Le corse in Salita negli anni '60 | Tecnica

L’ambito venne dominato da autentici specialisti come Tenconi, Burlando e Zaccanti, e fu caratterizzato da Aermacchi, MotoBi e Morini

Le corse in Salita negli anni '60 | Tecnica

Massimo ClarkeMassimo Clarke

2 gen 2025

Con l’istituzione del Campionato Italiano della Montagna, nel 1959, le corse in Salita acquisirono ulteriore popolarità: cominciarono cioè i veri anni d’oro. Le gare sui circuiti stradali erano assai meno numerose in quanto più complesse e costose da organizzare e anche per i piloti comportavano in genere spese maggiori. Le corse in Salita erano nettamente più diffuse. Inizialmente nel campionato erano previste quattro cilindrate (50, 100, 125 e 175) con classifiche separate per le moto derivate da modelli di serie (“Sport”) e le F2, che comprendevano anche autentici prototipi.

Gli organizzatori potevano anche ammettere moto di cilindrate diverse (tipicamente si trattava delle 500), che però non prendevano punti per il campionato, ove non erano previste. Per molti piloti le trasferte non erano lunghe e le moto potevano essere trasportate agevolmente con un furgone o un piccolo rimorchio. Qualcuno addirittura smontava un paio di sedili e riusciva a trasportarle con la propria macchina. A questo proposito, pare che un pilota siciliano (del quale taccio il nome) arrivò a una gara in Toscana in treno, con la moto come bagaglio al seguito…

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