Officina: alla scoperta delle differenze nella lubrificazione

Officina: alla scoperta delle differenze nella lubrificazione

Varia a seconda delle condizioni nelle quali lavorano i vari organi meccanici

24.08.2022 ( Aggiornata il 24.08.2022 09:42 )

Tutto ciò che si muove deve essere lubrificato. Per quanto riguarda il motore fanno eccezione soltanto alcune frizioni e le cinghie (dentate e trapezoidali). Le condizioni nelle quali lavorano i vari organi meccanici sono però molto diverse, e quindi anche le loro esigenze in fatto di lubrificazione.

Il fluido che si impiega per svolgere tale funzione è sempre l’olio ma a seconda dei casi hanno maggiore importanza le sue proprietà tribologiche o quelle reologiche.

Dipende dal regime di lubrificazione che si instaura, cioè da quello nel quale lavorano i vari componenti; importantissime sono anche le pressioni e le temperature in gioco, nonché le velocità relative tra le parti. Quando si parla delle condizioni di lavoro fondamentalmente si intende la combinazione di questi tre fattori, che determina le esigenze di lubrificazione, come pure quelle di raffreddamento e le caratteristiche che devono avere gli organi meccanici.

Variano inoltre le modalità impiegate per fare arrivare l’olio nei punti da lubrificare, le quantità richieste dai vari componenti accoppiati, etc… Importanti sono anche la finitura delle superfici e la loro “bagnabilità” da parte dell’olio. Per quanto riguarda la lubrificazione, sono critici (ma per ragioni differenti) gli accoppiamenti camma/cedente, bronzina/perno dell’albero e pistone + segmenti/canna del cilindro.

È logico, anche perché all’interno del motore sono i più importanti (ma pure i più “esigenti”) e oltre a loro in fondo resta abbastanza poco: le valvole, il comando della distribuzione e i cuscinetti dell’albero ausiliario di equilibratura, se c’è.

Nel caso dei motori motociclistici occorre fare i conti anche con la trasmissione primaria e con il cambio. Tra i denti degli ingranaggi di quest’ultimo si raggiungono pressioni di contatto molto elevate: le superfici di contatto sono ridotte e la coppia da trasmettere elevata. Non si deve dimenticare che la trasmissione primaria riduce la velocità di rotazione ma fa aumentare la coppia e che all’interno del cambio avviene un incremento di quest’ultima tanto maggiore quanto più è bassa la marcia.

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