Francesca Nocera: "Sogno la Dakar" | Esclusiva

Francesca Nocera: "Sogno la Dakar" | Esclusiva

"Finalmente ho vissuto una stagione senza infortuni, e il podio nel mondiale Women è stato il premio per la scelta coraggiosa di lasciare il Cross per l’Enduro"

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08.01.2024 ( Aggiornata il 08.01.2024 09:55 )

“Ti stai sbagliando, chi hai visto non è, non è Francesca, vestita di rosso”. È soltanto un verso della celebre “Non è Francesca”, tra le prime canzoni della leggendaria coppia artistica Lucio Battisti-Mogol che, nell’immaginario di questo brano, aveva profetizzato Francesca Nocera vestita di rosso sulla Honda-RedMoto CRF 250 RX Enduro.

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La resilienza di Francesca Nocera


Lei stessa, già a tre anni canticchiava spesso “Non è Francesca”, storpiandone le parole perché da bambina non voleva giocare con le Barbie, ma sognava di guidare una Minicross. Fin da piccola, la bergamasca – oggi 30 anni – voleva essere identificata come una Crossista: acqua, sapone, fango, sudore, senza preoccuparsi di avere le unghie multicolori trend styling. La passione per il Fuoristrada viene da papà Antonio, che correva a livello amatoriale nel Cross, con al seguito la moglie Simona, la piccola Francesca e la secondogenita Cecilia. Francesca Nocera, ex Crossista, si è convertita all’Enduro nel 2022, non arrendendosi al più sfortunato dei debutti nel mondiale Women, al GP Spagna. Affrontando la prima Extreme Test, subito dopo il via, Francesca è caduta rovinosamente su una roccia procurandosi la sublussazione della spalla sinistra: immediato KO e stagione finita ancora prima di iniziare.

Ferma oltre quattro mesi dopo l’operazione, non si è abbattuta e ha ripreso a lavorare sodo, per preparare la stagione dell’Enduro 2023 sempre con il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro e il Team Honda-RedMoto. Dove ha trovato in Thomas Oldrati un coach esperto che l’ha aiutata a trasformare guida, tecnica, approccio alle gare, testa. “Ora et labora”, prega e lavora: Francesca nel 2023 ha lavorato alla grande vincendo tutte le giornate di gara della Women della Coppa Italia, riuscendo anche a centrare la terza posizione nel Mondiale.

“La moto mi rende libera, mi regala emozioni – ci racconta – gareggio per pura passione e poi perché l’agonismo è nel mio DNA. Sono testarda, ma in mezzo ai miei difetti ho anche un grande pregio, la resilienza: per ogni problema c’è una soluzione. Il mio carattere, unito all’aiuto della mia famiglia, mi ha portato a vivere ciò che sognavo da bambina. Nulla mi è stato regalato: tutto quello che ho, l’ho conquistato grazie al mio impegno, al Gruppo Sportivo Fiamme Oro e alle poche persone, aziende e team, che nonostante le difficoltà mi hanno sempre supportata”.

Quante volte hai rischiato di mollare?

“Numerose, la mia carriera è stata altalenante: a nove anni è arrivata la mia prima moto e ho capito che quella poteva essere una passione per la vita. Io, ragazzina timida, quando indossavo il casco mi trasformavo, sentendomi libera di essere me stessa. Mio padre Antonio era, ed è tutt’oggi, un grande appassionato di Cross e pilota amatore, che ha deciso di aiutarmi e portarmi dove sono ora. La mia famiglia ha contribuito a ogni singola vittoria sostenendomi dopo ogni sconfitta”.

Quante sono le ragazze che si avvicinano oggi al mondo del Fuoristrada?

“Finalmente si iniziano a vedere molte più ragazze alle gare, anche se siamo ancora pochine al via degli Assoluti d’Italia, mentre nel mondiale Women siamo una ventina. L’Enduro è uno sport tosto sia fisicamente che mentalmente: parecchie ore in moto che ti mettono a dura prova. La cosa che più mi piace è proprio la tipologia di gara: amo passare quelle ore solitarie con la mia moto”.

Come ti sei avvicinata alle gare?

“Ho iniziato con il Cross a 16 anni. Inizialmente i risultati erano scarsi ma non importava, perché mi divertivo. Poi, pian piano, sono migliorata passando a gare più titolate. Alla prima gara nel Mondiale su sabbia sono stata quinta. Con papà ho iniziato a lavorare più seriamente arrivando a vincere diversi titoli italiani e ottenendo buoni risultati nel Mondiale, anche se ho dovuto fare i conti con infortuni e soprattutto con problemi di salute che ho risolto dopo un intervento chirurgico e lunghe cure mediche”.

Come si sente una ragazza in mezzo a tanti piloti uomini?

“Le donne di successo non hanno bisogno di dimostrare nulla, se non la propria intelligenza, ottenendo il rispetto che meritano. Io ho sempre difeso le donne anche se i social stanno in gran parte rovinando l’immagine ‘donne-motori’. So che la femminilità attrae di più, ma a me non è mai piaciuto. Quindi in mezzo a tanti uomini dico che mi sento bene, ho tanti amici maschi e credo nell’amicizia tra uomo e donna”.

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