Patagonia: addio alla pista di motocross

Patagonia: addio alla pista di motocross© La Angostura Digital

Avviati i lavori di smantellamento del “Circuito Patagonico” di Villa La Angostura. La pista del Campionato del Mondo FIM di Motocross verrà rimossa a causa del cambiamento di destinazione d'uso dell'area sulla quale insiste

28.03.2024 ( Aggiornata il 28.03.2024 09:27 )

Per molti era il circuito più bello del mondo, per altri rappresentava l’occasione di visitare un luogo dall’altra parte del globo; per dieci anni e otto edizioni, quello di Villa La Angostura, è stato la sede del Grand Premio di Patagonia-Argentina, regalando duelli memorabili e assicurando uno spettacolo unico. Velocissima e piuttosto difficile da interpretare al meglio, le sue curve entravano e uscivano dal bosco di altissimi aghifoglie, non di rado pervase dal fumo dei fuochi allestiti dagli asadores che cuocevano le carni per il pubblico, sempre numeroso.

La ristorazione a bordo pista come da tradizione patagonica

Nemmeno il Covid riuscì a fermare il circuito patagonico

Era sopravvissuto anche alla pandemia di Covid19 il Circuito Patagonico di Villa La Angostura, la pista in cenere vulcanica che a partire dal 2015 ha ospitato il Gran Premio di Patagonia-Argentina. In tanti si sono susseguiti sul gradino più alto del podio della pista che si affacciava sul lago Nahuel Huapi, immenso bacino di acqua dolce formato dallo scioglimento dei ghiacciai che occupa una superficie di più di 500 chilometri quadrati. Da Max Nagl, vincitore con la Husqvarna ufficiale nella stagione inaugurale, quella che vedeva tra i partenti anche Ryan Villopoto e tra gli spettatori un curioso Casey Stoner venuto dall’Australia proprio per fare il tifo per il pilota americano, a Jorge Prado, vincitore dell’ultima edizione.

Prado taglia il traguardo primo in gara uno nel 2023

Da Nagl a Prado, 10 anni di vincitori

Nel mezzo ci sono Jeffrey Herlings, unico assieme a Jorge Prado (2019-2024) ad aver vinto sia in MX2 che in MXGP (2016-2018), Tim Gajser, unico ad aver vinto ben tre edizioni (2016, 2017, 2022), Antonio Cairoli che dalla Patagonia nel 2019 lanciava l’assalto al decimo titolo mai arrivato, a Ruben Fernandez, vincitore a sorpresa nel 2023. In MX2, detto di Herlings, vincitore nel 2016, Dylan Ferrnadis vinse la prima edizione del 2015, Jonass lo fece nel 2017, anno del suo titolo nella classe cadetta, poi seguirono Tom Vialle (2022), Jago Geerts (2023) e da ultimo Kay De Wolf (2024) che in Argentina ha conquistato la tabella rossa ancora oggi sulla sua Husqvarna numero 74.

Cairoli festeggiato dal pubblico nel 2019

Là dove c'era l'erba

Oggi vedere le immagini della pista “più bella del mondo”, come piace chiamarla agli argentini, spianata, fa piangere il cuore di molti addetti ai lavori e dei fan delle ruote tassellate. Quella di Villa La Angostura era ben più che una semplice pista, rappresentava soprattutto una conquista, quella della MXGP che era riuscita a tornare dall’altra parte del pianeta con il suo grande circo dopo la pandemia. Andare in Patagonia era un emozione unica per chi per la prima volta calcava a piedi o con le ruote della propria moto quella strana terra scura e cedevole che tante battaglie ha visto in questi indimenticabili 10 anni di gare. Certo, qualcuno si ricorderà di quanto poteva essere duro il suo suolo se colpito ad alta velocità ma correrci sopra per molti era e ora resterà, un vero e proprio sogno. Il futuro della gara sudamericana è ancora incerto, un contratto è in essere e ora si cerca una nuova sede per una gara che potrebbe essere abinata nel 2025 ad una trasferta in Brasile. Salta e San Martin de los Andes i nomi più probabili.

Il sito di Villa La Angostura ormai smantellato

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