Jorg Moller è morto, ci lascia il maestro dei tecnici

Jorg Moller è morto, ci lascia il maestro dei tecnici© Profilo Facebook Pier Paolo Bianchi

Il tedesco, che vinse con Minarelli e Morbidelli, viveva a Pesaro e da tempo soffriva di salute. È venuto a mancare uno tra i più grandi tecnici dei motori a 2 tempi

16.03.2022 ( Aggiornata il 16.03.2022 18:27 )

Il mitico tedesco, che non troppo tempo fa era stato colpito da due ictus, è deceduto nella giornata di oggi. Moller è stato uno dei tecnici più iconici e abili del motore a 2 tempi, tanto da essere uno dei protagonisti del panorama delle competizioni motoristiche dagli anni 70' in poi. Il tecnico tedesco impressionò sin dai primi anni di carriera, quando, lavorando per Kreidler contribuì in modo sostanziale alla moto da 50cc, 18,5 Cv a 17.000 giri. Le abilità mostrate con la casa tedesca convinsero Giancarlo Morbidelli, che nel 1974 gli affidò il vertice del Reparto Corse, con il quale disputò il Motomondiale vincendo il titolo iridato, nel 1975, con Paolo Pileri in sella, al termine di una stagione che fruttò 7 vittorie su 10 GP. L'anno successivo arrivò un altro iride, con Pier Paolo Bianchi, mentre nel 1977 fu protagonista di altri 2 successi, con Mario Lega in 250 e di nuovo con Bianchi in 125. Successivamente, dal 1978 al 1981, Moller passò alla Minarelli con la quale vinse altri 2 titoli, con Angel Nieto.

La collaborazione con Malossi fino agli ultimi giorni di vita


Oltre al prestigioso palmares, Moller ha lasciato in eredità un modo di lavorare che tutt'ora caratterizza il mondo delle corse; la sua attitudine alla leadership all'interno del box contribuì a creare un nuovo modo di concepire il rapporto tra tecnici, con ruoli distinti e con una sola persona al comando. La meticolosità all'approccio lavorativo contagiava le persone al suo fianco, che sapevano che il lavoro non sarebbe terminato fino a quando l’ingegnere non approvava il tutto con un gessetto bianco sul muro con scritto: “Ok”. L'etica del lavoro si vide anche nel rapporto con i piloti, da quelli già citati come Pier Paolo Bianchi e Paolo Pileri fino a Giacomo Agostini, Dieter Braun e Graziano Rossi, corridori che hanno lavorato con Moller e che da lui sono stati influenzati nel modo di approcciare alle corse.

Proprio il tre volte campione del mondo, Pier Paolo Bianchi ha ricordato l'amico con il quale ha condiviso tante vittorie: "C'è stato sempre un grande rapporto di amicizia tra noi. Portò un nuovo approcciò tecnico, apportando migliorie in ogni area della progettazione e realizzazione dei motori. Problemi come i grippaggi o gli alberi motore spezzati sparirono con lui". L'omaggio dell'ex pilota italiano rilasciato a InMoto fa eco a quello di Fabio Canetoli, tecnico di Malossi, l'azienda italiana con la quale Moller ha lavorato dal 1994 sino agli ultimi giorni e con la quale ha realizzato tre record sul lago salato di Bonneville: "Si era creato un bel rapporto di amicizia e stima, la sua scomparsa è stata un duro colpo. Era uno che lavorava anche 12 ore al giorno, ma lo faceva con allegria. Amava scherzare, perchè era un vero appassionato e gli piaceva ciò che faceva. Un modo di fare che lo aiutava molto a superare i momenti difficili, soprattutto negli ultimi tempi.

Ci ha lasciati dunque un pezzo di storia delle ruote, un maestro della tecnica, noto per la sua professionalità ma anche e soprattutto per la genialità delle sue intuizioni, come ad esempio il "cilindro a 7 travasi", soluzione tecnica che Malossi utilizza ancora.

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