Il diario di Danilo Petrucci dagli USA: tra piste e...coyote

Il diario di Danilo Petrucci dagli USA: tra piste e...coyote

Il viaggio del ternano verso il Reparto Corse del Team Warhorse in Oklahoma, la terra dei tornado

Danilo Petrucci - Alex Farinelli

21.07.2022 ( Aggiornata il 21.07.2022 11:29 )

È mattina e la carovana si sta radunando fuori dall’hotel Hampton Inn & Suites di Bastrop, in Texas, e il programma della giornata prevede un bel viaggio in direzione Shawnee, Oklahoma, 400 miglia di puro asfalto a stelle e strisce, passando da Dallas prima di cambiare Stato e raggiungere la sede del reparto corse del Team Warhorse HSBK. Il nome Oklahoma deriva dall’unione delle due parole Choctaw (popolazione di nativi americani) “Okla” e “Homma” e significa “terra delle persone rosse”.

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L'Oklahoma e i suoi menu


Lo Stato ha una superficie di poco superiore alla metà del territorio italiano - con piccole catene montuose e vaste pianure - ma con una popolazione del 7% rispetto al nostro Paese. Qui si registra una particolare predisposizione al maltempo, nel 2019 è stato addirittura lo Stato americano più colpito dai tornado. Percorriamo in auto la Interstate Highway 35, un’autostrada di oltre 3000 km che taglia l’America in due, collegando da nord a sud Duluth (Minnesota) e Laredo (Texas) attraversando ben sei Stati: la mancanza di quelle curve tanto amate dai piloti e i bassi limiti di velocità rendono il viaggio un po’ soporifero, ma Petrux si illumina subito quando sente la parola magica: Cross.

Il reparto corse è infatti situato all’interno di un ranch che copre un’area di 300.000 mq (almeno 40 campi da calcio) dove sono presenti due piste da Cross, una casa, uffici, stanze per i piloti, officina e anche il luogo di riposo del mastodontico Peterbilt 386. Siamo in viaggio da qualche ora e la fame inizia a farsi sentire, così optiamo per un pit stop per rifocillarci, ci troviamo in America e In-N-Out Burger è il posto migliore per immergersi nella cultura locale. Occhi in alto al menu ma la scelta del pranzo è resa difficile dall’apporto calorico segnalato di fianco a ogni pietanza, tutti comunicano la loro decisione e quando tocca a Petrux chiede: “Cosa avete nel menu segreto?”.

Bobby Shek, team manager, chiede spiegazioni, non aveva mai sentito parlare di menu segreti, alcune leccornie che la catena tiene nascoste e che soltanto i clienti più affezionati conoscono, ed è curioso come uno straniero conosca dettagli più minuziosi rispetto a un autoctono: hamburger e Animal Fries (patatine fritte sommerse da cheddar e carne) vengono fagocitati in men che non si dica perché il lungo viaggio non è ancora finito, ci sono ancora molte miglia da percorrere.

La lunga retta d’asfalto sembra infinita, ci si distrae un po’ guardando fuori dal finestrino il paesaggio che cambia, praterie, alberi, pale eoliche poi in lontananza scorgiamo un cartello, stiamo finalmente entrando in Oklahoma. Usciamo dalla Interstate 35 per l’ultimo tratto, sulla destra notiamo il Peterbilt fermo con le quattro frecce accese: abbiamo raggiunto il camion che porta con sé tutto il materiale del team, finalmente siamo arrivati e quale migliore compagnia, per entrare nel ranch, di una delle icone americane del trasporto su strada?

Scendiamo dall’auto per gustarci a piedi il “sentiero” che porta verso l’interno della proprietà, e subito siamo avvolti dalla magia del posto, dolci verdi colline su cui si snodano sfiziose piste in terra rossa, non si può far altro che riprendere questo “parco giochi” con video e foto per condividerlo con gli amici dall’altra parte del Mondo.

In viaggio tra i coyote


Gli occhi sono quelli dei bambini che i genitori portano al luna park: dove andiamo? Cosa facciamo? Da che parte iniziamo? Seguiamo le ultime manovre di parcheggio del Peterbilt, e poi inizia il tour: officina, uffici, alloggi e infine si sale a bordo di un buggy per prendere confidenza con la terra rossa. “Siamo in Oklahoma – dice Danilo – ci troviamo sopra il Texas, questa è la Nazione dei tornado e non mi ricordo bene però mi hanno detto pure una battuta riguardo un film: in Oklahoma ci sono soltanto i tori e i pirla (rivolgendosi al sottoscritto, ndr) ma tu non mi sembri un toro (e scoppia a ridere). Vabbè comunque siamo in Oklahoma, questa è la pista d’allenamento del team, peccato che ci troviamo a qualche ora di aereo da dove abito, altrimenti... Però è veramente bellissimo stare qua, c’è una scuola di bambini che si allena, questa è la pista che apparteneva a Trey Canard (ex pilota del Supercross, ndr) ci sono due piste da Cross, una da Supercross, una da Rally, è veramente bellissimo, è uno di quei posti che non appena li vedi hai subito la sensazione di essere in America. Sono venuto tante volte negli Stati Uniti ed è sempre fantastico tornarci, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere”.

Si torna verso casa per la cena, rigorosamente all’aperto e davanti al fuoco, e seduti a tavola le chiacchiere vengono interrotte da ululati in lontananza: Bobby ci spiega che il torrente poco distante di notte è particolarmente vivo.

Coyote e tacchini selvatici vanno per abbeverarsi, ci racconta anche di aver avuto problemi con i castori che, per costruire le dighe, hanno abbattuto molti degli alberi che sorgevano lungo il torrente. Infine ci chiede se qualcuno desidera andare a cacciare i coyote con il fucile, ma noi preferiamo l’asfalto al piombo, e ci dedichiamo alla parte più gustosa della cena, arrostire i marshmallow. Giornate come questa sono impegnative, ma l’avventura non è finita.

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