Io Guido da Sola: Lorena Bega e il progetto "No Barriers"

Io Guido da Sola: Lorena Bega e il progetto "No Barriers"© Matitaccia

Da Milano ad Arezzo insieme a ragazze e ragazzi diversamente abili

08.07.2022 ( Aggiornata il 08.07.2022 16:06 )

Da un incontro casuale tra Giorgio Serra (Matitaccia) e Lorena Bega, trentaduenne milanese e ormai membro a tutti gli effetti del progetto No Barriers ideato e creato da Ernest Pozzali, ho avuto anch’io il piacere di conoscere questa motociclista reduce da un tour davvero speciale.

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Mototerapia


La onlus No Barriers si occupa infatti di mototerapia e nel primo weekend di giugno Lorena, insieme ad altri motociclisti, ha viaggiato da Milano fino ad Arezzo insieme a ragazzi e ragazze diversamente abili per dare loro la possibilità di vivere emozioni uniche, abbattendo anche qualche barriera fisica e mentale.

E così mi ha raccontato la sua avventura: “Ho iniziato provando ad andare a fare mototerapia insieme alla onlus No Barriers. Il piacere è stato reciproco: loro stavano cercando una figura femminile, io avevo già dimestichezza con le moto, tutto questo ha portato all’intesa. All’inizio mi sono chiesta più volte se fossi all’altezza. Già portare un’altra persona in moto è una responsabilità, ma portare questi ragazzi lo è ancora di più. È un compito prezioso, è come se avessi dei diamanti con me”.

Viaggio faticoso ma gratificante


Abituata a guidare la moto da anni come suo unico mezzo di trasporto, Lorena ha fatto esperienza con i suoi amici, per poi tuffarsi in quest’avventura, che ha visto tutto il gruppo in viaggio per tre giorni: “Mi hanno affidato una ragazza di 17 anni con la sindrome di Down. Lei non sapeva neppure che sarei stata io a guidare la moto, ma appena mi ha visto ha detto: ‘Voglio andare con lei!’. È un po’ come se mi avesse scelta”.

Il viaggio è stato a tratti faticoso, ma la complicità e l’allegria non sono mai mancate e Lorena, con la ragazza che trasportava, ha avuto subito una grande empatia: “Nel viaggio di ritorno – ha proseguito – mi sono accorta che era molto stanca e a tratti sembrava quasi che le si chiudessero gli occhi, così la guardavo continuamente dallo specchietto, la toccavo e le parlavo. A un certo punto mi sono fermata e le ho dato le mie cuffie. Le ho fatto ascoltare la musica e lei felice ha cantato a squarciagola”. Un’esperienza senza dubbio bellissima che ha lasciato il segno in Lorena, intenzionata a continuare a far parte di questo progetto: “Ormai mi hanno ‘inglobata’ – ha concluso – e una volta che sei dentro non puoi più farne a meno”.

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