La casa austriaca e quella giapponese sono le regine del rally raid più duro al mondo ma al via le case rappresentate ufficialmente saranno ben sei

KTM vs Honda ma non solo: tutte le moto della Dakar 2024

KTM ha segnato la storia recente della Dakar vincendo a ripetizione dal 2001 al 2019 nonostante i vari cambi regolamentari che hanno modificato notevolmente le moto in gara. Dai potenti bicilindrici da 950cc ai mono 660 e 690 fino a quando nel 2011 gli organizzatori hanno imposto il limite a 450cc per poter competere nel rally raid pi&ugrave; duro del mondo. Da allora solo Aprilia tra il 2010 e il 2012 ha provato a cambiare le carte in tavola con la propria RXV 450 Rally, una bicilindrica che si rivel&ograve; anche molto veloce riuscendo a vincere diverse tappe ma senza mai centrare il successo finale. Oggi tutte le case si presentano al via con dei monocilindrici 450 derivati, chi pi&ugrave; e chi meno, dalle rispettive versioni da cross o enduro e preparati per affrontare al meglio le impervie vie dell&rsquo;Arabia Saudita.

<a href="https://motosprint.corrieredellosport.it/news/off-road/rally-raid/dakar/2023/12/21-6942361/dakar_2024_le_moto_elettriche_iscritte_alla_categoria_mission_1000">DAKAR 2024: LE MOTO ELETTRICHE ISCRITTE ALLA CATEGORIA MISSION 1000</a>

<h2>KTM 450 Rally Factory</h2>

La vincitrice dell&rsquo;ultima edizione della Dakar e regina della competizione si schiera al via della gara con sei piloti ufficiali ai quali saranno affidate le KTM, Husqvarna e GasGas ufficiali. Le 450 Rally Factory si differenziano molto dalle 450 Rally Replica, le moto utilizzate dalla maggior parte dai piloti privati. KTM ha portato dalla Dakar 2022 una nuova moto completamente diversa rispetto a quella che aveva utilizzato fin dal debutto dei 450. La &ldquo;vecchia&rdquo; moto resta un&rsquo;ottima moto tanto che la moto clienti ovvero la 450 Rally Replica &egrave; oggi di fatto l&rsquo;ultima evoluzione della 450 Rally Factory 2021 ma i percorsi molto diversi rispetto a quelli sudamericani su cui la moto era cresciuta hanno portato gli austriaci a lavorare ad una nuova moto completamente diversa.



Il telaio della nuova 450 Rally Factory &egrave; un doppia culla in acciaio che riprende le forme della SX-F 450 ufficiali che disputano il mondiale MxGP. Il nuovo telaio, completamente diverso rispetto al traliccio in acciaio che ancora oggi &egrave; montato sulla 450 Rally Replica ha obbligato KTM a riprogettare completamente la moto. Cambiano ovviamente anche le sospensioni, affidate ovviamente a WP, con le ultime evoluzioni della serie XACTpro, il nuovo telaio ha obbligato a modificare il mono e il leveraggio con tutto il posteriore che cambia con il serbatoio posteriore da 16 litri pi&ugrave; compatto e vicino al centro della moto per migliorarne il baricentro e la guida sulle dune del deserto saudita. Nel 2022, primo anno del nuovo corso KTM, il motore utilizzato era ancora quello della precedente versione, pi&ugrave; affidabile rispetto a quello nuovo che ha invece poi debuttato nella Dakar 2023 e permettendo poi a Kevin Benavides di conquistare la vittoria.



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<h2>Honda CRF 450 Rally</h2>

La casa dell&rsquo;ala dorata ha interrotto la striscia di vittorie di KTM nel 2020 grazie all&rsquo;americano Ricky Brabec ma soprattutto ad un rinnovato e costosissimo progetto messo gestito direttamente da HRC. La Honda CRF 450 Rally &egrave; un vero e proprio prototipo realizzato dal reparto corse giapponese per il mondiale Rally Raid ed ovviamente per la Dakar. Le voci del &ldquo;paddock&rdquo; della corsa pi&ugrave; dura al mondo, riguardanti la CRF 450 Rally ufficiale parlano di una moto dal valore di circa un milione di euro. Una cifra faraonica che per&ograve; considerato che la casa giapponese non pu&ograve; rientrare del prezzo di sviluppo come fa KTM vendendo ai privati la moto, non &egrave; del tutto improbabile. Il telaio in alluminio &egrave; sviluppato appositamente per i rally ed &egrave; assai diverso per forme e rigidit&agrave; a quello delle &ldquo;sorelle&rdquo; da cross o enduro. Le sovrastrutture sono realizzate per accentrare il pi&ugrave; possibile le masse e ridurre al minimo il peso, si pu&ograve; notare infatti il grande utilizzo di fibra di carbonio per rinforzare le zone pi&ugrave; esposte agli urti accidentali e alle cadute ma anche, ad esempio per tutta la parte che sostiene sella e codone nel quale sono collocati due piccoli serbatoi, uno per lato. Anche la torretta sulla quale sono collocate tutti gli strumenti necessari alla sicurezza e alla navigazione &egrave; realizzata in carbonio. Le sospensioni sono affidate, ovviamente, a Showa mentre i freni sono Nissin.



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<h2>Fantic Motor XRF Rally Factory</h2>

Dopo debutto del 2022 con Franco Picco, vera e propria leggenda della Dakar oggi passato a capo del team Fantic per il rally raid, la casa italiana continua il suo percorso di crescita. La XRF Rally Factory dopo essere cambiata parecchio tra il 2022 e il 2023 sembra finalmente aver trovato il giusto compromesso tra guidabilit&agrave; sul veloce, sulle dune e sulle superfici pi&ugrave; dure e tecniche. La ricetta &egrave; la stessa del modello che &egrave; possibile acquistare da qualsiasi appassionato di rally raid, monocilindrico 450cc di derivazione Yamaha, con il cilindro ruotato di 180 gradi ed inclinato all&rsquo;indietro, telaio perimetrale in alluminio con un telaietto posteriore in acciaio a sorreggere la sella. Il serbatoio da 30 litri arriva, come anche sulle altre moto, fino alla parte pi&ugrave; bassa del telaio cercando di abbassare il pi&ugrave; possibile il baricentro della moto mentre il terzo serbatoio corre sotto la sella accentrando ulteriormente le masse.

Visto che il motore &egrave; di derivazione crossistica per migliorarne l&rsquo;affidabilit&agrave; viste le altissime temperature che si raggiungono nel deserto &egrave; stato aggiunto sotto il faro un radiatore dell&rsquo;olio in modo da aumentare la capacit&agrave; ed il raffreddamento migliorandone l&rsquo;affidabilit&agrave;. Proprio questa in questi primi anni di Dakar per Fantic &egrave; stata il punto di forza, Alex Salvini che lo scorso anno &egrave; stato costretto al ritiro &egrave; infatti incappato in un problema alla pompa della benzina dovuto alla presenza di acqua nella benzina che ha compromesso la sua prima Dakar.



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<h2>Hero 450 Rally</h2>

La casa indiana &egrave; la pi&ugrave; grande produttrice di motocicli e scooter al mondo con circa 8 milioni di mezzi a due ruote venduti, in India Hero MotoCorp ricopre il 46% del mercato. Arrivato alla sua ottava partecipazione alla Dakar, il marchio indiano &egrave; ormai uno dei protagonisti della corsa pi&ugrave; dura al mondo riuscendo anche a centrare la vittoria di tappa nel 2023 con Ross Branch. Con l&rsquo;arrivo di Joan Barreda Bort il marchio indiano punter&agrave; forte alla Dakar 2024 forte anche di una moto progettate e costruita interamente da zero nel Hero Tech Center Germany (TCG) a Stephanskirchen al centro di un ipotetico triangolo tra Monaco di Baviera, Innsbruck e Salisburgo. Qui dal 2016 ha sede il team Hero Rally gestito dall&rsquo;esperto Wolfgang Fischer sotto le cui direttive sono nate tutte le Hero 450 Rally. Con l&rsquo;arrivo di Barreda, che lo stesso Fischer lanci&ograve; nel 2012 nei pressi della fabbrica in Germania si sono svolte lunge sessioni di test fino a raggiungere l&rsquo;attuale moto che prender&agrave; parte alla Dakar 2024.



La Hero 450 Rally riprende la filosofia della KTM 450 Rally Replica, telaio in traliccio di tubi d&rsquo;acciaio che ricorda molto nelle forme e nelle dimensioni quello della casa austriaca. La soluzione differente rispetto ai telai di derivazione enduristica e crossistica delle altre case, permette alla Hero di utilizzare un unico grosso radiatore curvo. Sempre come KTM, la moto indiana ha un serbatoio posteriore autoportante ancorato al telaio, completamente progettato da Hero tutta la parte superiore con la torretta e l&rsquo;impianto d&rsquo;illuminazione a led.



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<h2>Kove 450 Rally XE</h2>

L&rsquo;ultima arrivata alla Dakar, solo in senso temporale perch&eacute; al debutto nel 2023 la moto cinese ha subito ben impressionato vedendo tutte e tre le 450 Rally schierate giungere al traguardo. Per il 2024 il marchio di Zhang Xue punta alla consacrazione grazie a Mason Klein, velocissimo americano che si &egrave; messo in mostra nella Dakar 2023. Per dare a Klein un mezzo ancora pi&ugrave; performante la casa cinese ha lavorato duramente portando una nuova moto in Arabia Saudita e presentata ad EICMA, la 450 Rally XE. La nuova moto ha ricevuto una vistosa cura dimagrante con la lancetta della bilancia che si ferma ora a 128kg contro i 147kg a secco della moto che ha corso la Dakar 2023. Aumenta la capacit&agrave; dei serbatoi che da 31 litri sale a 34l frutto di una riprogettazione dei serbatoi. Anche il motore &egrave; tutto nuovo, molto pi&ugrave; compatto rispetto a quello visto un anno fa in Arabia Saudita ed in grado di spingere la 450 Rally XE a 180km/h. Il telaio &egrave; un tubulare a doppia culla in acciaio con forcellone in alluminio mentre per quanto riguarda le sospensioni ed i freni come da filosofia Kove sono tutti &ldquo;Made in China&rdquo;. Le sospensioni ovviamente pluriregolabili sono dunque Ju-an con il mono posteriore che lavora insieme ad un link progressivo, mentre per quanto riguarda i freni affidati a Taisko.



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<h2>Sherco 450 SEF Rally</h2>

Anche la casa franco-spagnola ha recentemente rinnovato la propria moto per la Dakar, come anche le altre case gi&agrave; citate andando verso una moto pi&ugrave; &ldquo;enduristica&rdquo;. La SEF Rally infatti deriva strettamente dalla sorella 450 SEF Racing la moto da enduro di Sherco. La nuova moto eredita dalla sorella il telaio semiperimetrale in acciaio al cromo-molibdeno, tutto nuovo anche il motore che &egrave; stato sviluppato appositamente per i rally. Cambiano ovviamente anche le sovrastrutture rispetto al modello enduro con la torretta per la strumentazione da rally nella parte superiore e l&rsquo;ormai classico serbatoio sdoppiato, soluzione scelta dalla totalit&agrave; delle moto che oggi si presentano al via della Dakar con un piccolo serbatoio al posteriore.

La casa austriaca e quella giapponese sono le regine del rally raid pi&ugrave; duro al mondo ma al via le case rappresentate ufficialmente saranno ben sei