Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi

Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi© Joan Valls

I risultati dei nostri Trialisti impegnati fuori dai nostri confini, come Daniel Cerutti 

Christian Valeri

23.05.2023 ( Aggiornata il 23.05.2023 15:12 )

Santi, poeti e navigatori. In effetti, noi italiani siamo sempre stati un popolo desideroso di raggiungere nuove terre, e personaggi come Marco Polo, Cristoforo Colombo, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sono soltanto alcuni esempi di nostri connazionali che hanno sfidato l’ignoto mossi dalla curiosità per la scoperta.

Il Trial italiano all'estero


Oggi molto è cambiato e, grazie alla tecnologia, possiamo vedere luoghi lontanissimi collegandoci con uno smartphone. Scoperte virtuali che, però, non riescono a trasmettere quella parte emozionale che soltanto toccando con mano possiamo provare. Profumi e sapori li possiamo vivere soltanto se raggiungiamo quella meta ed è per questo che ancora oggi viaggiamo molto.

I Trialisti italiani amano le gare all’estero ed è per questo che li troviamo nelle liste degli iscritti in prove come la Scottish Six Days Trial, la Due Giorni della Costa Brava, quella del Mont Ventoux e la Tre Giorni di Santigosa. Ed è proprio in quest’ultima competizione che nel weekend di Pasqua i nostri connazionali hanno brillato. Piloti di ogni livello, ex centauri (che per tre giorni sono tornati a gareggiare tra le fettucce), campioni e giovanissimi hanno letteralmente preso d’assalto il sito della prova spagnola per potersi accaparrare il posto.

In poco più di mezz’ora, infatti, tutti i posti disponibili sono stati assegnati. Nella classifica assoluta Andrea Buschi ha superato Paolo Lazzaroni nella terza giornata, ottenendo la palma di miglior italiano. Martina Gallieni è riuscita, al debutto, a giungere alle spalle dell’esperta vice campionessa del Mondo, Berta Abellan.

Trial italiano: parla Daniel Cerruti


Ma a far sventolare il tricolore è stato soprattutto un tredicenne che si è imposto nella classe dedicata ai più giovani. Daniel Cerutti di Verbania è un ragazzino dallo sguardo vispo, la voce squillante, il fisico asciutto e le gambe sottili che non riescono a riempire completamente i pantaloni. Ama la moto, che guida da quando aveva tre anni, e la bici da Trial, con la quale si allena senza sosta. ha compiuto l’impresa al suo secondo tentativo. Un’esperienza che il pilota della Sherco ha così descritto: “L’idea di correre a Santigosa è venuta al mio allenatore Andrea Buschi, che l’ha proposta a me e al mio papà Thomas. Andrea me l’aveva descritta come una gara molto bella e così abbiamo deciso di andarci con l’obiettivo di finirla”.

Una gara faticosa e della durata di tre giorni. “Il primo anno mi sono stancato molto e non ero ancora preparato al meglio. Quest’anno, invece, sono andato in palestra, mi sono allenato in moto in maniera dedicata e in effetti ho faticato molto meno. È stato emozionante: poter correre con molti dei migliori piloti al Mondo, affrontare le stesse zone (a Santigosa il percorso è comune per tutti, ndr) è stato davvero eccitante. È stato bellissimo, per esempio, affrontare l’ultima zona Indoor dove lo speaker e il pubblico incitavano i piloti”.

Per il giovane pilota tricolore, è sembrato un successo comodo nella sua categoria, vedendo il punteggio rispetto agli avversari. "In realtà non è così, perché il terzo giorno ho sbattuto su un ostacolo e ho danneggiato il cambio, per questo in alcune zone entrava la 'folle' e ho dovuto pagare dei 'cinque'. Ma è andata bene". Un racconto che trasmette l’emozione di un giovanissimo che ha appena iniziato a viaggiare per i paddock internazionali, mosso anche da quella voglia di scoprire tipica di noi italiani.

Trial, l'anno delle novità | Manubri Larghi

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