Le vicende di Ahearn, Brown e Phillis | Polvere di Stelle

Le vicende di Ahearn, Brown e Phillis | Polvere di Stelle

La puntata della rubrica è dedicata ad alcuni dei grandi pionieri del motociclismo australiano: vicende così forti da segnare un’epoca

05.08.2023 ( Aggiornata il 05.08.2023 12:01 )

Un capitolo della rassegna dei grandi piloti australiani degli anni Cinquanta. Oltrepassando questo limite temporale altri nomi, altrettanto e anche più grandi non mancherebbero – in ordine sparso Jack Findlay, John Dodds, Wayne Gardner, Mick Doohan, Casey Stoner, Chris Vermeulen, Troy Bayliss, Kevin Magee, Garry McCoy, Daryl Beattie, Troy Corser – ma “Polvere di Stelle” ha il compito inderogabile di occuparsi della storia del motociclismo, quindi non può soffermarsi troppo a lungo su un solo tema.

La dinastia Parrilla | Polvere di Stelle

Jack Ahearn


Jack Ahearn (in foto di copertina) oggi è un nome sconosciuto ai più, eppure è stato un protagonista, uno dei più forti e determinati piloti del Continental Circus nel suo periodo d’oro. Nato l’8 ottobre 1924 a Bondi, cittadina costiera alla periferia est di Sydney, da bambino si spostò con la famiglia nell’entroterra a Lithgow, finì presto gli studi e iniziò a lavorare come apprendista falegname. Sognando però di correre in moto.

Non impiegò molto a fare il passo decisivo: acquistata una vecchia Triumph 350, si iscrisse al locale Moto Club e cominciò a gareggiare nelle manifestazioni su strada e off-road. Mentre studiava se valesse la pena insistere in una carriera difficile e legata alla disponibilità di mezzi economici e meccanici, scoppiò la guerra e Jack si arruolò in aeronautica. A guerra finita non dovette attendere molto per ritornare in sella e già nel 1947 arrivarono le prime affermazioni. Corse dapprima con la Triumph 350, poi con una Ariel Red Hunter 500 e una Velocette KSS 350.

Nel 1951 fu vittima di una caduta che gli costò la frattura di entrambi i polsi e lo costrinse a una lunga sosta, che impiegò per guadagnare la somma necessaria per l’acquisto di una Norton Manx. Con questa moto tornò a correre e a vincere, mettendosi in mostra al punto che la Federazione australiana nel 1954 lo inserì nella rappresentativa nazionale da inviare al Tourist Trophy. Jack Ahearn fece il suo primo approdo in Europa iniziando dalla corsa più famosa del Mondo, il leggendario Senior TT, nel quale, piazzandosi nono, ottenne il miglior risultato fra i piloti australiani. La conferma del suo valore arrivò al GP Ulster, dove si piazzò sesto. Tornò nel 1955, anno in cui il suo miglior risultato nel Motomondiale fu il sesto posto nel GP Germania, primo sia tra i privati che tra i piloti in sella a una monocilindrica.

Diventò dunque un pilota professionista, ma pur sempre un privato, che però si fece presto conoscere dagli organizzatori di corse non soltanto per la bravura in pista, ma anche per la fermezza con cui contrattava gli ingaggi, riuscendo quasi sempre a spuntare premi soddisfacenti. Fu proprio questa fermezza a costargli la licenza internazionale quando, al GP Olanda del 1955, aderì alla protesta assieme a molti colleghi, tra cui diversi “ufficiali”, per ottenere diarie più alte. Fu squalificato per i primi sei mesi del 1956, ragion per cui se ne tornò in Australia, dove avviò l’attività di tassista senza smettere quella di pilota professionista. Con le sue Norton, curate personalmente, vinse un numero impressionante di corse nel suo Paese, ma nel 1958 il fascino irresistibile del Continental Circus lo richiamò in Europa. Fu una stagione priva di soddisfazioni, pure se il suo valore venne riconosciuto dalla Matchless che al TT gli mise a disposizione la prima versione della G50 monocilindrica ufficiale, ancora purtroppo non competitiva e fragile di meccanica. A questo punto, Jack, che nel frattempo aveva sposato Betty, decise di lasciar perdere.

Per tre anni rimase in patria correndo soltanto saltuariamente, ma nel 1962, inserito nuovamente nella rappresentativa australiana al TT, si imbarcò per il Vecchio Continente. Per due stagioni navigò con la sua Norton fra i migliori privati, poi, nel 1964, all’età di quarant’anni, portò a termine il capolavoro della sua carriera piazzandosi secondo nella classifica finale del Mondiale della classe regina, preceduto soltanto da Mike Hailwood su MV quattro cilindri e vincendo il GP Finlandia. Nel corso della stagione ebbe anche la sua seconda occasione da pilota ufficiale quando la Suzuki gli offrì un contratto e la 250 quattro cilindri in quadrato, potentissima, ma inguidabile e inaffidabile. La provò e, rimediata una terribile caduta con ricovero in ospedale, decise di rimanere privato e continuò nel 1965 e 1966 a ottenere eccellenti piazzamenti nella 500 con la sua ormai decrepita, ma generosa Norton Manx.

Nei primi anni Settanta Jack Ahearn, da tempo lontano dal Continental Circus, tornò in sella gareggiando nelle corse nazionali per le derivate di serie di grossa cilindrata. Nel 1974 appese il casco al chiodo, aprì una rivendita di moto e si godette la vecchiaia con Betty fino a 92 anni. Si spense a Lismore il 10 aprile 2017.

Bob Brown


Bob Brown, nato a Inverell, 400 km a sud di Brisbane, il 9 maggio 1930, dopo le prime esperienze lavorative come meccanico, svolse l’attività di tassista e cominciò a correre in moto. Messosi in luce nel suo Paese, anch’egli, come Quincey, Hinton, Kavanagh e Ahearn, venne in Europa a misurarsi nelle corse internazionali e nei GP del Mondiale. Le sue prime affermazioni arrivarono nel 1955, anno in cui il miglior risultato fu il quinto posto nel GP Olanda in sella a una Matchless 500 privatissima, preceduta soltanto da quattro pluricilindriche italiane.

L’anno dopo concluse una sola corsa iridata, il GP Ulster, ma al secondo posto nella 500 e al sesto nella 350 con una AJS 7R. Nel 1957 un grave incidente a Imola impedì a Geoffrey Duke di correre al TT e la Gilera affidò la sua 500 a Bob Brown, il quale all’esordio sulla quattro cilindri conquistò il terzo posto, ripetendosi nella 350. Confermato come ufficiale per il GP Belgio, fu obbligato, al via della corsa, a cedere la sua moto a Libero Liberati, la cui 500 non si era messa in moto sulla linea di partenza. Liberati vinse, ma poi fu squalificato e Brown non corse più con la Gilera.

Nel 1958 lasciò la Matchless e nella 500 gareggiò con Norton e BMW; il miglior risultato fu un altro terzo posto al TT, dove ottenne anche il quarto nella 250 guidando una NSU. Il 1959 fu l’anno in cui il suo grande talento ebbe finalmente un adeguato riconoscimento: nella 500 si piazzò terzo assoluto, primo dei privati e primo in sella a una monocilindrica, precedendo nell’ordine assi come Duke, Hocking e McIntyre, che dopo l’addio alle corse della Gilera erano tornati alle Norton Manx.

Chiuse terzo anche la 350, dietro alle MV di Surtees e Hartle, e ancora davanti a Duke e Hocking. Il 1960 cominciò, per Bob Brown e la sua Norton, con tre podi su quattro GP nella 500, ma nel frattempo si era fatta avanti la Honda, che lo aveva ingaggiato per pilotare la sua 250 quattro cilindri al TT. Bob aveva accettato e su questa nuovissima moto aveva regalato alla Casa giapponese uno storico quarto posto. Confermato pilota ufficiale con Redman e Phillis, Brown fu vittima di un gravissimo incidente nelle prove del GP Germania classe 250 e pochi giorni dopo, il 23 luglio, morì all’ospedale di Stoccarda.

Passa alla prossima pagina per la storia di Tom Phillis

Tom Phillis


La carriera di Tom Phillis, australiano di Sydney (9 aprile 1934) fu molto simile a quella di Bob Brown. Figlio di un portaordini militare motociclista, a 16 anni lasciò gli studi per diventare apprendista meccanico. Iniziò a correre in bicicletta, ebbe un grave incidente in gara e nel 1953 passò al motociclismo. Fino al 1957 corse con varie moto non competitive finché non riuscì a entrare in possesso di una Norton Manx usata con cui ottenne le prime importanti vittorie nazionali. Sposatosi nel 1954 con Betty, quattro anni dopo la coppia vendette tutto ciò che aveva in Australia e si imbarcò per l’Europa. Con due nuove Norton 350 e 500, Tom si impose subito come un vincente nelle corse internazionali non titolate, partecipò anche ad alcune gare del Mondiale piazzandosi in Top 10 nella 500 in Olanda e in Svezia. Nel 1959, il miglior risultato fu il quinto posto con la 350 nel GP Ulster.

Nel 1960 fu ingaggiato dalla Honda per correre con le sue 125 e 250: con la ottavo di litro non combinò nulla per guasti al motore e una brutta caduta, al TT si consolò con la sua Norton 500 piazzandosi quarto, poi la prima vittoria iridata gli sfuggì per un soffio all’Ulster con la Honda 250, battuto soltanto da Carlo Ubbiali con la MV ufficiale. La Honda lo confermò per il 1961 e la scelta fu ripagata da Tom Phillis con una stagione trionfale: campione del Mondo della 125 con quattro vittorie e vice campione della 250 con due vittorie.

Nella 500 concluse una sola gara, il Senior TT, ma con il miglior risultato della carriera, terzo. Al culmine del suo percorso, iniziò il 1962 correndo nella Mototemporada Romagnola, vinse a Imola, fu secondo a Cesenatico e terzo nella 250 nei GP Spagna e Francia, poi si trasferì all’Isola di Man per il TT. Dopo due terzi posti nelle 125 e 250, scattò al via della 350 con una Honda ufficiale maggiorata a 285 cm³.

Al secondo giro cadde rovinosamente vicino al paese di Peel e non si rialzò più. Le sue ceneri furono sparse sulla linea di partenza del Mountain Circuit.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi