Dal sottomarino all'Europeo | Polvere di Stelle

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Tra gli “antenati” del 2024 ci sono anni ricchi di invenzioni ed esperimenti come quelli di Drebbel e de Gusmão. E cent’anni fa a Monza nasceva il campionato continentale

27.01.2024 ( Aggiornata il 27.01.2024 15:29 )

Questa puntata è dedicata a una disamina di ciò che di rilevante è accaduto nel passato, anche remoto, limitatamente agli anni ‘24. Naturalmente non citerò gli eventi più eclatanti e frequenti, soprattutto le guerre, succedutesi ovunque con assurda continuità, ma concentrerò l’attenzione sui passi avanti compiuti dalla scienza e in particolare su quelli che hanno portato all’esplosione della rivoluzione industriale e, successivamente, all’origine della motorizzazione e dei mezzi di trasporto pubblici e privati fino ad arrivare al 1924, un secolo fa.

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Il primo sottomarino


Quando moto, auto, aerei, piroscafi e grandi industrie erano già in piena espansione. Gli studiosi del progresso umano sono concordi nell’affermare che il 1600 fu il secolo in cui si affermarono la mentalità scientifica e il metodo sperimentale. Grandissimi “cervelli”, tra cui Huygens, Cartesio, Galilei, Pascal, Leibniz, Papin e Torricelli in quei cento anni gettarono le basi delle scoperte rivoluzionarie che caratterizzarono i due secoli successivi. Nel 1624 l’olandese Cornelius Jacobszoon Drebbel costruì e collaudò il primo sottomarino della storia, un battello subacqueo con il quale navigò in immersione nel Tamigi, a una profondità di 3-4 metri, alla presenza del re Giacomo I d’Inghilterra. Il motore a vapore, fatto funzionare per la prima volta da Thomas Newcomen come pompa per l’estrazione di acqua dalle miniere di carbone nei primissimi anni del 1700, indusse numerosi meccanici e scienziati del tempo a cercare soluzioni che ne migliorassero il funzionamento e il rendimento. Uno di questi, John Smeaton, ingegnere inglese nato nel 1724, non si limitò a perfezionare la macchina a vapore di Newcomen, ma inventò numerosi strumenti scientifici e pubblicò un’opera fondamentale sulla forza motrice dell’acqua e del vento per far funzionare i mulini.

Uno dei primi ad aver pensato al motore a scoppio fu l’abate francese Jean de Hautefeuille che, dopo lunghi studi sugli effetti della combustione della polvere da sparo, presentò una sua memoria sul “Pendule perpétuelle avec la maniere d’elever l’eau par le moyen de la poudre a cannon” in cui elencava le particolari caratteristiche di una pompa da lui ideata che, utilizzando la depressione conseguente allo scoppio di polvere da sparo e il suo repentino raffreddamento, sarebbe riuscita a innalzare l’acqua a notevole altezza. Hautefeuille morì a Orleans il 18 ottobre 1724. Un mese esatto dopo la dipartita dello scienziato francese concluse la sua esistenza in vita anche Bartolomeu Lourenço de Gusmão, Gesuita portoghese nato in Brasile, naturalista e inventore ritenuto uno dei pionieri dell’aeronautica. L’8 agosto 1709 a Lisbona, alla presenza di un importante pubblico comprendente il Re, la Regina, il Nunzio Apostolico e altri membri del Corpo diplomatico e della Corte portoghese, fece volare un pallone riscaldato ad aria, che salì fino al tetto della sala e fu distrutto a bastonate per evitare incendi. Il personaggio più rilevante del 1824 fu Nicolas Léonard Sadi Carnot, un genio parigino che, appena ventottenne, pubblicò l’opera “Réflexions sur la puissance motrice du feu” (Riflessioni sulla potenza motrice del fuoco).

Ucciso dal colera a soltanto 36 anni, lasciò una traccia indelebile nel mondo scientifico: le sue conclusioni portarono alla definizione del secondo principio della termodinamica, che nega la possibilità di costruire una macchina termica il cui rendimento sia pari al 100%. In quello stesso 1824, il colonnello americano John Stevens, dopo alcuni tentativi falliti, riuscì in ottobre a costruire nella sua fattoria a Hoboken, nel New Jersey, una strada ferrata percorribile da una locomotiva a vapore a caldaia verticale da lui stesso progettata e realizzata. Pur se mai utilizzata in luoghi pubblici, questa locomotiva destò enorme interesse e diede fama a Stevens, oggi ritenuto il padre della ferrovia in America.

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