Quella (S)Volta Che: Valerio Boni, un'impresa da Guinness dei Primati

Quella (S)Volta Che: Valerio Boni, un'impresa da Guinness dei Primati

La storia del lombardo, con un passato da collaboratore con Motosprint

17.01.2023 12:27

Milioni di italiani sognano il giorno in cui andranno in pensione. Per altri, invece, l’abbandono del posto di lavoro costituisce un problema, per l’incapacità di trovare qualcosa che possa riempire le giornate.

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Valerio e le prove di resistenza


Valerio Boni, sessantatreenne lombardo, un passato da giornalista inclusa una collaborazione con Motosprint dal 1982 al 1986, ha risolto il problema a colpi di 24 ore alla volta.

Nell’ultimo anno ha stabilito due record del Mondo di durata e altrettanti ne aveva fatti segnare nel 2021. Eppure la sua passione per le prove di resistenza in sella risale agli anni post-diploma: “Nel 1979, seppi di una serie di iniziative per promuovere una nuova rivista quindicinale, Tutto Vespa. Pensai di fare il record di distanza sulle 24 ore con una 50 Special, senza mai fermarmi. In rettilineo venivo affiancato da una PX su cui ogni tanto c’era Virginio Ferrari, che mi fece anche da starter, e mi rifornivano senza rallentare. Dalla tanica usciva un tubo di travaso che mi veniva passato e uno di sfiato: il passeggero del mezzo di supporto soffiava nel secondo tubo, mettendo in pressione la tanica e favorendo così il travaso nel serbatoio. Mi fu messa a disposizione dalla Pirelli la pista di Vizzola Ticino, ma era novembre e ai tempi faceva freddo. Complici la nebbia e il ghiaccio percorsi 940,118 km, cioè quasi 20 in meno di quanti ne avrei fatti andando sempre a 40 km/h, velocità limite dell’epoca, a causa della condensa”.

Un risultato comunque eccezionale che garantì grande notorietà a tutti i protagonisti, anche se nessuno si preoccupò di farlo omologare dal Guinness dei Primati. Boni l’ha saputo soltanto di recente: “Stavo guardando il Guinness quando ho visto che nel 2017 un australiano con una Yamaha Aerox 50 si era fermato a 928 km. Ho scritto loro, allegando la documentazione dei cronometristi e un video, ma essendo passati troppi anni non l’hanno accettata. Così ho iniziato a studiare le altre categorie e ho individuato il record che mi sembrava più abbordabile, 250 km in 24 ore con le Minimoto. Se lo proponi tu, costa cinque sterline e devi indicare quando, come e dove intendi cercare di batterlo. Loro hanno 12 settimane per valutarlo e darti una risposta, a meno che non paghi la priorità: 800 Euro e ti rispondono in cinque giorni lavorativi”.

11 Paesi in meno di 24 ore


Coinvolta la Polini, la caccia al primato è andata in scena dall’11 al 12 maggio 2021 a Castelletto di Branduzzo sulla pista di kart, accorciata. La preparazione è stata relativamente semplice: "Mi ero fatto dare una Minimoto senza motore che avevo piazzato in casa. Ogni tanto mi sedevo, facevo un po’ di stretching, per abituarmi alla posizione".

Nemmeno un temporale ha fermato l’inseguimento di Boni che si è servito di una Polini 910 Carena RS HP 6.2: “Avevo già percorso 300 km quando con la pioggia sono scivolato due volte: non avevamo le ‘rain’, soltanto le gomme intagliate ma non si stava in piedi. Piuttosto che andare a passo d’uomo e inzupparmi tutto, abbiamo deciso di fermarci. Dopo un’ora e mezza, tornato il Sole, sono ripartito, anche se al curvone sono caduto un’altra volta quando stavo spingendo. Il problema maggiore è stato però alle ginocchia, per la posizione in sella che una Minimoto comporta, così dopo 15 ore rialzarsi è stato impegnativo. Malgrado le 17 soste per il rifornimento ho percorso 751,488 km”. 

Una quarantina di giorni dopo, con una MV Turismo Veloce Lusso SCS, approfittando del giorno dell’anno con il maggior numero di ore di luce, il milanese è riuscito a visitare 11 Paesi in meno di 24 ore, partendo dalla Svezia e arrivando in Italia dopo aver percorso 2003 km, malgrado una notte di pioggia forte. “Il record è stato però respinto dal Guinness perché, anche se è fattibile rispettando i limiti di velocità, la loro paura era che per migliorarlo qualcuno violasse il Codice della Strada. Così l’ho fatto omologare dalla Iron Butt Association, un’organizzazione statunitense per la guida in moto su lunghe distanze, che certifica soltanto chi percorre almeno mille miglia in 24 ore. Non è stato particolarmente faticoso, sono abituato ad andare in moto”.

 

(continua…)

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