La parabola di Joan Pons | Manubri Larghi

La parabola di Joan Pons | Manubri Larghi

L’uomo che detiene due record storici per il Trial, nell’Europeo e alla Scottish Six Days

Christian Valeri

03.08.2023 ( Aggiornata il 03.08.2023 10:01 )

Ci sono record destinati a rimanere imbattuti e anche nel mondo del motociclismo non mancano esempi del genere. Toni Bou è sicuramente il Trialista più conosciuto e al tempo stesso è titolare di primati che, essendo ancora in attività, può ancora modificare.

I record di Joan Pons


La Spagna domina nella classifica del mondiale TrialGP, dov’è rappresentata da otto piloti su 12: gli iberici confermano di essere parte di un movimento in salute. Una lunga tradizione iniziata negli anni ’80 grazie a Jordi Tarres, che fu il primo spagnolo a fregiarsi del titolo iridato, anche considerando le edizioni prima del 1975, quando il vincitore era campione europeo. Congelato per quasi vent’anni, nel 1992 il torneo continentale riprese a essere organizzato e nell’albo d’oro appaiono nomi di piloti che hanno successivamente vinto anche nella massima serie.

Joan Pons è stato il primo a essersi imposto nel “nuovo” Europeo vincendo tutte e sei le prove. Catalano, classe 1972, è stato per molti anni uno dei protagonisti sia nel Mondiale che nel campionato italiano, correndo successivamente anche per la Fantic e il Team GASGAS Italia guidato da Claudio Favro.

Una carriera agonistica nella quale raggiunse il terzo posto nel Mondiale nel 1994, e che per lui si concluse a fine Millennio per iniziare un progetto dedicato ai giovani. Pons, insieme all’importatore spagnolo della Beta, formò infatti una squadra della quale fecero parte giovani piloti che indossavano un casco con la colorazione Chupa Chups, nota azienda dolciaria iberica e main sponsor del team. Una compagine nella quale vi erano anche talenti del calibro di Laia Sanz e Toni Bou.

A fine 2002 il progetto chiuse i battenti, e per il 2003 Joan decise di tornare alle competizioni. “La Due Giorni della Brianza del 2003 fu la mia prima gara con la Sherco” ricorda Pons. “Parlando con Renato Chiaberto, l’importatore per l’Italia, ci accordammo per partecipare alla prima del campionato italiano. Ad Albenga disputai una delle mie migliori gare e dopo la seconda tappa decidemmo di prendere parte anche a tutte le prove successive”.

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L'intervista a Joan Pons


Il 2003 fu un anno carico di emozioni per te.

“A metà aprile, Josep Rovira Paxau, tecnico Sherco, non potendo correre la Scottish Six Days Trials, mi cedette il suo posto. Iniziai senza alcuna velleità di classifica e il primo giorno mi piazzai sedicesimo, successivamente migliorai e prima della giornata conclusiva mi ritrovai leader con un punto di vantaggio. Nel Day 6, però, partivo tra i primi e ciò significava affrontare le zone ancora molto viscide. Ricordo ancora quando Andreu Codina, uno dei titolari della Sherco, mi disse: ‘OK, Joan, hai fatto tantissimo ma oggi è impossibile vincere’. Ma mentre andavamo a Fort William mi disse anche: ‘Se vinci la SSDT, ti regalo la moto o 3000 Euro’. Partii determinato e al sabato sera salii sul gradino più alto del podio!”.

Cosa scegliesti?

“Scelsi i soldi… A distanza di anni i soldi li ho spesi ma ripensandoci avrei dovuto tenere la moto!”.

Dopo aver smesso anzitempo, Pons pensò che il Trial gli dovesse ancora qualcosa e, dopo tanti anni di duro lavoro, in quel maggio del 2003 riuscì a entrare nella storia come primo e unico debuttante in grado di vincere la Scottish.

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