CIV: la "nuova" Moto3 è un esperimento riuscito

CIV: la "nuova" Moto3 è un esperimento riuscito

La novità rappresentata dalla cilindrata 450 cm³ è stata promossa da tutti: Federmoto, team e piloti

22.07.2022 ( Aggiornata il 22.07.2022 14:11 )

Gare spettacolari e nuovi protagonisti: la prima metà della stagione del CIV, arrivato al giro di boa con la tappa del Mugello, ha offerto uno spettacolo in linea con le attese. Non sono mancati i momenti emozionanti nei round fin qui disputati, in un’annata che ha segnato una vera e propria rivoluzione per alcune classi.

Se nella Supersport abbiamo assistito all’arrivo delle nuovissime Next Generation con cilindrate più elevate e con una maggiore quantità di moto presenti in griglia, anche per la Moto3 questo è un anno importante, visto che per la prima volta l’intera griglia è formata dalle “nuove” moto con motori Yamaha da 450 cm³ di derivazione Crossistica.

Dopo un paio di stagioni di sperimentazione, con la doppia griglia comprendente sia le classiche Moto3 da 250 cm³ presenti anche nel Mondiale, che le 450, il 2022 rappresenta quindi il primo anno di questa nuova era, che in questi primi tre round – con sei manche disputate tra Misano, Vallelunga e Mugello – non ha deluso né le nostre aspettative, né soprattutto quelle di Federazione e piloti.

Da appassionati, un punto a favore di questa Moto3 “versione 2.0” è la spettacolarità delle gare, che hanno offerto spesso grandi bagarre sia per quanto riguarda le posizioni di testa che a centro gruppo, come dimostra anche la classifica del campionato: il leader Nicola Fabio Carraro, tra i piloti più esperti in griglia, è davanti a tutti a quota 106 punti, con soltanto cinque lunghezze di margine su Cesare Tiezzi.

Proprio Tiezzi è un esempio lampante di un’altra grande virtù delle 450, ovvero la facilità nel portare al limite il mezzo sia per i piloti più esperti quali il già citato Carraro, che per i novizi della categoria: il diciassettenne Tiezzi, portacolori dell’AC Racing Team, è un rookie ma è già un assoluto protagonista, proprio come lo spagnolo Alberto Ferrandez Beneite o lo stesso Guido Pini, che al Mugello ha trionfato al debutto nella serie confermando come la categoria sia un vero e proprio esperimento riuscito.

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