La storia di Libanori, dall'asfalto all'acqua | Polvere di Stelle

La storia di Libanori, dall'asfalto all'acqua | Polvere di Stelle

Libanori scampò alla strage di Gorla prima di diventare pilota-collaudatore apprezzatissimo
dal conte Agusta e campione di motonautica

22.03.2023 ( Aggiornata il 22.03.2023 14:42 )

Nelle puntate di Polvere di Stelle si è evidenziata spesso, fra motociclismo e aeronautica, un’affinità tecnica, industriale e anche umana, visto che molti campioni delle due ruote motorizzate, a cominciare da Giovanni Ravelli, cofondatore della Moto Guzzi, o da Leslie Graham, primo campione del Mondo in moto, erano anche aviatori di grande talento ed esperienza.

La storia di Fortunato Libanori


Ebbene, questa volta racconterò la storia di un motociclista che fu meccanico, poi pilota di calibro internazionale, quindi passò alla motonautica e divenne più volte campione italiano, europeo e mondiale correndo sull’acqua. Il suo nome: Fortunato Libanori.

La sua moto: MV, sempre e soltanto MV. Nacque a Milano il 14 giugno 1934, i genitori erano originari della provincia di Rovigo, ma il padre era stato costretto a trasferirsi nel capoluogo lombardo avendo trovato lavoro come operaio alla Pirelli. 

La famiglia Libanori prese casa a Gorla, vasto quartiere alla periferia nord-est di Milano, famoso presso gli studiosi del motociclismo per aver dato i natali anche ad Alessandro Anzani, che nel 1904, dopo aver vinto molte corse in Francia, divenne “campione del Mondo” in sella a una AlcyonBuchet battendo a Ostenda l’asso belga Jan Olieslagers su Minerva.

Nell’estate 1944, Fortunato tornò con i quattro fratelli e la madre nel paese d’origine dei genitori in Veneto ma, un paio di mesi dopo, l’avanzata delle truppe alleate lungo la Penisola convinse la famiglia Libanori a riunirsi nuovamente a Gorla, ritenuta più sicura.

Libanori: la tragedia, poi la svolta


Questa convinzione fu smentita tragicamente il 20 ottobre 1944, quando un massiccio bombardamento alleato colpì la città e distrusse anche la scuola elementare “Francesco Crispi”, uccidendo 184 bambini e diciannove adulti.

In quell’occasione Fortunato e i suoi compagni di classe si salvarono perché condotti fuori dell’edificio scolastico appena suonato l’allarme, ma per moltissimi altri non ci fu scampo e fra questi il fratello minore di Fortunato, Giancarlo, e suo cugino Gianfranco.

Da questa orribile tragedia, che a Gorla hanno voluto ricordare con il monumento ai “piccoli martiri”, Fortunato rimase segnato indelebilmente; sua sorella Elsa in una sua memoria di quella giornata scrisse: "Ricorderò sempre i suoi occhi sbarrati e il fatto che non riuscisse a dire una parola". La guerra finalmente finì e iniziò la ricostruzione. C’era lavoro per tutti e in Lombardia le fabbriche riaperte cercavano personale volenteroso e capace di dare un contributo alla ripresa.

Fortunato Libanori, che già da tempo aveva mostrato una particolare propensione verso la meccanica e la guida di veicoli, fu così assunto all’inizio degli anni Cinquanta alla MV Agusta come collaudatore di moto, un mestiere che lo appagava e poneva in risalto le sue attitudini. Fu notato. Qualcuno nell’industria del conte Domenico Agusta, grande appassionato di gare e titolare di un reparto corse che nel 1952 aveva già vinto il suo primo Mondiale, ritenne che quel giovane collaudatore meritasse l’opportunità di salire su una moto da corsa e il Conte fu d’accordo, anche perché già nutriva grande stima nei confronti di Fortunato.

Infatti nel 1952, quando Domenico Agusta firmò con Lawrence Bell l’accordo che diede il via alla costruzione su licenza degli elicotteri americani Bell 47, la Cadillac celebrò il suo cinquantenario producendo la vettura speciale “Golden Anniversary”, una magnifica Cabriolet con motore V8 da 190 CV e cambio automatico.

Il conte Agusta ne ricevette una nei colori ufficiali MV: bianco, azzurro e oro, e per curare la manutenzione di questa auto, che lui elesse subito a simbolo di quell’importantissimo accordo industriale, si affidò proprio a Fortunato Libanori.

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