Motocross, Lupino come Cairoli: "Smetto, anzi no" | Esclusiva

Motocross, Lupino come Cairoli: "Smetto, anzi no" | Esclusiva

"Accanto all’onore e alla portata storica, la chiamata della Ducati è arrivata al momento giusto"

20.01.2024 ( Aggiornata il 20.01.2024 09:06 )

Non è facile nello sport, come nella vita, cambiare obiettivi, traguardi e consuetudini. Dover rimodellare, correggere e ridimensionare le proprie ambizioni può comportare frustrazione, disillusione.

Ma quando, come nel caso di Alessandro Lupino, c’è già una nuova sfida da affrontare, è tutto più facile e quasi “naturale”. Lupino smette con il Motocross? No, smette con il mondiale Motocross, per parafrasare il suo amico Antonio Cairoli nell’annuncio di due anni fa. “Smetto con il Motocross – anzi no – smetto con il Mondiale” disse la Leggenda. Da allora Tony si è sempre allenato in pista, così come ora è il momento per Lupino di lasciare il campionato più importante – un impegno totalizzante per più di sette mesi – ma non il Motocross.

Motocross: Cairoli "svela" la Ducati

Alessandro Lupino in esclusiva


Nato a Viterbo il 15 gennaio 1991, il “Lupo”, dopo aver vinto tutto nel Minicross (Italiano, Europeo e Mondiale) a 16 anni passò direttamente al mondiale Motocross. Dove ha trascorso metà della sua vita. “Da piccolo giocavo a calcio – racconta – e a 7-8 anni ebbi in regalo da mio nonno e mio zio, appassionati di moto, un Grizzly 50, ci giravo un po’ in campagna. L’iniziazione vera e propria fu due anni dopo, quando mi presero il Polini 50, che all’acquisto omaggiava di una scuola di quattro giorni all’isola d’Elba condotta da Fabio Fasola. Eravamo un gruppo di bambini, tra loro c’era anche Danilo Petrucci. La mia prima gara vera fu nel 2002, nell’italiano Minicross Junior. Avevo 11 anni e vinsi subito, e alla fine conquistai anche il titolo italiano. Nel 2006 con KTM Foto Shop vinsi il titolo Senior, l’Europeo e il Mondiale”.

Dopo il Minicross arrivò il Mondiale vero e proprio.

“Nel 2007 entrai nel Team De Carli dove c’erano Cairoli e Matteo Bonini: un sogno, ma non ero pronto. Dal Minicross alla 250 quattro tempi, senza neanche passare per la scuola della 125. Nel 2007 fui secondo nel mondiale junior MX2 e sesto nell’Italiano, e vinsi il Trofeo MX Italia. Nel 2008 nel mondiale MX2 fui 23°. Nel 2009 dopo i primi cinque GP ero nella Top 15, ma un infortunio alla spalla mi costrinse a un intervento chirurgico. Nel 2010 passai al Team Ricci, con la Yamaha in MX2: fui 14° finale con un terzo posto di manche a Bellpuig. Insieme con Ricci passammo all’Husqvarna, con cui nel 2012 vinsi l’italiano MX2”.

Poi ci fu il passaggio al team francese CLS.

“Due anni, prima con la Yamaha e poi con la Kawasaki: avevo un buon passo, feci ottavo al Mondiale con due podi, a Sevlievo e Maggiora. Quello davanti ai tifosi italiani fu un momento indimenticabile. E ci fu anche il podio al ‘Nazioni’ 2013: terzo posto in Germania con Cairoli e David Philippaerts”.

Nel 2014 iniziò l’avventura nella classe regina.

“In Indonesia si infortunò Tommy Searle e il team mi chiese di sostituirlo sulla 450. All’esordio, ad Arco, con la Kawasaki sorpresi tutti con un ottavo posto in Gara 2, ma pochi giorni dopo mi infortunai a un ginocchio”.

Dopo quell’inconveniente è arrivato un ulteriore cambiamento.

“Nei tre anni successivi ho gareggiato nel team italiano Honda Assomotor, e dal 2015 faccio parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Motociclismo, Polizia di Stato, e in tutti questi anni mi è stato vicino il Moto Club Bonanni di Tavarnelle Val di Pesa. Un brutto infortunio alla spalla mi ha limitato nel Mondiale, ma con Assomotor ho vinto tre titoli italiani (2015, 2016, 2017). Nel 2018 sono passato al team olandese Gebben: tre anni in cui sono tornato a fare buoni risultati nella Top 10 iridata, vincendo l’Italiano nel 2018. Avevo Christian Ravaglia come preparatore e abbiamo svolto un ottimo lavoro”.

Nel 2021 sei passato al Team KTM-MRT.

“Dove ho vissuto forse la mia migliore stagione: ho vinto l’Italiano e al Mondiale ho chiuso decimo, ma soprattutto ho partecipato alla splendida vittoria del Cross delle Nazioni a Mantova con Cairoli e Mattia Guadagnini”.

Nel 2022, con la Beta, il primo incarico grazie alle tue doti di sviluppatore, preludio a quanto accadrà in Ducati.

“Il 2022 è stato un anno da dimenticare, poi nel 2023, con la Beta e con MRT abbiamo vissuto una buona stagione con un gran lavoro di sviluppo: la moto è cresciuta e quando ho fatto belle partenze i risultati sono stati positivi (nono in Spagna, ottavo in Lettonia, nde) fino all’infortunio in Indonesia. Mentre nell’Italiano mi sono classificato secondo per pochi punti”.

1 di 3

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi