Giri e Gare: Roma, in fuga dalla città

Giri e Gare: Roma, in fuga dalla città

Antichi monasteri, laghi vulcanici e borghi preziosi lungo le strade del Lazio. Ad accompagnarci, un vero inno alla velocità su due ruote

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03.02.2023 ( Aggiornata il 03.02.2023 14:48 )

Una lunga giornata di Sole davanti, una Suzuki Hayabusa parcheggiata nel garage della redazione, la voglia di evadere alla ricerca di sensazioni forti.

Infilate tutto in uno shaker, ed ecco servita un’intrigante galoppata, capace di catapultare, nel giro di pochi chilometri, in una dimensione parallela fatta di curve, luoghi remoti e passaggi d’alta quota. Il caos della città è soltanto un lontano ricordo.

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Partenza da Palestrina


Roma, Grande Raccordo Anulare, via Prenestina: si parte da qui. Ma bisogna attendere i primi chilometri “verso fuori”, affinché il percorso vero e proprio entri nel vivo. Per l’esattezza, da Palestrina, vivace centro a est della Capitale, noto per il Santuario della Fortuna Primigenia, imponente struttura monumentale risalente al II secolo a.C. dedicata alla Dea Fortuna. Una delle più importanti testimonianze dell’ellenismo italico.

Seguendo le indicazioni per Capranica Prenestina, si imbocca la SP58a: un bel misto in salita – panoramico e con ottimo asfalto – che regala le prime belle pieghe della giornata. Mai si direbbe di essere a così pochi chilometri dal caos della Città Eterna: uno scenario mozzafiato.

Giunti a Capranica, si può optare per una breve deviazione al Santuario della Mentorella, suggestivo monastero benedettino edificato su una roccia a strapiombo, che domina la sottostante Valle di Giovenzano regalando vedute mirabolanti. Datato IV secolo d.C., la tradizione vuole che questo santuario sia il più antico d’Italia. Un luogo dalla bellezza magnetica, che si raggiunge percorrendo un tratto di strada davvero movimentato, tra curve e allunghi selvaggi.

Tornati a Capranica, si avanza alla volta di Bellegra. Da antologia della motocicletta il tratto tra Bellegra e la statale 411: l’arrivo su quest’ultima, nei pressi di Subiaco, segna l’ingresso ai paradisiaci Altipiani di Arcinazzo, la cui lunghezza, tra prati e boschi d’abete, è tagliata da un lungo nastro d’asfalto.

In un posto così, con una moto come la “Busa” – un monumento alla velocità su due ruote – basta astrarsi un istante dalla realtà per immaginarsi a 300 all’ora già all’altro capo del pianoro.

Tra le pieghe dei Monti Ernici


A trattenere l’audacia del polso destro, oltre al buon senso, ci sono i resti della Villa di Traiano, ennesima dimostrazione di quanto questa zona fosse amata dagli imperatori romani. Alla fine del rettilineo, si prosegue in picchiata tra le pieghe dei Monti Ernici, seguendo le indicazioni per Piglio. Agli appassionati di vino, si rammenta che siamo nelle terre del Cesanese, e proprio una bottiglia di Cesanese del Piglio rappresenta il perfetto souvenir per chi passa in zona.

Si raggiunge a SR155, da imboccare in direzione Valmontone. Superate Valvarino e Carchitti, un rapido passaggio sulla via Tuscolana introduce ai pittoreschi Pratoni del Vivaro, sponda sud del Parco dei Castelli Romani.

La tappa successiva è il borgo di Nemi, affacciato sull’omonimo lago di natura vulcanica. Il centro storico, con i palazzi nobiliari dalle tinte pastello, le belle chiese e l’affaccio panoramico, ha mantenuto intatta, nei secoli, la particolare atmosfera.

Si doppia Genzano (dove si può programmare una visita al Palazzo Sforza-Cesarini) e si raggiunge Castel Gandolfo, ennesima terrazza naturale, meravigliosamente affacciata sulle acque del lago Albano. Una visita al Palazzo dei Papi, e alle ville Barberini, Cybo e Giardini del Moro, sono d’obbligo prima di un veloce rientro nella Capitale.

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