Polvere di Stelle: il Messico e la rivoluzione a due ruote

Polvere di Stelle: il Messico e la rivoluzione a due ruote

Il Paese sudamericano e le motociclette, una storia che inizia anche con il reazionario Pancho Villa e prosegue con Islo e Carabela, il marchio promosso dall’italiano Vecchi

28.09.2022 ( Aggiornata il 28.09.2022 15:04 )

Dicono che il Messico sia un paradiso per i motociclisti, un Paese da percorrere in lungo e in largo in sella a una moto ricavandone grandi soddisfazioni ed esperienze indimenticabili. La parte meridionale dello Stato è l’estrema punta dell’America Centrale, mentre quella settentrionale si incunea nel territorio degli Stati Uniti, confinando con la California, l’Arizona, il Nuovo Messico e il Texas.

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La storia di Benjamín Martín del Campo


La vicinanza con gli USA, dove il motociclismo è nato e ha prosperato fin dal periodo pionieristico dando vita già nei primi anni del ‘900 a piccole e grandi marche, a competizioni su strada, pista e Fuoristrada e lanciando grandi campioni, legittimerebbe l’ipotesi di una storia anche messicana del motociclismo. Eppure i primi tentativi di lanciare sul mercato interno modelli progettati e costruiti da Case nazionali risalgono soltanto al secondo dopoguerra.

I pochi ricercatori di questa storia sono comunque d’accordo nell’attribuire l’origine di questa storia a Benjamín Martín del Campo, nato a Zacatecas nel 1890 e trasferitosi nel 1903, dopo la morte prematura della madre, con il padre e cinque fratelli a Città del Messico. Successivamente Benjamín aprì un’officina per il noleggio e la riparazione di biciclette e in poco tempo la ampliò e ne avviò un’altra per l’assistenza meccanica ai primi automobilisti.

Nel frattempo, la vicinanza con la California aveva fatto sì che in Messico arrivassero le prime motociclette e in particolare le Indian, fin dal 1906, e le Harley-Davidson, verso il 1913, che già si contendevano il mercato nella ricca America del Nord. Benjamín Martín del Campo, già concessionario delle moto Indian, nel 1918 coinvolse i fratelli nella gestione della sua impresa e si mise d’accordo con Arthur Davidson, che gli offrì la rappresentanza generale della Harley-Davidson per il Messico, garantendogli la fornitura di 94 motociclette all’anno, dapprima esclusivamente per le forze di Polizia, poi anche per i normali utenti.

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