Africa Eco Race: la lunga traversata prima della gara

Due giorni di navigazione da Savona a Tangeri: una possibilità in più per scambiarsi informazioni e raccogliere dati di navigazione

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7 gen 2020

La grande carovana di Africa Eco Race si era imbarcata sabato 5 gennaio al mattino da Savona ed è approdata al porto di Tangeri questa mattina dopo 40 ore di navigazione.

L'arrivo a Tangeri rappresenta un cambiamento rispetto al passato per la gara, ed è dovuto al maggior numero di partecipanti di questa dodicesima edizione: ben 266 veicoli e 688 persone.

Il porto di Nador, che per i primi undici anni ha costituito la destinazione del trasferimento in nave dalla Francia, non ha infatti la possibilità di accogliere una nave di queste dimensioni, ecco perché quest'anno il viaggio è stato più lungo. Ma l’occasione è stata propizia, perché questi due giorni di "riposo forzato" hanno permesso ai concorrenti, e in parte all'organizzazione della gara, di riprendere fiato dopo il tour de force di Mentone e delle verifiche, in vista della gara di due settimane che oggi, 7 gennaio, ha preso il via proprio da Tangeri e che si concluderà il 19 gennaio.

Non solo: il viaggio in nave ha dato a tutti la possibilità di prepararsi nel migliore dei modi all'impegno agonistico, attraverso informazioni e soprattutto corsi di formazione riservati ai piloti per l'utilizzo della strumentazione, di navigazione e di sicurezza, come per esempio Iritrak e GPS Sentinel.

IL BRIEFING - Il momento più importante di tutta la traversata è stato il briefing generale tenutosi la mattina del 6 gennaio, da Jean Louis Schlesser, patron della corsa.

I concorrenti nel corso delle due ore di incontro hanno potuto ascoltare e raccogliere un discreto numero di informazioni preziose per lo svolgimento della gara; "Schless" – così è soprannominato l’organizzatore -  ha spiegato soprattutto la filosofia della gara, quella cioè che ogni anno richiama un maggior numero di appassionati al via e fra loro molti al debutto in Africa.

Schlesser ha presentato le figure-chiave delle diverse direzioni gara – moto, auto, e camion – ha parlato anche di assistenza medica, con ben 17 persone coinvolte,  dei 3 elicotteri al seguito della gara, ma anche di solidarietà, di passione, di sfida con se stessi. E’ stato ricordato il coraggio di figure come Nicola Dutto, in gara in moto sulla sua KTM e di Gianluca Tassi, a bordo di un SSV Yamaha, per la prima volta entrambi al via della gara africana. Con loro anche un altro concorrente paraplegico e cioè Geoffrey Noël de Burlin che addirittura ha deciso di correre da solo con un SSV.

Infine, Schlesser ha parlato anche del road book, preparato da Renè Metge e Manfred Kroiss, meno dettagliato rispetto ad altri, proprio per consentire un margine di attenzione sempre alto in chi sta facendo la propria gara.

Dopo una colazione tipica che ha dato il via alla prima giornata di gara, oggi un lungo trasferimento composto da 754 chilometri nella regione di Kenitra attende i concorrenti (leggi qui il percorso della prima tappa).

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