Freddy Foray: “Sogno di intervistare mio fratello Kenny”

Freddy Foray: “Sogno di intervistare mio fratello Kenny”© Freddy Foray

ESCLUSIVA | Il pit reporter della EWC si racconta ai nostri microfoni prima della attesissima sfida per il titolo Mondiale tra ruolo di intervistatore, carriera, infortunio, lavorare con il fratello Kenny e...

16.09.2023 ( Aggiornata il 16.09.2023 14:13 )

Sale l’attesa per la Superfinale del Mondiale Endurance, la 24h del Bol d’Or che scatta alle 15 di oggi pomeriggio. E per preparare al meglio l’avvicinamento alla gara quale migliore occasione se non quella di intervistare colui che ha l’arduo compito di camminare su e giù per la pit lane a raccogliere le sensazioni dei piloti ad ogni cambio stint. Stiamo parlando di Freddy Foray, pit reporter dal 2021 dell’EWC che ci racconta il suo punto di vista per la gara.

Freddy, ultima gara della stagione. Che cosa puoi dirci?

Per i piloti questo è un tracciato speciale, non è molto fisico, possono “rilassarsi” nei due rettilinei, ma è molto duro per le moto, soprattutto i motori. Nelle gare da 24h ci si può aspettare di tutto, ma quella di oggi è la peggiore perché è anche prevista pioggia. Sarà una gara nervosa e spero che tutti i team ufficiali arrivino al traguardo perché nell’edizione dello scorso anno dopo due o tre ore erano rimasti solo due team ufficiali. E’ una gara diversa.”

Che cosa cambia per te dalla pista alla pit lane? E’ qualcosa di nuovo per te…

E’ la vita. Nel 2020 ho subito un brutto infortunio alla spalla, a fine stagione, e non lo sapevo, il mio braccio non funzionava correttamente. Dopo l’intervento, ho capito che il mio braccio non avrebbe funzionato bene. Volevo comunque tornare e ci ho anche provato ma poi mi sono detto “Ok Freddy, hai 37 anni, basta”. Il mio palmares è buono, sarebbe stato addirittura migliore o persino peggiore. Ero comunque felice e fo pensato che fosse il momento giusto per smettere. Questa opportunità mi è arrivata a Le Mans 2021, è andata bene, ma il 2021 e 2022 sono stati anni difficili. Arrivavo alle gare in macchina e piangevo pensando a quanto è stata dura accettare che la mia vita sportiva fosse finita. Ne è iniziata un’altra, è stato molto difficile. Ogni pilota fa un sacco di sacrifici quando è un professionista, ho passato 20 anni di carriera in questo mondo. Credo nel destino e quando qualcosa per me va storto, è ora di fermarsi. Nel 2022 tanti team ufficiali cercavano un pilota e credevo fosse la situazione giusta per un anno ma forse era solo un segno che era proprio arrivata l’ora di fermarsi.”

E’ come la legge di Murphy, se qualcosa va storto va storto…

Quando ho vinto delle gare, ogni volta desideravo vincere, ma dopo l’infortunio pensavo a quando tornare. Forse lì mi sono detto di smettere. Dopo l’infortunio non sono tornato alla piena forza delle braccia, penso fosse la scelta giusta. Ero un po’ depresso, piangevo come un bambino quando gli tolgono il giocattolo. Adesso sono qui, mi godo il lavoro. Porto comunque tanta visibilità e nuovi spettatori. Eurosport è importante anche per il lavoro con l’Accademia insieme a mio fratello Kenny.”

Che cosa ti è piaciuto dell’Endurance quando hai debuttato?

In Endurance non si deve mollare mai, e questa è anche la mia mentalità. L’inizio della mia carriera è stato difficile, i miei genitori hanno fatto sacrifici per far correre me e mio fratello Kenny. Ho sempre creduto in me stesso ed in Endurance mi sono sempre trovato bene, non mollare mai fa diventare grandi piloti. Determinazione e motivazione sono importanti quando sei senza soldi e lotti per vincere gare. E’ la mia mentalità e quella dei miei piloti e dei miei avversari. Sai che una gara di 24h è una battaglia lunga ed è per quello che ho vinto tante gare.”

Com’è adesso lavorare con tuo fratello Kenny per la vostra Scuola Guida?

Credo che Kenny migliori giorno dopo giorno, forse grazie a me. Lo conosco molto bene e le nostre carriere sono più o meno simili, mi ha sempre seguito nelle mie scelte e siamo finiti entrambi in Endurance. Sono più guerriero di lui, lui un po’ più rilassato. Adesso che sono ritirato lavoro con passione con lui per capire tante cose. Lo cerco quando ci sono delle cose difficili, esserci per lui lo aiuta a migliorare la sua mentalità. Lo scorso anno è stato campione francese, quest’anno è ancora in lizza per il titolo contro Mike Di Meglio e la finale è tra due settimane. Guardiamo tanto a quello che fanno in Italia e Spagna con le loro Academy, io voglio fare lo stesso e far crescere piloti con una grande mentalità.”

Ti è mai capitato di intervistare tuo fratello durante le gare? O comunque sogni di intervistarlo?

Prima di tutto devo parlare inglese con lui (ride). E’ la parte divertente del lavoro, anche se si tratta di Superstock e a Le Mans l’ha vinta. Quando sei stato per 15 anni pilota ufficiale è difficile accettare di fare la Superstock ma lui l’ha fatto quando BMW gli ha chiesto di dar loro una mano. Ero felice per lui. Il mio sogno è che l’anno prossimo torni su una moto ufficiale in EWC e mi piacerebbe intervistarlo per la sua prima vittoria in una 24h. La cosa divertente è che io vorrei la sua carriera nella SBK Francese perché non ho mai vinto lì e lui ha vinto tanto, io ho vinto tanto in Endurance ma mai le 24h. Mi piacerebbe davvero tanto intervistarlo dopo una vittoria a Le Mans o al Bol d’Or, sarebbe il coronamento perfetto delle nostre carriere. Kenny è arrivato secondo diverse volte, è stato campione nel 2014 ma non ha mai vinto una 24h.”

EWC Bol d'Or preview

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