Gwenda Glubb, la Regina di Brooklands | Polvere di Stelle

Gwenda Glubb, la Regina di Brooklands | Polvere di Stelle

La britannica fece la storia a suon di vittorie, record, imprese e... matrimoni

17.09.2023 ( Aggiornata il 17.09.2023 10:21 )

In questa puntata si parla di guerre, ma anche di matrimoni, motociclette e automobili. Tante storie assieme? No, una sola: quella di Gwenda, un’inglese che, spinta da un carattere indomabile, un istinto competitivo e un talento capace di esprimersi in numerosi campi, fu protagonista ovunque la passione la indirizzasse.

Moto Guzzi V35, la progenitrice | Polvere di Stelle

La storia di Gwenda


Alla nascita, registrata l’1 giugno 1894 a Fulwood, cittadina 60 km a nord-ovest di Manchester, il cognome di Gwenda era Glubb. Suo padre, Sir Frederick Manley Glubb, era un ufficiale dell’esercito britannico distintosi nella guerra anglo-boera in Sudafrica (1899-1902) e nella Prima Guerra mondiale, dove era stato nominato ingegnere capo del secondo corpo d’armata.

La madre si chiamava Frances Letitia Bagot e senz’altro quando la partorì non immaginava per la neonata un destino molto diverso da quello riservato alle donne inglesi di fine ‘800. Così come, tre anni dopo, quando diede alla luce il fratello di Gwenda, con il normalissimo nome di John, non avrebbe pensato che il suo figlio maschio sarebbe diventato un famoso generale della Legione Araba, noto come “Glubb Pascià” ed erede del grande Lawrence d’Arabia. Probabilmente fu il padre a indirizzare non soltanto John, ma anche Gwenda, alla carriera militare.

Avendo preso parte alla guerra anglo-boera, egli aveva potuto vedere in azione il nuovo servizio infermieristico imperiale voluto dalla regina Alessandra e affidato con successo alle donne. Scoppiò la Prima Guerra mondiale e Gwenda vestì la divisa arruolandosi come autista di ambulanze. Venne inviata al fronte, dapprima in Russia, poi in Romania, e si distinse per valore, coraggio e abilità. Al termine del conflitto non le furono lesinati i riconoscimenti: dai russi fu insignita della Croce di San Giorgio e della Croce di San Stanislao.

Durante la guerra, Gwenda aveva dunque dimostrato di possedere coraggio e determinazione, ma non soltanto: condurre le ambulanze su terreni difficili e pericolosi, con la velocità indispensabile per salvare vite, aveva arricchito di esperienza il suo innato talento per la guida. Fu così che, al rientro dai campi di battaglia, da soldatessa si trasformò in pilota infrangendo un altro tabù che comunque in Inghilterra le suffragette stavano mettendo pesantemente sotto attacco. L’anticonformismo le costò il coinvolgimento in un’inchiesta istituita da Winston Churchill dopo il licenziamento di Violet Douglas-Pennant, capo dei reparti femminili presso la Royal Air Force, la cui eccessiva durezza aveva causato episodi di insubordinazione.

La Douglas-Pennant aveva mosso pesanti accuse, tra cui alcune a sfondo sessuale, all’Hurst Park Camp coinvolgendo il comandante del campo, il colonnello Sam Janson, e la stessa Gwenda Glubb. L’indagine si chiuse con un nulla di fatto, ma nel 1920 Gwenda sposò proprio il colonnello Janson, che nel frattempo era diventato importatore inglese della marca automobilistica olandese Spyker e in questo modo, indirettamente, compì un altro passo verso il mondo ribollente dei motori.

Il Regno della Velocità in Inghilterra allora era Weybridge, la località a sud-ovest di Londra in cui dal 1907 era attivo l’autodromo di Brooklands. E su quella pista Gwenda Glubb, ora Janson, debuttò nel 1921 con l’intento di stabilire un record sulla distanza dei 1000 chilometri. Il mezzo scelto fu stupefacente: non un bolide, non una moto classica, bensì una specie di scooter americano, il “Neracar”, che anche nel nome tradiva la sua ispirazione automobilistica: “Near a car”, ossia, “Quasi un’automobile”.

I record, le imprese


Eppure, considerando che i record di Brooklands del 1921 erano ancora quelli degli anni Dieci, l’impresa riuscì perfettamente. Questo primo successo ovviamente non placò la sete di adrenalina di Gwenda, che a distanza di un anno tornò in pista a Brooklands per cimentarsi in una ben più dura “12 ore x 2”, cioè in una 24 ore di durata, ma frazionata in due 12 ore.

Questo, perché i cittadini di Weybridge avevano ottenuto – per eliminare i rumori notturni certamente molto fastidiosi – che le gare non si protraessero oltre le 12 ore e in ogni caso che non si svolgessero di notte. Gwenda scelse una motocicletta Trump, marca fondata nel 1907 che aveva già colto numerosi successi e record a Brooklands. Il modello 250, con motore JAP, era particolarmente affidabile e il colonnello Neil Stewart, amministratore delegato della Casa inglese, lo aveva preparato accuratamente perché riuscisse nell’impresa, alla quale partecipò lui stesso come co-pilota. Gwenda guidò instancabilmente e perfettamente assecondata dalla sua moto che richiedette soltanto il rabbocco dell’olio e la sostituzione di una coppia di puntine del magnete.

Al termine delle 24 ore il nuovo primato fu stabilito alla media di 44,65 miglia all’ora (71,85 km/h) con grande soddisfazione della conduttrice e anche del colonnello. Conseguenza? Gwenda divorziò da Sam Janson e nel 1923 si risposò con Neil Stewart. La coppia si ritrovò ad avere una particolare predilezione per la Francia, dove decise di trasferirsi per continuare a sfogare la passione per i motori e i primati di velocità. Nel 1925 Gwenda, ora Stewart, si cimentò per l’ultima volta in un tentativo di record in sella a una moto, una potente Rudge 350 monocilindrica con distribuzione a quattro valvole. L’obiettivo era nuovamente il primato su 24 ore e, come a Brooklands tre anni prima, lei e Neil lo colsero alternandosi alla guida. Fu un grande successo, considerando che non soltanto ottennero i nuovi limiti sui chilometri percorsi in 24 ore, ma batterono complessivamente 21 record sulle distanze intermedie.

Da due a tre ruote, nel 1929 Gwenda conobbe Douglas Hawkes, ottimo tecnico e pilota che per lei preparò un cyclecar Morgan, molto diffuso in quel periodo in Inghilterra, con tre ruote (due anteriori) e motore motociclistico. Gwenda non ebbe difficoltà ad adattarsi alla guida di quello strano veicolo, anzi, all’esordio stabilì il nuovo record di categoria sul miglio lanciato sfrecciando sul rettilineo di Arpajon alla media di 113 mph (182 km/h). Successivamente, sempre alla guida della Morgan, a Montlhéry si appropriò di una cinquantina di nuovi primati.

Ma poi, spinta da Hawkes, che era direttore della fabbrica automobilistica Derby di Parigi e che aveva corso in auto anche due 500 Miglia di Indianapolis, aggiunse al suo curriculum la quarta ruota, diventando pilota di automobili. In un ambiente più seguito, splendido e ricco di opportunità come quello delle corse in auto, Gwenda per quasi un decennio negli anni Trenta fu sulla bocca di tutti e collezionò importanti vittorie e primati sia in Francia che in Inghilterra. Stabilì numerosi record a Montlhéry con una Austin Seven speciale, poi tentò anche la strada dei Rally, gareggiando nel 1934 al Montecarlo. Particolarmente esaltato dalla stampa britannica fu, nel 1935, il suo duello a Brooklands con la campionessa americana Kay Petre, al volante di una Delage con motore V12, mentre Gwenda era alla guida di una Derby-Miller a trazione anteriore costruita ed elaborata da Hawkes.

In palio non c’erano soltanto coppe e soldi, ma anche il titolo virtuale di “Regina di Brooklands” che Gwenda conquistò stabilendo il giro più veloce a 135,95 miglia orarie (218,78 km/h). Lo stesso primato sul giro le arrise a Montlhéry a una media ancora più elevata: 234,68 km/h. Nel suo curriculum figurano anche due partecipazioni (1924 e 1935) senza fortuna alla 24 Ore di Le Mans. Corse ancora con buoni risultati nel 1936 e 1937, sempre con la stretta collaborazione di Douglas Hawkes, tanto stretta che nel 1937 i due convolarono a nozze e poco dopo decisero di lasciare la Francia per tornare in Inghilterra.

Passa alla prossima pagina

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi