiale in luogo della pompa pedale, sul lato sinistro del semimanubrio vicino alla leva frizione: “Quella pompa si azionava con dito indice e medio ma non era di facile attuazione e risultava poco efficace: sul semimanubrio sinistro c’erano diversi controlli, oltre alla leva frizione che ai tempi era usata spesso, quindi il pilota faticava a manovrarla. Con la Honda a Jerez si decise di metterla sotto, per usufruire dello spazio tra le piastre forcelle inferiori e il semimanubrio, e di farla controllare dal pollice che è il dito che esercita una grande forza”.

I giapponesi l’avrebbero voluta ‘per ieri’, ma la Brembo spiegò loro che non sarebbe stato possibile progettarla, testarla e produrla in pochi giorni, anche se fornirono una serie di indicazioni. I tecnici Honda lavorarono un pezzo di alluminio e, dopo averci messo dentro tutti i componenti di una pompa a pedale, realizzarono il primo prototipo. Nacque così la pompa pollice, che la Brembo perfezionò, anche se non fu facile per il pilota servirsene: “Più che lo stile di guida, Mick dovette cambiare la propensione mentale. Fatto lo ‘switch’ si accorse dei vantaggi perché poteva usare il freno posteriore dappertutto, non soltanto nelle curve a sinistra, per controllare la velocità di percorrenza e sfruttare meglio l’erogazione, dato che ai tempi non c’era controllo di trazione. Nella sua sfortuna apprese una tecnica che gli altri non riuscivano a fare, un plus tornato in auge in MotoGP”.

Doohan ha vinto cinque titoli della 500, dimostrando come si possa rinascere dal male, diventando ancora più forti.

Orgoglio tricolore: il TT di Bonetti | Quella (S)Volta Che

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi