Speedway World Cup, che successo | Manubri Larghi

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La competizione è tornata, rivelandosi un successo davanti al suo “ispiratore” Ove Fundin

23.08.2023 ( Aggiornata il 23.08.2023 07:31 )

Siamo di parte, lo ammettiamo. Lo Speedway delle Nazioni, che nell’ultimo quinquennio aveva mandato in soffitta la Coppa del Mondo, ha un format che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno nell’ambiente del controsterzo, compresi noi.

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Speedway World Cup, che spettacolo


La formula di gara, che prevede 21 batterie nelle quali due piloti per Nazione si sfidano per accedere alla finale, si è rivelata in diverse occasioni poco avvincente. Ma se parliamo di squadra, di gruppo, allora rivedere al via cinque piloti per ciascun Paese in una gara è, secondo noi, tutta un’altra cosa. Come nella Coppa del Mondo. Quattro squadre al via in luogo delle sette previste nello Speedway delle Nazioni, e questo, detto egoisticamente per i colori azzurri, è stato infausto. Ma parlano sempre i risultati.

L’Italia non ha infatti preso parte a questa edizione della Coppa del Mondo, essendo scivolata nel ranking iridato oltre quell’ottavo posto che garantiva la partecipazione alla competizione. L’exploit del 2022 della Finlandia, promossa alla finalissima, e l’ultimo posto dell’Italia nella seconda semifinale dello Speedway of Nations hanno ridisegnato le gerarchie di merito in campo mondiale.

La Speedway World Cup, ospitata dal club polacco dello Sparta di Wroclaw, ha fatto vivere ad appassionati e addetti del settore quattro gare di altissimo livello, tutte molto combattute e culminate con la vittoria thriller dei padroni di casa (ai danni della Gran Bretagna) nell’ultima manche della gara che ha assegnato il titolo iridato. Due illustri ospiti ai box e a centro pista hanno certamente spinto i protagonisti della competizione a dare ancora di più per far vedere a due ex campioni dello Speedway come si corre oggi ai massimi livelli, su questo non abbiamo dubbi.

Speedway World Cup, due ospiti d'eccezione


A iniziare dall’elegante signore nella foto di copertina, Ove Fundin, cinque volte campione del Mondo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Incredibile a dirsi, ma è nato nel 1933: a novant’anni mostra una forma invidiabile e osserva scrupolosamente ogni azione in pista e ai box. Una vera e propria icona sportiva mondiale, non a caso il trofeo della Coppa del Mondo riporta, fin dalla sua prima edizione, il suo nome marchiato alla base della coppa: Ove Fundin Trophy.

Ma c’è stato anche l’attesissimo ritorno in Polonia di Darcy Ward, lo sfortunato pilota australiano rimasto paraplegico in seguito a una rovinosa caduta avvenuta nel 2015 in una gara della Ekstraliga polacca.

Ingaggiato da Monster Energy come consulente, ha seguito scrupolosamente i piloti australiani nella gara di qualificazione e nella finale, chiusa al quarto posto. Il due volte campione del mondo Under 21 ha poi presenziato a Leszno nel giorno di pausa della competizione della Coppa del Mondo, fornendo preziosi consigli e suggerimenti ai piloti Junior del locale club ma anche a quelli provenienti da altre squadre.

Restando nell’ambito dei campioni del Mondo, merita una doverosa citazione il titanico Nicky Pedersen, che a 46 anni ha partecipato alla competizione nella doppia veste di team manager (coadiuvato dal connazionale Henrik Møller) e pilota, segnando sei punti nella seconda semifinale, contribuendo così al risicato successo della Danimarca nei confronti dell’Australia, battuta per appena un punto.

Nella gara finale, dopo aver chiuso al quarto e ultimo posto nella sua prima uscita, si è defilato lasciando spazio ai compagni, saliti sul terzo gradino del podio con una meritata medaglia di bronzo al collo

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