Ritmo devastante del duo KTM che conclude la prima manche con un minuto di vantaggio su Coldenhoff terzo. Febvre cade e si mette nei guai da solo, mentre Coenen ringrazia
Due gare in una, questa in sintesi la prima frazione del Gran Premio di Lettonia, undicesima prova del Mondiale MXGP 2025. La prima, quella con solo due piloti in competizione per vincere e la seconda, quella tra tutti gli altri che hanno cercato di raggiungere almeno un piazzamento nella top 5.
Nella prima Jeffrey Herlings (KTM) e Lucas Coenen (KTM), hanno tenuto un ritmo del tutto insostenibile per gli altri, girando su tempi pazzeschi, fermando il cronometro sempre almeno 3 secondi prima di quello degli avversari che hanno visto crescere il loro distacco giro dopo giro, su un tracciato tecnico, si ma anche velocissimo e poco incline a favorire i sorpassi. Al via è Coenen a prendere il comando firmando il primo hole-shot della giornata ma è il vincitore della gara di qualifica Herlings ad approfittare di una sbavatura del rivale per infilarlo quattro curve dopo, prendendo il comando.
Il ritmo forsennato dei primi giri consente all’olandese di prendere un margine di 3 secondi che manterrà fino alle fasi finali della manche, quando il belga si rifarà sotto ma senza trovare spiragli dove attaccare. Tra i due litiganti, la tabella rossa Romain Febvre (Kawasaki), non gode affatto e dopo essere rimasto incollato alla Fantic di Brian Bogers, al quarto posto per ben 10 tornate, si pianta nella sabbia, ripartendo 7° e riuscendo solo nel finale a tornare al 6° posto sotto la bandiera a scacchi, cogliendo il secondo peggior risultato dell’anno. Ringrazia Coenen che si porta provvisoriamente a -28 dal rivale, con più che un motivo per sperare di accorciare ulteriormente in gara due.
L’altra gara, quella per il terzo posto per intenderci, la vince Glenn Coldenhoff (Fantic) che chiude a quasi un minuto dal primo e che precede un ritrovato Ruben Fernandez (Honda), il compagno di squadra Bogers e Febvre che riesce a stare davanti ad Andrea Bonacorsi (Fantic), sfruttando l’errore di Ben Watson (Beta), 7° per quasi tutta la gara e 8° sul traguardo. Il resto è davvero poca cosa, con le tre Yamaha in crisi profonda, le due Ducati di Mattia Guadagnini e Jeremy Seewer, 14° e 16°, mentre Alberto Forato (Honda) riesce a finire 18° su una pista davvero impegnativa per chi deve ancora entrare in forma dopo un infortunio.
Link copiato