Da Ferrari a Nuvolari: la parabola del Savio | Polvere di Stelle

Da Ferrari a Nuvolari: la parabola del Savio | Polvere di Stelle

Il circuito romagnolo fu il luogo del primo successo del Drake da pilota, ma fu teatro di momenti storici anche per le moto

07.11.2023 ( Aggiornata il 07.11.2023 07:01 )

Nei primissimi anni Venti, i circuiti motociclistici più famosi in Italia erano quelli di Orbassano, Brescia e Cremona, del Tevere (a Roma) e dell’Adriatico (a Rimini). A questi si aggiunse il Circuito del Savio, disputatosi a Ravenna dal 1923 al 1927, primo evento motoristico romagnolo riservato sia alle moto che alle auto.

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Il Savio e il trionfo di Ferrari


In questa rubrica i riferimenti al Circuito del Savio non sono mancati, visto che vi parteciparono grandi campioni, ma in questa puntata di Polvere di Stelle potrò sviluppare l’argomento grazie alla recentissima pubblicazione del libro che Rossano Novelli e Alberto Galassi, autori ravennati Doc, gli hanno dedicato.

Il volume di 192 pagine di grande formato, e ricchissimo di rare illustrazioni, è stato realizzato in esclusiva per l’Automobile Club Ravenna con il contributo dell’ACI Storico, ed è stato presentato giovedì 28 settembre presso la sala multimediale dei Chiostri della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Per l’Automobile Club della città romagnola, presieduto da Giancarlo Minardi, fondatore e animatore dell’omonima scuderia di Formula 1, la storia del Circuito del Savio è tanto importante da averne ottenuto i diritti sul marchio, e questa importanza deriva soprattutto dalla vittoria conseguita da Enzo Ferrari, su Alfa Romeo RL 3000, nella prima edizione disputata nel pomeriggio del 17 giugno 1923. In quell’occasione Ferrari salì per la prima volta, da quando aveva iniziato a correre, sul gradino più alto del podio e all’arrivo ebbe modo di conoscere i genitori di Francesco Baracca, che gli affidarono il “Cavallino rampante nero”, simbolo dell’asso lughese dell’aviazione caduto nel corso della Grande Guerra dopo aver vinto 34 duelli aerei.

Il titolo del libro è infatti “1923-1927 Il Circuito del Savio – tra storia e leggenda la prima vittoria di Enzo Ferrari pilota”. Ma anche se l’immagine di copertina è dedicata a questa storica vicenda, i contenuti del libro illustrano con la stessa impostazione, gli stessi spazi per documentazione e cronache sia le corse automobilistiche che quelle motociclistiche.

Cosa spinse un gruppo di appassionati ravennati a impegnarsi per organizzare il Circuito del Savio? La risposta la diede già allora il comitato promotore commentando la riuscita della prima edizione. Ne riporto alcuni brani: “Ultima fra tutte le regioni, quasi che si trovasse a far parte del settentrione d’Italia per un errore topografico, perché mai delle regioni limitrofe e vicine aveva subito l’influsso del progresso, la Romagna ha finalmente udita e sentita la eco delle affermazioni della nostra industria automobilistica e motoristica… Il rombo dei motori, la vertiginosa e vittoriosa corsa delle nostre rosse macchine, che segnava la marcia decisa di un’era nuova e portava nel suo ansito tutta la febbre di un intenso lavoro di braccia e la supremazia del nostro genio ha scosso anche Ravenna…”.

L’edizione di esordio del Circuito del Savio si svolse su un tracciato lunghissimo: ben 44 chilometri. La partenza e il traguardo erano di fronte alla storica basilica di Sant’Apollinare in Classe, da cui i piloti, seguendo il percorso in senso orario, imboccavano la strada Romea, praticamente priva di curve per oltre 15 km, fino a Cervia. Qui svoltavano a destra, attraversavano le antiche saline su un tratto di circa 10 km ricco di curve fino a Castiglione di Ravenna, dopodiché un altro rettilineo di quattro chilometri li portava a San Zaccaria congiungendosi con la strada Dismano.

Svoltando ancora a destra, si immettevano quindi verso Ravenna sulla dirittura che si prolungava per altri tredici chilometri fino a Ponte Nuovo. Infine, invertita nuovamente la direzione con una curva strettissima, tornavano sulla Romea e dopo due chilometri si ritrovavano al traguardo. Il circuito era da percorrere sei volte per un totale di 267,600 km; nel suo sviluppo attraversava due volte il fiume Savio, da qui il titolo della manifestazione.

La storia, la vicenda di Nuvolari


Vincitore assoluto del primo Circuito del Savio fu l’asso bolognese Amedeo Ruggeri (nella foto di apertura) in sella a una Indian 1000, alla media di 85,850 km/h; da notare che il suo giro più veloce batté di quasi due secondi lo stesso primato ottenuto da Enzo Ferrari con l’Alfa Romeo 3000 nella gara automobilistica. Ruggeri precedette in classifica generale Primo Moretti, trionfatore nella 500, battendolo di appena 51” con una moto di cilindrata doppia. L’anno dopo l’Unione Sportiva Ravennate e il Moto Club Ravenna, facendo tesoro della prima esperienza, decisero di ridurre la lunghezza del percorso a soli 14,385 km in modo da diminuire drasticamente i costi organizzativi e permettere al pubblico di assistere con maggior frequenza ai passaggi dei piloti in gara. Il circuito divenne un triangolo con il rettilineo più lungo, di poco più di cinque chilometri, non più sul lato Romea, ma su quello opposto.

La partenza e l’arrivo furono mantenuti davanti a Sant’Apollinare in Classe e il vertice del triangolo fu ancora al Ponte Nuovo. Ruggeri con la Indian concesse il bis piazzandosi nuovamente primo assoluto con la Indian 1000 ma questa volta il duello per il giro più veloce fu vinto da Ferrari, primo nella classe Oltre 2000 e nella classifica generale della corsa automobilistica. Tuttavia il recordman sul giro fra i motociclisti, Terzo Bandini (HarleyDavidson 1000), ebbe la soddisfazione di battere il giro più veloce ottenuto nella corsa automobilisti - ca da Tazio Nuvolari, vincitore della classe 1500 su vettura Chiribiri. Nel 1925 alle classi 350 e 500 fu aggiunta la 250, mentre venne eliminata la 1000, che nelle due precedenti edizioni aveva dominato. Primo assoluto e della classe 500 fu Moretti (su Moto Guzzi) che l’anno dopo si aggiudicò per la terza volta la vittoria nella 500, mentre l’assoluta andò a Mario Ghersi alla guida di una Sunbeam 350.

L’edizione motociclistica del 1926 entrò nella storia per una vicenda legata a Tazio Nuvolari. Subito dopo il via, Terzo Bandini, partito in testa con Nuvolari a ruota, sbagliò la prima curva. Per evitarlo, Nuvolari andò a sfregare con la mano sinistra contro un muretto riportando la frattura dell’anulare, una frattura dolorosissima e grave, che il pilota ignorò per alcuni giri, durante i quali continuò a condurre la corsa realizzando anche tornate velocissime. All’ottavo giro, però, la volontà non bastò più e il ritmo calò bruscamente; al decimo giro Nuvolari si fermò al box, stravolto, per il rifornimento. Voleva continuare, ma fu portato all’ospedale dove si oppose all’amputazione del dito, che i medici dicevano inevitabile. Fu accontentato, ma l’incidente di Ravenna gli costò la rinuncia al Tourist Trophy, la corsa motociclistica allora più celebre al Mondo. L’ultima edizione del Circuito del Savio si svolse nel 1927 e vide il trionfo di Luigi Arcangeli sulla Sunbeam 500. Peraltro, Nuvolari con la Bianchi 350 aveva guidato la corsa con un ritmo sostenutissimo per i primi tre giri, poi si era dovuto fermare per la rottura della catena. L’aveva riparata, era ripartito, ma al settimo giro il motore della Bianchi aveva ceduto definitivamente. I costi, divenuti ormai insostenibili per gli organizzatori, portarono alla conclusione di questa grandiosa manifestazione auto-motociclistica.

Circuito del Savio: il libro


L’intera storia, che qui ho soltanto riassunto, è raccontata con rigore storico e dovizia di particolari nel libro di Rossano Novelli e Alberto Galassi, volume che oltre alle corse del Circuito del Savio dedica alcune pagine anche ad altre gare che si svolsero sullo stesso tracciato: il Gran Premio di Pasqua per biciclette a motore, disputatosi dal 1924 al 1926, il concorso di consumo, che fece da gara introduttiva (con una settimana di anticipo) alla quarta edizione del Circuito del Savio, e la Coppa Primavera, corsa per automobili da turismo riservata ai piloti dell’Emilia-Romagna, disputata il 3 giugno 1926. In chiusura, il volume offre anche accurate biografie dei principali protagonisti della competizione ravennate.

Il libro si può ordinare alla Libreria Feltrinelli di Ravenna, oppure acquistare sul sito della Libreria dell’Automobile https:// www.libreriadellautomobile.it/ prodotto/il-circuito-del-savio1923-1927/?lang=it. Il prezzo è di 35 € Iva compresa.

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